giovedì 31 gennaio 2013

DEFTONES: La capacità compositiva incontra l'ispirazione, gli apparati uditivi ringraziano e le sinapsi si arrendono!

DEFTONES “Koi No Yokan” (Reprise, 2012) – www.deftones.com

Tracklist:
01. Swerve City (ascolta: http://youtu.be/GQ3w2s3UxO4)
02. Romantic Dreams
03. Leathers (ascolta: http://youtu.be/b64NDpsaqVo)
04. Poltergeist
05. Entombed
06. Graphic Nature
07. Tempest (ascolta: http://youtu.be/GIgNBxNvAJg)
08. Gauze
09. Rosemary (ascolta: http://youtu.be/Ygit-mbBtAU)
10. Goon Squad
11. What Happened to You?

“Koi No Yokan” è un’espressione giapponese che tradotta in inglese sarebbe “Love’s premonition”… “La premonizione dell’amore”, diremmo nella nostra lingua. È questo il titolo della settima prova in studio dei Deftones, band statunitense che parte dal nu-metal per sviluppare un proprio ambizioso universo sonoro.
Dopo un ascolto attento e, tenuto conto anche dei supposti passi falsi degli anni immediatamente precedenti, sgombrato il campo da facili letture e semplicistiche logiche dettate dalle mode contemporanee, per la gioia dei fans che hanno saputo aspettare, possiamo dire che qualcosa in casa Deftones si è mossa. Chino Moreno e soci sono oggi più che degnamente rappresentati da “Koi No Yokan”, un album che conserva tutte le classiche prerogative del loro sound, ma a sua volta le amplifica verso contestualizzazioni che lasciano intravedere nuovi margini di novità e sviluppo. Iniziate quindi a farvene una ragione, comunque la vogliate mettere, la rinascita dei Deftones potrebbe partire proprio da qui. (http://www.ondarock.it/recensioni/2012_deftones_koinoyokan.htm)
Avevamo lasciato i Deftones due anni fa dopo l'uscita del fortunato “Diamond Eyes” che quasi a sorpresa ha riportato la band di Sacramento sulla cresta dell'onda facendogli vivere una sorta di seconda giovinezza artistica. Grazie a quell'album che rappresentava una perfetta fusione tra “Around The Fur” e “White Pony” i nostri riconquistarono pubblico e critica dopo il mezzo passo falso fatto con “Saturday Night Wrist”. Dopo un tale successo le scelte erano due: o campare di rendita sfornando album fotocopia non dovendo dimostrare più niente a nessuno o rimettersi in gioco nuovamente alla soglia dei quarant'anni. Per nostra fortuna i Deftones non hanno mai amato cullarsi sui propri successi e così sul finire del 2012 è arrivata l'opera numero sette, "Koi No Yokan", un album forse meno diretto del suo predecessore, ma sicuramente più variegato, melodico ed incline alla sperimentazione. Una sorta di step in avanti quindi, un secondo tentativo di maturazione dopo quello un po' incompreso di “Saturday Night Wrist” e questa volta la strada intrapresa sembra essere quella giusta. (http://www.groovebox.it/testorece.asp?Titolo=1356)
“Koi No Yokan” è un disco mosso da forze universali quali l’amore e la rabbia, l’angoscia e la redenzione, bilanciate perfettamente in un equilibrio che solo una band al top della maturazione è in grado di gestire. La conferma di un sound a quanto pare inesauribile, inimitabile. I Deftones sono tornati per impartirci l'ennesima lezione. I pezzi sono molto diversi l’uno dall’altro, non più pesanti o più lenti, ma più dinamici. Vanno in tante direzioni diverse. E, cosa ancora più importante, è un disco dei Deftones in tutto e per tutto. Pensare che una band sia in grado di tirare fuori un buon settimo disco riuscendo a esplorare ancora un sound che sembra apparentemente non cambiare quasi mai, è fantascienza per chiunque. Per chiunque tranne che per i Deftones: loro questo sound l’hanno inventato, fatto crescere, rivoltato da cima fondo. E sono gli unici che riescano ancora a padroneggiarlo, non dimentichiamolo. Sanno chi sono e sanno dove vogliono andare, senza farsi troppe domande. (http://www.rockol.it/recensione-5044/Deftones-KOI-NO-YOKAN)
La capacità compositiva incontra l'ispirazione, gli apparati uditivi ringraziano e le sinapsi si arrendono: non si può far altro che dar ascolto al cuore e innamorarsi inesorabilmente di “Koi No Yokan”. È solo questione di tempo. (http://www.spaziorock.it/recensione.php?id=100012060)
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


PETER BUCK: il 1° a ripartire dopo la fine dei R.E.M.


