sabato 26 aprile 2014

KENDRA MORRIS: un futuro probabilmente roseo! Ma sentiremo parlare ancora di lei?

RADI@zioni / Disco Hot N° 7:
KENDRA MORRIS “Banshee” (2014)

Il vuoto lasciato dalla compianta Amy Winehouse ha purtroppo generato dei cloni soul/rhythm’n’blues difficilmente paragonabili al suo talento, ma apprezziamo comunque tanto il fatto che questa musica stia ritornando in voga. “Banshee” è l’album d’esordio della soul-singer Americana Kendra Morris, uscito negli Stati Uniti nell’agosto del 2012 e pubblicato in Europa, per chissà per quali misteriose ragioni di marketing, soltanto il 27 gennaio di questo anno.
La cantante newyorkese si candida quindi a diventare una pop-star travestita da autrice proponendo sonorità black e seventies… le medesime che hanno fatto la fortuna della Winehouse…
A conclusione del disco è posta una bonus-track: nientemeno che la cover di “Shine on you crazy diamond”.
L’impressione è quella di aver di fronte un’altra stelletta americana. A questo punto una domanda sorge spontanea: sarà forse un’altra meteora?
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
CONCRETE WAVES  (4’ 30”)
POW  (3’ 47”)


TROUBLE, autentiche leggende del doom a stelle e strisce, tornano con un disco assolutamente all’altezza della loro reputazione.

Trouble “The Distortion Field” (FRW Music, 2013) – www.newtrouble.com

Tracklist:
01. When the sky comes down
02. Paranoia conspiracy
03. The broken have spoken
04. Sink or swim
05. One life
06. Have I told you
07. Hunters of doom
08. Glass of lies
09. Butterflies
10. Sucker
11. The greying chill of autumn
12.
Bleeding alone
13. Your reflection


Ecco riaffacciarsi sul mercato un’altra leggenda del classic-doom a stelle e strisce. Si sta ovviamente parlando dei Trouble, imprescindibile quanto mutevole realtà artistica, on the road fin dal lontano 1979.
A seguito di varie pause, mezzi passi falsi (“Simple Mind Condition”, 2007) e separazioni illustri (come quella dallo storico vocalist Eric Wagner), il nuovo “The Distortion Field” segna la concreta resurrezione dei Trouble, presentando un livello compositivo e una verve interpretativa di alto livello, in grado di rivaleggiare alla pari con i migliori episodi recenti del gruppo (come anche con la svolta psichedelica di “Plastic Green Head” del 1995) mostrando al contempo opportune novità e aperture stilistiche tali per cui l’ascolto riserva comunque varie e piacevoli sorprese.
Lungi dal far rimpiangere il buon Eric Wagner, la performance canora del nuovo arrivato Kyle Thomas (con un passato negli Exhorder) ha dato nuova linfa vitale e nuove prospettive alla band americana, che sin dalla rocciosa opener “When The Sky Comes Down” (per altro uno dei brani migliori del lotto), appare davvero in splendida forma. Complici la consumata esperienza e il talento di chi non a caso è nato artisticamente nei seventies, i Trouble lavorano ai fianchi lo stesso genere per cui sono celebri, costringendolo a trasformarsi, senza traumi, in interessanti sfumature stoner (“The Broken Has Spoken”), psichedeliche e addirittura southern rock (“Have I Told You”), mettendo sempre al centro il magistrale lavorio chitarristico della coppia fondatrice Wartell & Franklin, vere e proprie inossidabili macchine da riff, con uno squisito gusto melodico anche in sede d’assolo.
Oltre alle tracce già citate risultano particolarmente belle anche la psichedelica “One Life”, la neo-classica “Hunters Of Doom” e la pesantissima “Butterflies”, altrettanti esempi di come una band, certo non più giovanissima, possa comunque (re)interpretare se stessa e la propria tradizione in modo fresco e dannatamente convincente. A conti fatti, con questo “The Distortion Field”, i Trouble sono riusciti a colmare quel difficile spazio (artistico, prima ancora che commerciale) che sta fra l’istintivo amore per il vintage e il naturale bisogno di modernità, appartenente sia agli ascoltatori più mainstream (gli stessi che magari incensano il pur eccellente ultimo Black Sabbath, giusto per il nome impresso in copertina), sia, fortunatamente anche a coloro i quali non si sono mai accontentati dei soliti big del momento, ma nella loro musica preferita hanno sempre cercato e ricercato quel qualcosa in più. Un graditissimo ritorno, per davvero! (www.outsidersmusica.it/recensione/Musica/trouble-the-distortion-field/)
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


sabato 12 aprile 2014

ELBOW - Un inarrestabile turbine di spinte emotive alimentate dall’amore!


