domenica 26 febbraio 2012

MAGAZINE "No Thyself": Colpo di coda in grande stile?

MAGAZINE “No Thyself” (Wire-Sound, 2011) - www.wire-sound.com/artists/magazine

Tracklist:
1. Do The Meaning (VIDEO)
2. Other Thematic Material (VIDEO)
3. The Worst Of Progress…
4. Hello Mister Curtis (With Apologies) (VIDEO)
5. Physics (VIDEO)
6. Happening In English
7. Holy Dotage (VIDEO)
8. Of Course Howard (1979)
9. Final Analysis Waltz
10. The Burden Of A Song

In atmosfera da “retromania” galoppante, tra un ostinato “new wave U.K. revival” e bands ultra-stagionate che si riuniscono (come gli Ultravox) ed annunciano nuovi album in preparazione, anche il carissimo Howard Devoto ha pensato bene di far rivivere la gloriosa sigla Magazine, una di quelle bands che diedero davvero senso ad etichette abusate come post punk e new wave, incidendo tra il 1978 e il 1981 un poker di lavori innovativi e progressivi, che risplendono ancor oggi di luce abbagliante. A 30 anni esatti dall'ultimo lavoro in studio "Magic, Murder and Weather" (1981) i Magazine sono di nuovo tra noi. “No Thyself” ha nerbo e carattere, soprattutto a livello compositivo; chi conosce ed ha amato i loro lavori fine anni ’70 inevitabilmente riconoscerà emulate molte delle geniali intuizioni in essi contenute: le tipiche incalzanti progressioni chitarristico-tastieristiche, dinamici sviluppi tematici mai scontati, oltre all’inconfondibile incedere vocale, decadente e carismatico di Mr.Howard Devoto. Non abbandonano tuttavia velleità sperimentali questi Magazine del 2011: la fiera dignità compositiva e le insidiose tessiture armoniche sanno accendere anche nell’ascoltatore più prevenuto entusiasmi che si supponeva spenti per sempre. Un fatale ed isolato colpo di coda “No Thyself”? Quale che sia il futuro dei Magazine il regalo di questi nuovi esaltanti dieci brani rimane immenso. (distorsioni-it.blogspot.com)
Della serie “a volte ritornano” e per di più in grande stile, ultimi nelle annate delle reunion arrivano, quindi, i Magazine di Howard Devoto, band leggendaria e di culto nella Manchester ottantiana, derivata da quei Buzzcocks nati proprio grazie a Mr. Devoto e dai suoi pur brevi trascorsi con la seminale formazione punk britannica. Ed è un piacere riscoprire la band in perfetta forma, caustica e ironica come sempre. Forse si tratta solo di un colpo di coda in grande stile, o qualcuno potrà vederlo esclusivamente come un citazionismo retrospettivo gratuito, sta di fatto che "No Thyself" regala momenti di puro piacere musicale. Si tratta di un album solido, ben costruito, che non lascia spazi vuoti e con un songwriting eccellente. Tuttavia dà quasi l’impressione di essere davvero un canto del cigno, un’operazione irripetibile e senza ritorno, né futuro. Nonostante questo diletterà chiunque adori i suoni post-punk, new wave originali o è alla ricerca di un ottimo album di musica alternativa fuori dal comune. (http://www.roarmagazine.it/recensioni/musica-imbecille-per-gente-altrettanto/recensioni-album/495-magazine-qno-thyselfq-colpo-di-coda-in-grande-stile.html)
Per un destino cinico e baro Howard Devoto non è ricordato come un grande della scena Brit ma solo come una figura di culto. Le storie del rock in qualche modo lo risarciscono: leader dei Buzzcocks, fu tra i pionieri del punk e con i Magazine combattè con onore sul fronte della new wave. Lui comunque non ha mai avuto problemi. Con nobile sprezzatura si è sempre tenuto lontano dai giudizi del prossimo, riconoscendosi come un principe, uno “special one”; capace di staccare all’apice del successo, di sparire per diversi anni e di rimodellare la sua creatura così, con nonchalance, come se fossero passati pochi mesi e non trent’anni. “No Thyself”, in effetti, è il primo album dai tempi lontanissimi di “Magic, Murder & The Weather”, quando Chris Martin, per capirci, andava all’asilo e gli Arctic Monkeys erano ancora sulle ginocchia di Giove. È passata una vita ma il principe non ha perso il tocco. Con lui ci sono due dei suoi compagni originali (John Doyle e Dave Formula), un amico incontrato per strada (Noko) e un ingaggiato dell’ultima ora (Stan White). Il suo è sempre un rock intelligente, nervoso, fuori dagli schemi, cui il tempo ha solo regalato qualche ombra e un passo grigio oscuro. Anche i testi hanno sempre evitato il banale, e le adulte meditazioni del nuovo repertorio lo confermano: maliziose considerazioni su sesso e vita come in “Other Thematic Material” o il felice delirio tra ironia e provocazione di “Hello Mr. Curtis”, dove Devoto confessa la sua decisione di “morire come un re, come Elvis, su qualche cesso dimenticato da Dio”. L’immagine di copertina rende bene il gusto “surreal dark” del nostro uomo e del suo commando derivata da una litografia di un dimenticato pittore di fine ’800, Odilon Redon, nella cui testa si agitavano inquietanti fantasmini come quelli che piacciono tanto a Devoto: un testone che somiglia a un sudicio ciclope che sorride nato da “un nuovo tipo di fantasia”, giusto come quella dei Magazine, “figlia di malattia e delirio”. (http://www.myword.it/rock/reviews/5435)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


