domenica 21 aprile 2013

VOIVOD... gli alieni esistono! “Target Earth”: obiettivo centrato, missione compiuta!


VOIVOD “Target Earth” (Century Media, 2013) – www.voivod.com

Tracklist:
01. Target Earth (guarda/ascolta: http://youtu.be/jGVMuZkK5jU)
02. Kluskap O' Kom (guarda/ascolta: http://youtu.be/jSuyJokh9Lg)
03. Empathy For The Enemy (guarda/ascolta: http://youtu.be/b3Mz8HPJS4o)
04. Mechanical Mind (guarda/ascolta: http://youtu.be/8KVXu-OXpR8)
05. Warchaic
06. Resistance
07. Kaleidos
08. Corps Etranger
09.
Artefact
10. Defiance

Con un inquietante soldato alieno in copertina, tornano i geniali canadesi Voivod, teste di serie del metallo più avanguardistico e open-minded da ormai tre decadi. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia dai tempi del seminale debutto thrash “War And Pain” (1984), ma a causa di svariate sventure personali e artistiche la band non ha mai potuto raccogliere quanto giustamente meritato. Ciò nonostante, Michel “Away” Langevin e soci non hanno mai mollato, mostrando una sincera e incrollabile determinazione a portare avanti la loro personalissima creatura musicale, attraverso una serie invidiabile di album-capolavoro, sempre eterogenei e innovativi. Sotto molti punti di vista il nuovo “Target Earth” è proprio un collettore, una ricapitolazione delle varie esperienze/influenze/sonorità indagate dai Voivod in carriera, caratterizzandosi da subito come un fondamentale tassello di sintesi, dopo le due più recenti uscite, dignitose ma probabilmente non essenziali e memorabili, come “Katorz” (2006) e “Infini” (2009). Le ragioni di questo positivo e sensibile salto di qualità stanno innanzitutto nella rinnovata line-up. “Target Earth” è infatti il primo album composto da Away e dal vocalist Snake (il primo membro storico a rientrare in formazione) assieme al vecchio bassista Jean-Yves “Blacky” Thériault, dapprima sostituito dall’ex Metallica Jason Newsted), ma soprattutto col nuovo chitarrista Daniel “Chewy” Mongrain di scuola techno-death (già con Martyr, ex-Cryptopsy, ex-Gorguts), chiamato a sostituire il compianto Denis “Piggy” D’Amour, scomparso nel 2005. Mongrain, le cui impressionanti capacità sono già state testate e promosse nel corso degli ultimi, trionfali tour, si dimostra perfettamente a suo agio anche in sede di composizione, garantendo una necessaria continuità stilistica. L’oscuro ma ormai familiare universo fantascientifico dei Voivod, contemporaneamente strano e ironico, risplende in questi solchi con l’esplosiva potenza di una supernova, catapultandoci in una dimensione spazio/tempo di puro entusiasmo musicale. “Target Earth”: obiettivo centrato, missione compiuta! (www.outsidersmusica.it/recensione/Musica/voivod-target-earth)
Sono passati ormai tre decenni dalla nascita dei Voivod, ad inizio anni Ottanta… Eppure sembra ieri che, dopo un paio di album di caotico metal-punk-thrash per psicolabili violenti, questi metallari canadesi si inventavano un sound – e forse anche un genere che loro solamente praticano e suonano – davvero nuovo, originale e inimitabile: il techno-thrash! Ebbene, cari metallari e derivati, i Voivod ce l’hanno fatta. “Target Earth” suona come un omaggio incredibilmente fedele e filologico al songwriting e al sound del fu “Piggy” D’Amour, consegnandoci una band ispiratissima, in forma e soprattutto fedele alla propria natura. Il feeling generale ricorda da vicino lavori ormai leggendari della loro discografia, come “Dimension Hatröss” (1988) e “Nothingface” (1989) tra dissonanze, brani spigolosi, divagazioni deraglianti, animo prog e quel senso di pericolo imminente che da sempre rende speciali i migliori dischi dei Voivod (www.rockol.it/recensione-5112/Voivod-TARGET-EARTH).
Con “Target Earth” i Voivod non solo hanno centrato l’obiettivo, ma si sono spinti di nuovo oltre, mettendosi nuovamente in gioco e rileggendo il sound che essi stessi hanno creato. Ancora una volta, a trent’anni di distanza dal loro debutto, i Voivod sono tornati per ricordare al mondo intero la loro natura di extraterrestri, perché una band così non può che essere di un altro pianeta. Gli alieni esistono, eccome!
Non ci sono dubbi! Con “Target Earth” siamo di fronte alla più insperata e irreale delle resurrezioni: un disco stracarico di idee, non un filler che sia uno in quasi un’ora di musica. Lineare negli intenti, complesso nella struttura, “Target Earth” è l’album che ci si aspetta dai Voivod. Disco favoloso, senza se e senza ma! Già disco dell’anno, per quanto mi riguarda! (metalskunk.com/2013/02/19/doppia-recensione-voivod-target-earth-century-media).
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


sabato 6 aprile 2013

ANIMAL COLLECTIVE: sfondi coloratissimi e temperature torride in un calderone infuocatissimo a base di allucinogeni, peperoncino e spezie piccanti in gran quantità!