ELBOW “The Take Off And Landing Of Everything” (Fiction, 2014) – www.elbow.co.uk

Tracklist:
01. This blue world
02. Charge
03. Fly boy blue / Lunette
04. New York morning
05. Real life (Angel)
06. Honey sun
07. My sad captains
08. Colour fields
09. The take off and landing of everything
10. The blanket of night


Sono le vicissitudini della fatidica soglia dei quarant’anni ad animare il nuovo disco degli Elbow. Il carattere “pieno” della musica della band di Manchester, dal punto di vista non solo sonoro, ma anche esistenziale, rimane infatti il punto focale anche di questa uscita: un affresco come al solito raffinato ed elaborato di un’età legata a grandi mutamenti (http://www.ondarock.it/recensioni/2014_elbow_thetakeoffandlanding.htm).
Vogliamo tutto. Vogliamo la gioia, il conforto, l’amicizia, la passione, le belle giornate, la malinconia, la pioggia. Desideriamo essere protetti, proteggere, essere confortati, aiutati, essere ricordati e dimenticare, ricordare ed essere dimenticati. Incontriamo sulla nostra strada persone per cui saremo tutto o niente. Avremo i nostri nomi incisi per sempre sulla corteccia di un albero o fugacemente impressi sulla sabbia soltanto fino alla prossima onda. Siamo una parte consistente di una piccolissima parte dell’universo.
Abbiamo bisogno dei dischi degli Elbow, che sono quanto di più vicino possiamo immaginare a questo inarrestabile turbine di pulsioni. E “The Take Off And Landing Of Everything” è probabilmente il punto più alto e compiuto della carriera degli Elbow, arrivati alla consapevolezza del sesto disco e decisi più che mai a continuare sulla propria rotta senza smarrire la bussola. Abbiamo bisogno di troppe cose ed altrettante ne esigiamo. Loro non fanno altro che ascoltare le nostre parole e tenerci compagnia con la musica migliore che potessimo immaginare. Una manciata di brani memorabili. Una delle meraviglie di un anno già generosissimo di dischi da ricordare per tanto, tantissimo tempo
(http://www.indieforbunnies.com/2014/03/17/elbow-the-take-off-and-landing-of-everything/).
Sesto album in 14 anni per gli Elbow, band che si conferma come una delle migliori realtà dell’indie pop britannico, abili costruttori di complesse composizioni che si avvalgono di belle melodie e arrangiamenti fantasiosi e mai banali. Le loro canzoni si sviluppano come approfondite narrazioni lungo un arco di tempo ben superiore ai canonici 3 minuti, dando modo ai musicisti di variare molto sul tema principale, arricchirle di suoni, emozioni, sentimenti, agli Elbow la lezione del prog è evidentemente presente. Come nello stile di lavoro del gruppo, l’album ha avuto una lunga gestazione: registrato prima negli studi Real World di Peter Gabriel e poi completato nei loro Blueprint Studios. Una lunga e tormentata gestazione ha avuto anche la scelta del titolo, fino a che al terzo tentativo l’album ha assunto il titolo di una delle sue tracce, facendo esplicito riferimento alle complesse vicende di vita di fronte alle quali si sono trovati i musicisti. Il titolo, che potremmo tradurre come “Decollo e Atterraggio di ogni cosa” fa proprio riferimento a questa altalena di momenti di gioia, paura, dolore, solitudine, felicità di cui è fatta la vita (http://www.distorsioni.net/canali/dischi/the-take-off-and-landing-of-everything).
Raffinato, rarefatto ed elegante, “The Take Off And Landing Of Everything” ha il pregio dei grandi dischi: quello di essere bello e non facile, di non essere commerciale ma di penetrarti, di sottolineare sensazioni che trovi evocative nel tuo più profondo, di essere la colonna sonora di qualsiasi situazione in cui ti trovi nell’istante dell’ascolto, di porti di fronte un nuovo punto di vista per viverle. Il cantato racconta di bufere di fiori, whisky irlandese, decisioni da prendere, rimpianti onirici, dubbi e responsabilità da quarantenni. Racconta. Con voce piena ma soave, decisa ma dolce, supportato dalla musica mai banale che rimarca ogni passaggio donandogli sempre la veste più appropriata, quasi meditativa, lasciando all’ascoltatore la facoltà, appunto, di ascoltare. Un’ora, suddivisa in dieci brani, da ascoltare, quindi, e fare propria. Nella maniera che meglio si creda. Ma sicuramente godendosela con l’anima ( http://www.shiverwebzine.com/2014/03/20/elbow-the-take-off-and-landing-of-everything-2014-fictionpolydorgeffen/).
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