giovedì 16 febbraio 2012

MARK LANEGAN: Abbiamo tutti un blues da piangere!

MARK LANEGAN BAND “Blues Funeral” (4AD, 2012) – www.marklanegan.com

1. The Gravedigger’s Song (VIDEO)
2. Bleeding Muddy Water
3. Gray Goes Black
4. St Louis Elegy (VIDEO)
5. Riot In My House
6. Ode To Sad Disco (VIDEO)
7. Phantasmagoria Blues
8. Quiver Syndrome
9. Harborview Hospital
10. Leviathan
11. Deep Black Vanishing Train
12. Tiny Grain Of Truth

La strada verso gli inferi è lastricata di riflessioni ad alto tasso alcolico, file di bicchieri vuoti, lacrime versate, fango vischioso come sabbie mobili, ferite da leccare, inverni desolanti, demoni tentatori e ancora battaglie, cedimenti, imperfezioni. Benvenuti nel cupo e livido universo di Mark Lanegan, indefesso traghettatore di anime perse e tormentate, e distinto officiante del funerale del blues. La “musica del diavolo”, tuttavia, più che spegnersi tristemente, subisce una, cento, mille reincarnazioni. “Blues Funeral”, il disco che arriva otto anni dopo “Bubblegum”e infiniti progetti di collaborazione (e che riunisce amici “speciali”, da Josh Homme a Greg Dulli e Jack Irons), è uno spettacolare calderone di sperimentazioni e contaminazioni, mai troppo azzardate eppure in grado di indicare direzioni diverse. (freequency.it)
“Blues Funeral” mantiene le promesse contenute nel titolo mettendo in scena un disco attraversato in lungo e in largo da autostrade di suoni moderni e inaspettati fiumi di elettronica. Il funerale del blues viene celebrato subito, all’inizio del viaggio: il becchino ha infatti la sua canzone! “The Gravedigger’s Song” è il manifesto del nuovo corso di Lanegan; un brano intenso, una cavalcata dal ritmo sostenuto tra le ombre della notte, sospinta da un vento elettronico e da chitarre rugginose. Segue il blues nero e seducente della lenta ed emozionante ”Bleeding Muddy Water”, mentre la dolce ballata notturna “Phantasmagoria Blues” vale da sola l'acquisto dell'album. Non mancano poi le sorprese come i suoni quasi post-punk della sognante “Harborview Hospital”, anch’essa adagiata morbidamente su un prezioso tappeto di tastiere e ricami elettronici o i sinuosi ritmi dance di ”Ode to Sad Disco”. (it.paperblog.com)
Epurato nella forma dall'influenza delle “canzoni dei campi”, ne conserva e ne amplifica la sostanza, seguendo un percorso più compatto rispetto a “Bubblegum” e al tempo stesso più ricco di sfumature, estremamente vivido e vivo. Pezzi dalla disarmante carica energetica si alternano a canzoni struggenti e mai scontate; la sensazione è quella di perdersi ed affondare in un elemento primordiale, liquido amniotico dell'anima, radice di ogni felicità, di ogni disagio. La voce – quella voce – che ti spoglia e ti costringe a prestare attenzione all'odore degli umori e di sudore lievemente acre. Che distilla lo spirito come fosse il migliore dei whiskey invecchiati. Invecchiato di sette anni, Lanegan non si smentisce, regalandoci un album che è insieme meraviglioso, vizioso, e alchemico. (stordisco.blogspot.com)
(Rino De Cesare)