RADI@zioni / Disco Hot N° 01:
PETER BUCK “Peter Buck” (2012)
Registrato completamente in analogico e pubblicato in sole duemila copie, per di più solo in vinile, Peter Buck, chitarrista degli ormai disciolti R.E.M. sforna il suo primo lavoro da solista.
Un anno dopo la cessata attività della più celebre e celebrata band di Athens (Georgia / Stati Uniti d’America) ecco che ricompare, a modo suo, Mr. Buck… e lo fa con un disco carico di blues e di tanto garage-rock’n’roll.
Che dei tre R.E.M. fosse il più attivo già lo sapevamo. Non era difficile immaginare che potesse essere proprio lui il primo a farsi risentire in giro con del nuovo materiale.
Nota a margine: questo album era stato concepito da Peter Buck quando, costretto ad un riposo forzato a causa di un infortunio alla spalla, stava già elaborando un progetto per una band parallela ai R.E.M., ma poi è stato deciso diversamente a dimostrazione che il nostro, per nulla scoraggiato dalla fine del sodalizio con Stipe e Mills, non sarebbe rimasto inattivo per molto.
Nelle canzoni presenti in questa raccolta si sentono inevitabili echi “remiani”, e questo rappresenta già un punto a suo favore. Per farla breve… se questo è l’aperitivo di una probabile carriera da solista per Peter Buck… ben venga il resto del pranzo!
(Carmine Tateo)


Tracce consigliate:

- 10 Million BC (ascolta: http://youtu.be/I89X5dMV-Kc
- I’m Alive (ascolta: http://youtu.be/XF_hfKaymLg
- Hard Old World (ascolta: http://youtu.be/byS8HbvS_gU
- Vaso Loco (ascolta:  http://youtu.be/naH8ZOHGnHU)



giovedì 24 gennaio 2013

NEUROSIS... il suono dell'apocalisse!


NEUROSIS “Honor Found In Decay” (Neurot Recordings, 2012) - http://www.neurosis.com

Coerenza, professionalità, continuità qualitativa e ricerca sonora! Chi conosce i californiani Neurosis sa come queste parole possano rappresentare alla perfezione la loro carriera. Un miracolo musicale la cui line-up è rimasta invariata da più di vent’anni e che ha completamente cambiato buona parte della musica estrema, generando da zero un suono e influenzando un’intera generazione di nuovi gruppi venuti fuori dopo di loro.
Il suono dell’apocalisse… perché questo sono e sempre saranno i Neurosis. Un’apocalisse interiore che accompagna l’essere umano quando ogni principio morale e sociale viene meno, che viene descritta dalle note di ogni loro brano e che viene sbattuta in faccia senza troppi fronzoli, in maniera diretta, come nella migliore tradizione hard-core. I Neurosis sono e saranno sempre un gruppo al di fuori delle mode e del tempo, un’entità musicale che continuerà ad influenzare e ad emozionare chiunque riesca ad addentrarsi completamente nel loro sound. (http://www.impattosonoro.it/2012/12/11/recensioni/neurosis-honour-found-in-decay/)
A distanza di cinque anni da “Given to the Rising” (2007), i Neurosis sono tornati in studio per rilasciare “Honor Found In Decay”, decimo album della loro carriera, che recupera le sonorità più introspettive, vicine per affinità a quelle di “Times of Grace” del 1999. Ma com’è possibile mantenere l’onore in tempo di decadenza, quando tutto sembra crollare a pezzi e le persone mostrano il loro vero volto? Com’è possibile, in una America che sprofonda nella povertà e nel degrado, recuperare la forza e la dignità di un riscatto? È questo, in fondo, il senso di “Honor Found in Decay”. (http://www.distorsioni.net/canali/dischi/honor-found-in-decay)
Quella che si respira in quest ultimo lavoro è un’atmosfera generale che, per una volta, non è l’angoscia metafisica di una stella al collasso. Qui le stelle ci sono, eccome, e brillano meravigliose in una “storm of light” (in una tempesta di luce) tanto per parafrasare gli stessi Neurosis. L’altra tempesta, quella a base di fuoco e tuoni, è invece affidata all’impresa di demolizione Kelly & Roeder rispettivamente voce e batteria: sono loro i monarchi assoluti di “Honor Found In Decay”. Difficile, se non impossibile, batterli sul loro stesso campo. Scott Kelly riversa l’esperienza maturata tra progetti solisti e collaborazioni artistiche (coi Mastodon, tanto per dirne una) nel songwriting che caratterizza tutta l’opera, mentre le contaminazioni folk si fanno sentire con tanto di drumming da scossa tellurica, urla disumane e riffing cingolato…, tanto per essere chiari.
Alcuni li criticano dicendo: “Neurosis… sempre uguali a sé stessi”! Io risponderei: “E meno male”!!! (http://www.surfcorner.it/2013/01/11/neurosis-honor-found-in-decay/)
Prodotto, ancora una volta, da Steve Albini, il suono dei nostri appare meno spesso e più controllato, apparentemente, ma ancor più distruttivo e disturbante per la sua morsa cerebrale, straniante e multiforme.
Si può sicuramente perdonare qualche brano di mestiere, per il semplice fatto che quei tre-quattro capolavori presenti valgono, da soli, l'acquisto dell'album ad occhi chiusi ed anche perché sono ben poca cosa in una discografia votata all'eccellenza e a volte vicinissima alla perfezione. Magnifici ed inarrivabili, come sempre. (http://www.metallized.it/recensione.php?id=7923)
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma curato da Camillo Fasulo realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


