sabato 28 settembre 2013

ANVIL: “Hope In Hell” è il nuovo album della heavy metal band canadese tornata prepotentemente in auge!


ANVIL “Hope In Hell” (SPV / Audioglobe, 2013) – www.anvilmetal.com

Tracklist:
01. Hope In Hell
02. Eat Your Words
03. Through With You
04. The Fight Is Never Won
05. Pay The Toll
06. Flying
07. Call Of Duty
08. Badass Rock n Roll
09. Time Shows No Mercy
10. Mankind Machine
11. Shut The Fuck Up
12. Hard Wired (ltd. edition bonus track)
13. Fire At Will (ltd. edition bonus track)

 Anvil è una delle band veterane della scena heavy metal canadese ed autrice di capolavori quali “Hard & Heavy”, “Metal On Metal” e “Forged In Fire”. “Hope In Hell” è il quindicesimo della discografia del trio, prodotto da Bob Marlette (già dietro la consolle per Ozzy Osbourne e Alice Cooper) negli studi di proprietà dell’ex Nirvana e attualmente leader dei Foo Fighters Dave Grohl a Los Angeles. “Hope In Hell” è esattamente quello che i fans vogliono dagli Anvil: puro heavy metal al 100% realizzato con la potenza e l’entusiasmo di una band all’esordio! L’ormai tradizionale copertina con l’incudine presenta il nuovo lavoro di una delle band porta-bandiera dell’heavy metal classico, quello veramente inossidabile! (http://www.audioglobe.it/disk.php?code=886922652523). 
A poco meno di due anni di distanza dal pur valido “Juggernaut Of Justice”, gli inossidabili Anvil ritornano in pista con “Hope In Hell”: un album prevedibilmente privo di particolari sorprese, ma egualmente in grado di soddisfare l’appetito dei fans più oltranzisti che si nutrono di pane e metal classico. L’unica novità da segnalare riguarda il divorzio dal bassista Glenn Five dopo ben sedici anni di militanza, separazione accompagnata anche in questo caso dalle consuete polemiche sfociate in risentimenti reciproci. Il nuovo entrato Sal Italiano si mette così a disposizione nel supportare le veementi scudisciate di Robb Reiner ed i poderosi power chord eruttati dalla chitarra velenosa di Lips (http://metalitalia.com/album/anvil-hope-in-hell/).
Fino all’uscita del pluridecorato, a ragione, film-documentario “The Story of Anvil”, del quale esiste anche un succoso libro, il gruppo di Steve “Lips” Kudlow e Robb Reiner vive, di fatto, nei soli cuori dei nostalgici tanto da arrivare addirittura a spedire i nuovi lavori su cd solo a chi ne faccia richiesta. In pratica si paga direttamente la band in un clima di autoproduzione d’antan senza peraltro aspettarsi nulla di eclatante dall’ennesimo album dei canadesi ma in fondo in fondo solo per supportare la loro effettiva sopravvivenza. Poi arriva un tizio chiamato Sacha Gervasi, vecchio ultras degli Anvil nel suo periodo adolescenziale, approdato, in una fase della sua vita da uomo a una discreta carriera in ambito cinematografico, e si inventa di fare un film proprio su di Loro, ossia fra i musicisti più sfortunati della storia del metal – sia ben chiaro, sfigati solamente in termini di carriera mancata, non di certo dal punto di vista musicale e artistico – … e “Bang!”. Da quel momento la storia del gruppo cambia, per sempre! (http://www.truemetal.it/cont/articolo/hope-in-hell/63323/1.html).
Non credo di esagerare se dico che pochi gruppi, nella storia del rock, hanno mostrato una dedizione più intensa, accompagnata da una sfortuna altrettanto intensa, degli Anvil: formatisi in Canada nell’ormai lontano 1979, questi grintosi musicisti hanno dato alle stampe alcuni lavori unanimemente riconosciuti fra i più importanti dell’hard ‘n’ heavy nordamericano, ma, per un motivo o per l’altro, non sono mai riusciti a sfondare completamente, nonostante un’influenza sul mondo della musica pesante molto superiore rispetto a quanto farebbero pensare le effettive vendite dei loro album. Non è questa la sede per ricordare tutte le numerosissime vicissitudini occorse agli inossidabili Lips e Reiner. Vi basti sapere che alla fine i nostri sono riusciti a tornare sulle scene, riuscendo, fra le altre cose, ad ottenere finalmente anche un po’ dell’attenzione che avrebbero sicuramente meritato negli anni passati (http://www.metallized.it/recensione.php?id=8924).
“Hope In Hell” è quindi un altro grande esercizio di heavy metal classico, potente come una ventata di aria mossa sul vostro viso da un treno lanciato in corsa in una stazione dove non si effettuano fermate. Sanguigno e adrenalinico, roccioso e prestante, l'album finirà sicuramente nelle mani dei veri amanti del metal come Dio comanda, i quali verranno ripagati dei soldi spesi con 11 brani (13 se riuscite a beccare la limited edition cartonata) che difficilmente lasceranno in breve tempo i loro già martoriati timpani (http://www.rock-metal-essence.com/2013/05/anvil-hope-in-hell-recensione.html).
Non conoscete gli Anvil e volete capire perché hanno un posto così speciale nel cuore dei fans dell’heavy metal più puro? Bene, ascoltate “Hope in Hell” da questo link: www.dailymotion.com/video/x106q5g_anvil-hope-in-hell-full-album_music#.UkMKFUoETwY.facebook e avrete la risposta! (http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=anvil_hope_in_hell_2013).
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


ARCTIC MONKEYS - In “A M” c’è praticamente tutto: un disco maturo, completo ed essenziale!


RADI@zioni / Disco Hot N° 16:
ARCTIC MONKEYS “A M” (2013)
… Occorre rendergliene atto! Gli ARCTIC MONKEYS sono una band che continua a rinnovarsi ad ogni nuova uscita discografica e sono anche la band più chiacchierata del momento. E come con i dischi precedenti anche questa volta sono balzati velocemente in testa alla classifiche inglesi degli album vendendo qualcosa come 157 mila copie in pochi giorni, diventando così il 2° disco più venduto dell’anno dietro a “Random Access Memories” dei Daft Punk.
 “A M” è un’opera che racchiude in se ogni sorta di influenza musicale possibile al giorno d’oggi e, qualora qualcuno nutrisse ancora dei dubbi, sottolinea quanto le distanze dal primo album si siano allungate. In “A M” c’è praticamente tutto: un disco maturo, completo ed essenziale, suoni più cupi (anche se sanno di già sentito) e, per certi versi, anche “più americani” consentendo loro di intrufolarsi anche in territorio “stoner-rock”… e qui dovrebbero ringraziare, e non poco, Mr. Josh Homme dei Queens Of The Stone Age che ha attivamente collaborato con le scimmie artiche inglesi per la realizzazione di “A M”.
(Carmine Tateo)

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