“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


RADI@zioni NRG 2012 / Disco Hot N° 4: THEE OH SEES “Carrion Crawler / The Dream” (2011)

Il 2011 si è rivelato una grande annata per i cultori delle propaggini più frastagliate e spigolose del revival psichedelico. Diventati ora più che mai un gruppo di punta per la loro casa discografica (la “In The Red Records” per intenderci, la stessa della Blues Explosion di Jon Spencer) Thee Oh Sees hanno sfornato, con questo, il loro quinto disco dal 2009 ad oggi, e a soli sei mesi dal precedente “Castlemania”. Inizialmente doveva essere messo in commercio sotto forma di due distinti E.P. da cinque brani ciascuno… ma alla fine è uscito come un unico album riunendo semplicemente i due titoli: “Carrion Crawler” e “The Dream”.
Registrato in presa diretta, il disco suona sanguigno e crudo, con una tensione ritmica notevole, scorribande “kraut” al contempo lisergiche e muscolari… insomma i Thee Oh Sees mostrano il loro lato più selvaggio.
Un disco ribollente e altamente esplosivo. Da maneggiare con cautela!
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
Carrion Crawler (video)
The Dream (video)
Wrong Idea (video)


venerdì 10 febbraio 2012

NADA SURF: melodia ed elettricità, indifferenti alle mode e senza risentire dei tempi che cambiano!

NADA SURF “The Stars Are Indifferent To Astronomy” (Barsuk, 2012) - www.nadasurf.com


Tracklist:
1. Dear eye clouded mind (VIDEO)
2. Waiting for something (VIDEO)

3. When I was young
4. Jules and jim
5. The moon is calling
6. Teenage dreams (VIDEO)
7. Looking through
8. Let the fight do the fighting (VIDEO)
9. No snow on the mountain (VIDEO)
10. The future