sabato 19 gennaio 2013

THE DATSUNS: una gran botta di insano, divertente, caldo e pericoloso rock'n'roll!

THE DATSUNS “Death Rattle Boogie” (Hellsquad, 2012) - www.thedatsuns.com

Tracklist:
01. Gods Are Bored (ascolta: http://youtu.be/_VKiEDJ2T0Y)
02.
Gold Halo (ascolta: http://youtu.be/NVNLi91hDDw)
03. Axethrower (ascolta:
http://youtu.be/MUeW_aXo01U)
04.
Bullseye
05. Skull Full Of Bone
06. Shadow Looms Large
07. Wander The Night
08. Helping Hands
09. Hole In Your Head
10. Fools Gold
11. Goodbye Ghosts
12.
Colour Of The Moon (ascolta: http://youtu.be/e6gas2tE-i4)
13. Brain Tonic
(ascolta: http://youtu.be/9-VRroHY7-c)
14.
Death Of Me

Per salvare le sorti del rock dieci anni fa uscirono allo scoperto dal continente oceanico due band: Jet e The Datsuns. Tirando le somme tra le due band, chi ha centrato quel bersaglio sono proprio i The Datsuns. Le loro chitarre sono dei veri defribillatori per il rantolante signor Rock. Pulsioni primordiali e deflagrazioni rock and roll! Con il quinto disco la band neozelandese segna un graditissmo ritorno. Le quattrodici tracce di Death rattle boogie sono quattrodici dosi di pura adrenalina alimentata da un caricatore energetico infinito. (http://www.losthighways.it/2012/10/13/death-rattle-boogie-the-datsuns/)
I Datsuns non sono mai stati particolarmente amati dalla critica, che li ha sempre etichettati come l'ennesimo gruppo di hi-energy rock'n'roll buono solo a sparare rock a 1000 ottani senza aver la benché minima capacità di scrittura. Io, invece, li ho sempre adorati. Le loro canzoni e i loro album (tutti, tra alti e bassi) mi hanno sempre dato l'impressione di una band che si diverte e si eccita nello scrivere, suonare e produrre musica hard. Sensazioni che si sono sempre trasferite alle mie orecchie e al mio cuore, donandomi un piacere all'ascolto che poche band degli ultimi anni hanno saputo darmi.
Sarà che i Datsuns sono la condensazione di alcuni dei miei amori musicali più forti e duraturi di sempre. Nessuno, e sottolineo nessuno, è mai riuscito, a mio modesto parere, a mischiare Led Zeppelin, Stooges, Radio Birdman, AC/DC, MC5, Black Sabbath, Blues e psichedelia 60s in modo così convincente, riuscendo nella difficile arte di coniugare hard & garage rock'n'roll. Schifosi, sbruffoni e senza futuro… con una fiera attitudine stradaiola e da altezzosi hard-bluesmen da salotto.
Il loro rock'n'roll anfetaminico dal riffare quadrato e caldo torna, tale e quale, pur con le sfumature del caso, a violentarci le orecchie e a fenderci le guance con “Death Rattle Boogie”, il quinto album della loro carriera prodotto (in parte) da Nicke Andersson degli Hellacopters. Ed è sempre un gran bel sentire. Un divertimento continuo, un'eccitazione simile (credo) a quella indotta dall'anfetamina. Tra classici hi-energy rock'n'roll (fantastico quello di Gold Halo, con un riff impareggiabile), sporchi hard rock dall'epicità contagiosa (Axethrower) i riffoni macho di Gods Are Bored e i ruggiti hard-psych di Bullseye e Helping Hands, il disco scorre che è una bellezza. Fermandosi dalle parti del Delta del Mississipi a sciacquare i panni nel fango e ad affogare l'anima nel whiskey (Wander The Night, Fools Gold o Brain Tonic, con un bel feeling metal), nei deserti del Texas a far saltare tutti a suon di country rock'n'roll (Goodbye Ghosts) o nella Frisco dei 60s ad affondare il rock in tonnellate di acido lisergico (Colour of The Moon).