ANIMAL COLLECTIVE “Centipede Hz” (Domino, 2012) – www.radio.myanimalhome.net

Tracklist:
01. Moonjock (guarda/ascolta: http://youtu.be/K5mCI9Ik6_I)
02. Today's Supernatural (guarda/ascolta: http://youtu.be/QznD8KTXRi4)
03. Rosie Oh
04. Applesauce (guarda/ascolta: http://youtu.be/ln_Ag7vk5X4)
05. Wide Eyed
06. Father Time
07. New Town Burnout
08. Monkey Riches (guarda/ascolta: http://youtu.be/KZSes7RVZzE)
09. Mercury Man
09. Pulleys
10. Amanita

In un panorama sonoro in cui il loop e il plagio rappresentano la principale fonte di ispirazione per la maggior parte delle bands di qualunque estrazione culturale siano, il combo formato da Avey Tare, Panda Bear, Geologist ed il rientrato Deakin, costituisce indubbiamente una piacevolissima eccezione. Nati come progetto altamente underground della stralunata scena statunitense, gli Animal Collective si sono imposti a livello internazionale come punto di riferimento di un suono contemporaneo, ricco di suggestioni e soprattutto fuori dagli schemi. E proprio con “Centipede Hz”, pubblicato nello scorso autunno, il quartetto torna con un nuovo lavoro dopo ben 3 anni, dato che l’eccellente e celebratissima prova di “Merriweather Post Pavilion” usciva nel 2009. Il nuovo album segna la decima release sulla lunga distanza e, sebbene ricalchi gli stilemi ormai noti del gruppo, possiede una organica coesione interna che dona stabilità formale e sinergia musicale. Il disco si rivela infatti un concept album basato su segnali radio provenienti dal passato, trasmissioni ormai perse nello spazio siderale e musica originaria di un altro pianeta. Un immaginario assolutamente assimilabile al DNA degli Animal Collective, che hanno da sempre inteso le loro performances live e la loro attività in studio come strumento di destabilizzazione e ipnosi, appassionata vitalità e gusto per l’inaudito. “Centipede Hz” conferma la straordinaria esuberanza di un gruppo destinato a segnare un’epoca (Michele Casella – Rockerilla #385 / Sett. 2012).
Ma veniamo nello specifico: “Centipede Hz”, quarto album della “maturità” degli Animal Collective, che da “Feels” in poi hanno iniziato a prendere vera coscienza delle loro potenzialità e a rilasciare solo album di grande spessore, non è né un punto di arrivo della loro carriera, né tantomeno una ripartenza. È, molto semplicemente, una nuova fase e come tale dovrebbe essere presa… oppure lasciata! Ma perché lasciarla quando il suo frutto è il miglior disco degli ultimi 3 anni e, quindi, ora come ora, il miglior disco degli anni ’10? Non è una profezia, è solo una (personalissima, quindi da prendere come tale) lettura del presente musicale: un presente fatto di revivalismo e di cancellazione di confine tra l’indie e il mainstream. Gli Animal Collective SONO l’inventiva e somigliano solo a un’altra band: agli Animal Collective. E 12 anni di carriera non li dimostrano, tantomeno 9 album. 10 pezzi davvero uno meglio dell’altro. Identificare il migliore è un semplice fatto soggettivo. Quello che è evidente è solo una grande coerenza e la capacità di sfornare ancora un album-capolavoro (http://deerwaves.com/recensioni/album/animal-collective-centipede-hz).
Peyote come se piovesse. Come sempre, anzi più di sempre. Messico, Africa subsahariana, o comunque posti caldissimi. "Centipede Hz" è un calderone infuocatissimo, peperoncino e spezie piccanti in gran quantità. In mezzo ci sono gli Animal Collective che ti aspetti… Ma anche no! Pensi a "Merriweather Post Pavilion" e dici pop allo stato puro, come mai era stato per loro. Dove vada a parare questo nuovo disco è poco chiaro, forse pure a loro. Nel senso che non raccoglie affatto l'eredità del predecessore, casomai ne rielabora alcune intuizioni, (ri)portando però in gioco tutto ciò che l'universo della band di New York ha sempre rappresentato. Quindi: casino organizzato (?), sovrapposizioni, drum machine, coretti, scie spezzate. Immergendo il tutto in una trance che sa di Africa, di bonghi martellanti. Una specie di prog (dis)organizzato in salsa pop, ma c'è anche profumo di spazio e di spezie in ogni singolo pezzo. Un ritorno al free-folk, insomma, come già era stato per "Here Comes The Indian" e pure per il bellissimo "Sung Tongs". È un disco che viaggia a ritmi forsennati, forse come non mai nella loro carriera. Non c'è pausa di sorta e "Centipede Hz" emerge, nuovamente e dopo diversi anni nella loro carriera, non come un album di canzoni, ma come flusso, come magma feroce. È una schizofrenia degna dei migliori Flaming Lips. Suoni grumosi e impastatissimi vengono lanciati in ogni direzione. In fondo, al Collettivo non si chiedeva altro. La loro è la solita psichedelia che non muore mai, che vive degli spunti e di sfondi sempre coloratissimi (http://www.ondarock.it/recensioni/2012_animalcollective_centipedehz.htm).
Ascolta in streaming l’intero album con un video per ogni pezzo: http://radio.myanimalhome.net/
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