Tra intere scene che nascono e si sgretolano nel giro di pochi mesi, se non di settimane, musicisti ventenni che hanno già in curriculum dischi shoegaze, svolte sintetiche e concept-album di ambient-folk, è bello sapere che esistono ancora bands come Nada Surf. Dopo un periodo interlocutorio piuttosto lungo, Matthew Caws e soci tornano con un album preannunciato, con poca scaramanzia, come un tentativo di rinfrescare l'energia un po' affievolita della band. Ma, tranquilli, "The Stars Are Indifferent To Astronomy" è in tutto e per tutto un album alla Nada Surf, pieno di chitarre e di accordi che assecondano la naturale indole ingenua e sensibile di Caws. Così, se pure l'ispirazione e quindi il tiro non sono più tali da inventare nuovi inni generazionali, "The Stars Are Indifferent To Astronomy" non cede mai di un passo, anzi mostra un tessuto chitarristico smagliante, anche se un po’ privo dei grandi riff di sempre o delle belle interazioni di acustica ed elettrica che sono il succo delle canzoni dei Nada Surf. (http://www.ondarock.it/recensioni/2012_nadasurf.htm)
L'ennesima conferma delle qualità dei Nada Surf: un disco in cui sono dosate sapientemente una ritrovata veste rumorosa e la delicatezza melodica che già li contraddistingueva. L'inizio è dei migliori, con alcune tracce che non sbagliano un colpo: "Clear Eye Clouded Mind", rabbiosa titletrack (nel ritornello è infatti ripetuto il titolo del disco) tra le cose migliori in scaletta, e "Waiting For Something", più malinconica e dolce, sono due singoli che riassumono al meglio il perfetto dosaggio di energia e adrenalina ricercato dal gruppo. Se mai fosse stato necessario, "The Stars Are Indifferent To Astronomy" conferma la duttilità e la maestria di una band, forte di una compattezza e qualità media per traccia, esemplare. Volendo trovare un difetto, manca forse quel singolo dalla forza straordinaria, destinato a diventare subito un instant classic, che in genere non mancava nei lavori precedenti. Ma a parte questa pecca, l'ultimo viraggio sonoro del gruppo si può dire essere riuscito perfettamente. (http://www.iyezine.com/recensioni/1597-nada-surf-the-stars-are-indifferent-to-astronomy.htm)
La suggestione del titolo è davvero bella e, per strano che possa sembrare, descrive bene la musica dei Nada Surf perché, come stelle e pianeti, loro sono lontanissimi da ambizioni cosmologiche e se ne fregano di mode e teorie. Sono in giro dagli anni '90, hanno avuto un briciolo di notorietà in quel periodo con un singolo e poi sono tornati in quel limbo in cui vivono molte bands. Un limbo popolato da appassionati che pensano che Nada Surf siano tra i migliori autori di canzoni pop-rock che possiate trovare in circolazione: chitarre, grandi melodie, armonie. Un genere démodé, sempre uguale a se stesso che loro frequentano con maestria da anni, anche loro sempre uguali a se stessi. Poco cambia che la formazione sia stata allargata a comprendere (ma solo in studio) Doug Gillard dei Guided By Voices e Martin Wenk dei Calexico e che in regia ci sia un nuovo produttore. È un disco fuori dal tempo, eppure, vi potrà regalare qualche decina di minuti di sommo piacere musicale perché nel suo genere è un piccolo capolavoro. Assolutamente minore, se volete, ma va bene così. Se poi vi dovesse piacere il genere, andate a recuperare anche l'album di cover di un paio di anni fa, "If I Had A Hi-Fi" (che contiene una spettacolare versione di "Enjoy the silence" dei Depeche Mode, trasformata in una canzone chitarristica d'altri tempi) oppure "Let go" (l’album del 2002) con "Blonde on blonde", struggente e nostalgica ballata elettrica dedicata al disco di Bob Dylan. (http://www.rockol.it/recensione-4797/Nada-Surf-THE-STARS-ARE-INDIFFERENT...)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


RADI@zioni NRG 2012 / Disco Hot N° 3: THIEVERY CORPORATION “Culture of Fear” (2011)

Nati nel 1994, figli di un suono contaminato, hanno avuto da sempre il merito di suonare una “chill” di qualità, sdoganando definitivamente un genere fino ad allora considerato di secondo piano come la “lounge music”.
Con “Culture of Fear” il duo allarga ulteriormente i propri orizzonti, emulando la prova del precedente disco e mostrando ancora una volta la personale visione del “chill out”.
La band è da sempre riconosciuta come un duo di electronic soft ma non disdegna accenni dub, reggae e acid jazz.
Nonostante continuino a giocare con un mix di generi senza creare nulla di nuovo, Thievery Corporation sono stati in grado di produrre un disco che funziona e intrattiene piacevolmente l’ascoltatore.
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
WEB OF DECEPTION (video)
CULTURE OF FEAR (video)
OVERSTAND (video)

giovedì 2 febbraio 2012

STEVEN WILSON - Sperimentazione e tradizione: ecco cosa dovrebbe essere il Prog oggi!