Il tutto è maledettamente ben riuscito, tra chitarre cariche di fuzz che si producono in sporchi e fangosi riff hard rock'n'roll figli di Page & Tek, sontuose slide hard-blues (Brain Tonic) che si sciolgono in assoli ricchi ma mai presuntuosi e una voce che riesce sempre a far la differenza, sensuale e riottosa come sa essere. Niente che non abbiano già detto (anche se forse stavolta i quattro neozelandesi hanno fatto un passino in avanti), niente che non si sia già suonato (i Datsuns non sono i rivoluzionari del rock che stavate aspettando) ma un insano album di rock'n'roll, divertente, caldo e pericoloso. Serve altro? (http://www.distorsioni.net/canali/dischi/death-rattle-boogie)
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma curato da Camillo Fasulo realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


martedì 8 gennaio 2013

MARCO "PENTI" PORCELLI: abbiamo ritrovato l’amico "immaginario" della vostra infanzia

PENTI “Isdiri Misti Sini” (Porp, 2012)


Tracklist:
01. nina (ascolta/guarda: http://www.youtube.com/watch?v=EZRcdhYK0ZY&feature=share&list=PLOfHShQzSsaGLl2srdBZvR7aGptkT5Pqi)
02. esta (ascolta/guarda: http://youtu.be/8cQUj2RjBfs)

03. tarm
04. bosk (ascolta/guarda: http://youtu.be/TC382F4UyQ4)
05. van
06. isdiri misti sini (ascolta/guarda: http://www.youtube.com/watch?v=mC0N90O3-ck&feature=share&list=PLOfHShQzSsaGLl2srdBZvR7aGptkT5Pqi) 
07. blar
08. jair
09. ium
10. gilert
11. traffi
12. across the sea (ascolta/guarda: http://www.youtube.com/watch?v=WZFhhFHeniw&feature=share&list=PLOfHShQzSsaGLl2srdBZvR7aGptkT5Pqi)

Adottate Penti come fosse l’amico immaginario della vostra infanzia, con cui (lo spero con tutto il cuore perché, al contrario, avreste perso una parte fondamentale della vostra vita per far accrescere fantasia e cognizione) parlavate, giocavate, creavate mondi, i vostri mondi dove i genitori, gli insegnanti, la società, non entravano. I vostri mondi… creati in una bolla della fantasia, in una parte infinitesimale del lobo sinistro del vostro cervello… L’amico immaginario che vi raccontava il mondo con il suo linguaggio, ve lo narrava con le sue immagini, con colori suoi che divenivano i vostri,… l’amico più forte del babau, della vita stessa, delle paure.
Adottate Penti e ne sarete orgogliosi, biecamente è gratuito sul suo sito (www.penti.it) ma una donazione lo aiuterebbe a produrre la sua seconda opera; non fatelo subito… ascoltate prima “Isdiri Misti Sini”, valuterete poi se questo artista pugliese meriti di continuare ad esistere.
Cinematico e sognatore (il titolo “Isdiri Misti Sini” è frutto del suo linguaggio inesistente, come il ‘vonlenska’ di Jonsi, l’amico immaginario che vive nella bolla nordica dei Sigur Ròs), è di questa forma di rock sinfonico e didascalico che si nutre anche il nostro Penti, vivendo sulle nuvole, correndo con esse, plettrando per esse… invitando coloro che volessero dare suono alle immagini create di utilizzarne la musica… perché in questo album le note sono colori, tessuti che svolazzano lievi nel vento, lacrime che rigano il volto asciugate dal vento che agita i tessuti.