Si scrive ATOMS FOR PEACE… ma si legge Thom Yorke o Radiohead?… ma è “Amok” o “I am o.k.”?


RADI@zioni / Disco Hot N° 06:
ATOMS FOR PEACE “Amok” (2013)
… Apprezzato e super salutato con entusiasmo da tutti i critici musicali è da pochissimo tempo in circolazione il nuovo disco di Thom Yorke, leader e cantante dei Radiohead, anche se sopra la copertina di “Amok” si legge che il nome della band è Atoms For Peace. Gli Atoms For Peace nascono in realtà nel 2009 come super gruppo. Oltre a Thom Yorke ne fanno parte Flea dei Red Hot Chili Peppers al basso, Nigel Godrich (storico produttore della band di Oxford, nonché regista e videoartista) all’elettronica, il brasiliano Mauro Refosco alle percussioni e Joey Waronker, già turnista nei REM, alla batteria. Un’elite di musicisti insomma, e tutti al servizio di Mister Yorke.
… “Amok” è un lavoro che vive di chiaro-scuri, espone un’elettronica minimale e frastagliata, sintesi di instant-wave, etno, soul e spasmi funky. Il risultato, va detto, non procura molte sorprese, ma al di là delle inevitabili soggettive valutazioni, presenta quei tipici umori che il suo autore ha già ampiamente sviscerato con la band madre… al punto che oggi rischia, come minimo, di suonare monotono o, peggio, retorico. Non ci è dato sapere se l’avventura Atoms For Peace avrà un seguito. Per accertarcene consigliamo di non perdere i loro live e pertanto segnaliamo le due date italiane previste a Roma e a Milano rispettivamente il 16 e 17 luglio prossimi.
(Carmine Tateo)
Tracce consigliate:
BEFORE YOUR VERY EYES (ascolta&guarda: http://youtu.be/1ACcIUSyxQk)
DEFAULT (ascolta&guarda: http://youtu.be/o90VsOopAws)
AMOK (ascolta&guarda: http://youtu.be/TCts6YVSX-c)


NEW ORDER: un più che dignitoso canto delle… sirene… Ma non chiamateli "scarti"!


RADI@zioni / Disco Hot N° 05:
NEW ORDER “Lost Sirens” (2013)
… A lungo rimandato e posticipato per diversi anni, a causa delle più o meno note dispute legali tra Peter Hook (bassista) e Bernard Sumner (cantante-chitarrista), ha finalmente visto la luce poco più di due mesi fa “Lost Sirens”, l’album ormai postumo dei New Order contenente materiale risalente alle sessions di “Waiting For The Sirens” del 2005. “Lost Sirens” contiene 8 canzoni per poco meno di 40 minuti di musica… praticamente il testamento dei New Order.
… Molte chitarre e del pop leggero… ottima musica e belle melodie… nulla di troppo originale, tutto sommato… si sente che sono delle out-takes. “Lost Sirens” rappresenta un più che dignitoso canto del cigno per i New Order… ma guai a definirlo “scarto”. È un vero peccato averli persi.
(Carmine Tateo)
Tracce consigliate:
I’LL STAY WITH YOU (guarda&ascolta: http://youtu.be/qAMNZMCTkZ0)
SUGARCANE (guarda&ascolta: http://youtu.be/4nM4o5-g_z8)
SHAKE IT UP (guarda&ascolta: http://youtu.be/bGm0hGlQIeg)


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