sabato 5 aprile 2014

ICED EARTH - Il ritorno dei leggendari power-thrasher floridiani

ICED EARTH “Plagues of Babylon” (Century Media, 2014) – www.icedearth.com

Tracklist:
01. Plagues of Babylon 07:47
02. Democide 05:22
03. The Culling 04:26
04. Among theLiving Dead 05:14
05. Resistance 04:49
06. The End? 07:13
07. If I Could See You 03:55
08. Cthulhu 06:04
09. Peacemaker 05:02
10.
Parasite 03:30
11. Spirit of the Times 05:05
12. Highwayman 03:12
13. Outro 00:24


Chiedere ai propri fans di accettare un importante cambiamento come la voce e il volto di una band è già difficile una volta, figuriamoci due. Il giovane Stu Block si è ritrovato a doversi caricare sulle spalle il peso di un seguito già provato, spazientito e ormai un po’ disilluso dopo il 2° abbandono di Matt Barlow, storica voce solista degli Iced Earth (la prima volta fu sostituito dall’ex Judas Priest Tim Owens). Oggi possiamo però affermare senza timore di smentita che il giovane Stu ha avuto la meglio sulla tempesta di perplessità incontrata sulla propria rotta ed è riuscito a riportare gli Iced Earth in quella nicchia di gloria che sicuramente meritano. Esposto così, in due righe, il riassunto del riassunto delle puntate precedenti, veniamo ai giorni nostri e al nuovo scintillante “Plagues of Babylon”. La critica di mezzo mondo ha accolto questa uscita come un ritorno all’ispirazione che fu, celebrando la rinascita del piccolo ma granitico mito. Sia chiaro che non stiamo urlando al capolavoro. Potrebbe anche esserlo, ma il disco richiede senza ombra di dubbio un buon numero di ascolti per essere apprezzato fino in fondo. In “Plagues of Babylon” c’è tanta di quella carne al fuoco che per essere metabolizzato a dovere è necessario concedergli del tempo, o si rischia l’indigestione (http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=iced_earth_plagues_of_babylon_2014).

Dischi come questo “Plagues Of Babylon” sono un vero sospiro di sollievo per il metallaro classico, quello che, come chi scrive, non ha mai veramente smesso di amare quelle sonorità con le quali si è avvicinato a questa bellissima musica. È musica da veterani per veterani, d’accordo! Sono sonorità che, se sentiamo riprodotte oggi dalla maggior parte di quei gruppetti che scimmiottano le band storiche, non mancheremmo di bollare con strette sufficienze e con frasi di circostanza. Ma quando a riproporci queste sonorità sono proprio quelle stesse band che già più di venti anni fa picchiavano violentemente con i piedi per terra, scavando quei solchi sui cui poi, appunto, avrebbero camminato un numero infinito di altre band, allora le cose cambiano. E gli Iced Earth entrano di diritto nel novero delle band che, nel bene o nel male, della scena metal ne hanno vissuta una larga fetta, arrivando a definire un sound preciso e riconoscibile, che si può usare come metro di paragone (https://metalitalia.com/album/iced-earth-plagues-babylon/).