“Ora vi auguro sogni felici,
Se sia ben vero che siamo amici,
E ad applauso tutti vi esorto,
Poiché ho promesso che ad ogni torto
A voi causato per inesperienza,
Gentile pubblico, faremo ammenda.”
(W. Shakespeare)


Libera trasposizione a cura di Camillo “RADI@zioni” Fasulo

“RADI@zioni/NRG” è un programma in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


giovedì 3 gennaio 2013

LENULA: uno stile raffinato e presente, che non risulta mai ostile o pretestuoso.

LENULA “Profumi d’epoca” (La Fabbrica / Pelagonia Music, 2012) - www.myspace.com/lenulaband

Tracklist:
01. Notte d’Inferno
02. All’Interno (ascolta: http://youtu.be/N_jxAi4zqVQ)
03. Dea dell’Amore (ascolta: http://youtu.be/_02_v2jeqnI)
04. Corsa al Mondo
05. Promessa
06. Il Naufragio (ascolta: http://youtu.be/EqNEepIP6YE)
07. Stato di Confusione
08. Fondo
09. Senza Tempo (ascolta: http://youtu.be/sk-EZsMTwkU)
10. Modellando la Notte
11- Profumi d’Epoca (ascolta: http://youtu.be/lItMI20BqEk)



Furiosa tempesta di sabbia, scintille e schizzi di incandescente veleno: queste sono le immagini che nella mente appaiono per prime iniziando l’ascolto di “Profumi d’epoca”, album d’esordio dei Lenula. La band pugliese, dopo l’apprezzato omonimo ep di quattro brani risalente al 2010, si ripropone al pubblico in una forma più completa e convincente, aprendo un variopinto e criptico ventaglio musicale.
Il disco inizia con tre brani uno conseguente all’altro, sia nello sviluppo musicale che nei testi: “Notte d’inferno” apre le porte di un mondo rock con forti rimandi alla musica degli anni ’70, “All’interno” precipita in un turbinio di deliri psichedelici, “La dea dell’amore” riemerge con furore sputando il veleno più dolce. Cambio di scena: “Corsa al mondo” fischietta spensierata e saltellante mentre “Promessa” canta lo spegnersi di una passione amorosa, e lo fa con pathos e il piglio cantautorale di un Capossela dalla voce più roca e colma di dolore. Orecchiabile e dalle sonorità vagamente balcaniche, “Il naufragio” puzza di vino riversato ovunque e di dispiaceri marcescenti, in contrapposizione alla seguente più fumosa e labirintica “Stato di confusione”. I cori ed i suoni circensi di “Fondo” ampliano l’immaginario grottesco e visionario del disco mentre “Senza tempo” riprende la più classica forma del brano rock. “Modellando la notte” raccoglie al meglio tutti gli elementi presenti in questo album e li unisce con un risultato coinvolgente e fluido: un brano di stampo cantautorale ma di forte impatto sonoro. Chiude il disco la sognante e straziante “Profumi d’epoca”, con sonorità splendidamente mediterranee.
L’esordio dei Lenula è convincente ed affascinante. Il suono della band appare sincero nonostante i rimandi a generi musicali tanto radicati come la musica tradizionale/popolare italiana, il cantautorato e il rock anni ’70 facilitino l’ascolto e un immediato riscontro positivo (ne è la prova il gran numero di band che orbitano in questo microcosmo). Indubbiamente la forza del trio pugliese si esprimerà al meglio nella presentazione live dei brani che ben si prestano a set infuocati e teatrali. Per chi ama l’odore della terra arsa dal sole che brucia il cuore e i ricordi dalla mente, “Profumi d’epoca” è un album decisamente consigliato.

A cura di Camillo “RADI@zioni” Fasulo

“RADI@zioni/NRG” è un programma in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


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