THRICE “Beggars” (Vagrant, 2009)
www.myspace.com/thrice
Tracklist:
All The World Is Mad
The Weight
Circles
Doublespeak
In Exile
At The Last
Wood And Wire
Talking Through Glass
The Great Exchange
Beggars
Così come, alle volte, ci si trova in imbarazzo nel cercare le parole che descrivano appieno le delusioni per un album scarso, ci si può trovare, in altre circostanze, nella medesima difficoltà quando si cercano le giuste parole per definire adeguatamente un album come “Beggars”. Complesso. È questo il primo aggettivo che mi viene in mente per definire il settimo album da studio dei Thrice, band proveniente dalle fredde terre del Maine, nel nordest degli Stati Uniti. Andando a spulciare qua e là nei trascorsi del gruppo, appare subito chiaro che la direzione intrapresa da “Beggars” ha poco a che vedere con quanto prodotto finora dagli stessi: siamo infatti di fronte a un disco maturo ed intimo, che plasma a proprio piacimento un rock moderno ed accattivante. Con la loro ultima fatica, i Thrice dimostrano una credibilità solida come la loro umiltà ed il loro impegno.
Un digipack essenziale ed un booklet che affianca, a ciascuna lirica, delle foto in bianco e nero davvero significative: si presenta così “Beggars” alla vista di chi vi si avvicina. L’album si apre con un pezzo eccezionale, “All The World Is Mad”, testimonianza evidente della miscela tra vecchio e nuovo che la band ama proporre: un basso ipnotico, chitarre taglienti e la voce distorta e avvolgente di Dustin Kensrue rendono il brano un classico, e non solo nel loro repertorio. (www.metal.it, www.troublezine.it)
Gli album dei Thrice non rientrano però nella categoria di quelli che colpiscono fin dal primo ascolto. Sicuramente stuzzicano l’interesse dell’ascoltatore, ma lo coinvolgono lentamente, mostrando il proprio potenziale in maniera graduale, con caratteristiche che necessitano di particolare attenzione per poter essere apprezzate fino in fondo. E neppure “Beggars” sfugge a questa tendenza. Il quartetto, dopo essersi cimentato, nel recente passato, con differenti stili musicali, vuol però ora arrivare all’ascoltatore nella maniera più naturale e sincera possibile. Musicalmente parlando si ha a che fare con un sound viscerale e tormentato, con atmosfere più cupe alle quali Dustin Kensrue dà voce in maniera sofferta e malinconica, mettendo in risalto una qualità ma, soprattutto, una sensibilità vocale fuori dal comune. (www.groovebox.it)
In otto anni di carriera, reinventando letteralmente il post hardcore, i Thrice, hanno attraversato diverse forme d’espressione – dalle atmosfere oscure e viscerali alla pura sperimentazione, senza il timore di confrontarsi con qualsiasi tipo di suono – con una modestia e una personalità talmente grandi da guadagnarsi il massimo rispetto all’interno della scena alternativa mondiale. Una band da seguire con attenzione e che dovrebbe essere da esempio per tutti coloro che volessero cimentarsi con questo genere, perchè non bastano solo produzioni spettacolari e artwork accattivanti, ma ci vogliono anche fantasia ed alchimia per distinguersi dalla massa. Qualità che i Thrice hanno da vendere! (www.soundmagazine.it)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
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