Uscita tra le più attese di questo avvio di 2014, “Plagues of Babylon” sigla il ritorno dei leggendari power-thrasher floridiani Iced Earth a tre anni dal valido “Dystopia”, che era stato il primo disco dopo il secondo addio del grande Matt Barlow, voce per eccellenza della band americana. Di sicuro “Plagues of Babylon” non è un album immediato, merita molti più ascolti del solito per essere compreso e assimilato; non aspettatevi quindi canzoni dirette o facili da memorizzare, peculiarità probabilmente motivata dalla complessità notevole e dalla forte drammaticità dei pezzi stessi. Il sound tipico degli Iced Earth, del resto, si è sempre contraddistinto per una stratificazione considerevole e lontana dagli aspetti della classica forma-canzone. Il sound inconfondibile della band di Jon Schaffer è evidente in ogni nota: i riff nervosi e “grattuggiati”, le terzine arrembanti, il drumming corposo, i suoni compatti e la voce di Stu Block, che si conferma qui il miglior erede del grande Barlow (http://www.metallized.it/recensione.php?id=9959).


“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


BRETON - Work in progress di una band da tenere d’occhio!

RADI@zioni / Disco Hot N° 6:
BRETON “War Room Stories” (2014)

A due anni dal precedente album “Other people’s problems” i londinesi Breton tornano con una nuova release.
“War Room Stories” è stato realizzato alla “Funkhaus” di Berlino, monolitico casermone della ex DDR, nonché ex sede della Radio Pubblica.
Lasciate da parte quasi del tutto le spigolosità del recente passato, questo “War Room Stories” presenta sonorità più vellutate, accentuando un gusto “dance-indie-pop” che fino ad oggi era stato solamente accennato. E in più alcuni brani sono stati realizzati con l’orchestra sinfonica della radio macedone che dona loro particolari giochi di contrasto.
I Breton si confermano maestri nell’assemblare suoni. Con “War Room Stories” realizzano un disco molto promettente ma dal taglio quasi “work in progress”. Li terremo d’occhio e attendiamo una consacrazione che potrebbe comunque compiersi con il prossimo lavoro.
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
GOT WELL SOON (4’ 48”)
15 MINUTES (3’ 58”)
ENVY (3’ 36”)


DISCLAIMER

1) Questo blog, a carattere puramente amatoriale, non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità, in base alla disponibilità del materiale inviatomi e/o auto-fornito.

2) Questo blog non ha richiesto contributi pubblici e non ha fini di lucro. Pertanto, non può essere considerato, in alcun modo, un prodotto editoriale
ai sensi della legge 07.03.2001, n. 62.
Ad oggi questo blog non presenta alcuna sponsorizzazione o affiliazione pubblicitaria, dunque al momento è da ritenersi un’opera totalmente no profit.

3)Copyright:
Alcune delle immagini contenute in questo blog sono prese in buona fede dal web. Se tuttavia dovessero sorgere dei problemi di carattere "autorizzativo" è sufficiente comunicarlo e tali immagini saranno rimosse.
E’ permesso citare parti tratte dal blog esclusivamente a condizione che si riporti un link con scritto:
Tratto da: www.camillofasulo.blogspot.com (con link attivo, cioè cliccabile alla pagina/foto).
Se contenuti o immagini violano diritti di terze parti saranno immediatamente rimossi dopo segnalazione.
Tutti i contenuti sono originali, salvo i casi in cui è espressamente indicata altra fonte.

4) Responsabilità:

Data la natura esclusivamente amatoriale del sito, non vi è alcuna forma di garanzia sull’esattezza e la completezza delle informazioni riportate, tuttavia si cercherà sempre di verificare i fatti riportati e si resta a completa disposizione per correzioni e rettifiche.

Potrà essere richiesta la rimozione totale o parziale del materiale ritenuto inappropriato e/o una eventuale rettifica inviando una e-mail a cfasulo@libero.it oppure a radiazioni@ciccioriccio.it.

Tutto il materiale presente nel blog (testi e immagini) è pubblicato a solo scopo divulgativo, senza fini di lucro (lo conferma la mancanza di link-pubblicità commerciale).

5) Queste condizioni sono soggette a modifica, senza alcuna forma ben definita di preavviso, vi invitiamo dunque a verificarne i contenuti con una certa frequenza.