STEVEN WILSON “Grace For Drowning” (Kscope, 2011) - www.swhq.co.uk

Tracklist:
Disc 1: Deform to Form a Star
1. Grace for Drowning
2. Sectarian
3. Deform to Form a Star (VIDEO)
4. No Part of Me
5. Postcard
6. Raider Prelude
7.
Remainder the Black Dog (VIDEO)
Disc 2: Like Dust I Have Cleared from My Eye
1. Belle de Jour
2. Index (VIDEO)
3. Track One
4. Raider II
5.
Like Dust I Have Cleared from My Eye


Pubblicato in una varietà di edizioni (che vanno dal semplice doppio cd, al corpulento libro con tre cd, blue-ray e un raffinato libro fotografico di 120 pagine), il secondo album di Steven Wilson è una delle opere più imponenti del 2011. L'eclettismo di "Insurgentes", il primo capitolo solo del nostro, non viene accantonato in "Grace For Drowning", ma è evidente una maggiore coesione degli elementi sonori. La febbre jazz di kingcrimsoniana memoria è il colore più evidente nel nuovo multi-cromatico sound di Steven Wilson, ma non c'è traccia della speculazione ibrida e confusa dei nuovi attori del progressive-jazz, né la fragilità del Canterbury-sound. Il vigore del metal viene solo ideologicamente accantonato, la sua energia non si manifesta più con roboanti corpi chitarristici, ma è usata per tonificare toni e timbri degli elementi sonori: il risultato è una piccola-grande orchestra che verifica la sua consistenza in complesse trame sperimentali per poi librarsi in un nuovo racconto epico che restaura emozioni e paure di un’era stilistica lontana. Resta evidente che l'amicizia e la stima di Robert Fripp nonché il coinvolgimento nelle ristrutturazioni sonore degli album dei King Crimson e dei Jethro Tull ha accelerato il percorso vintage che si concretizza nell'album più classic-rock della sua carriera. (www.ondarock.it)
A differenza di “Insurgentes”, dove la musica aveva connotazione prettamente elettrica e trasmetteva ansia tramite il particolare utilizzo dell’elettronica e di suoni drone (qui ne abbiamo reminiscenze su “Sectarian”), “Grace For Drowning” è più malleabile, spesso acustico e sono gli strumenti a fiato o classici a venire utilizzati in maniera insolita e avanguardista; seguendo questa strada, “Deform To Form A Star” non risulta così lontana dalla band madre anzi diremmo che, a parte tutti i preamboli e le eccezioni del caso, questo lavoro ci sembra particolarmente vicino agli ultimi Porcupine Tree. Il suo essere jazzy e progressivo (nel vero senso del termine) permette comunque a molte tracce di questo lavoro di essere moderne in molti momenti, (“Postcard”, “Remainder The Black Dog”) e ospiti di rilievo come Jordan Rudess, il bravissimo Nic France alla batteria, Tony Levin e Steve Hackett danno chiaramente quel qualcosa in più che comunque al musicista di Hemel Hempstead non necessita dato che per l’ennesima volta sciorina un talento a tutto tondo, davvero inavvicinabile. (www.metallus.it)
(Rino De Cesare)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


DISCLAIMER

1) Questo blog, a carattere puramente amatoriale, non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità, in base alla disponibilità del materiale inviatomi e/o auto-fornito.

2) Questo blog non ha richiesto contributi pubblici e non ha fini di lucro. Pertanto, non può essere considerato, in alcun modo, un prodotto editoriale
ai sensi della legge 07.03.2001, n. 62.
Ad oggi questo blog non presenta alcuna sponsorizzazione o affiliazione pubblicitaria, dunque al momento è da ritenersi un’opera totalmente no profit.

3)Copyright:
Alcune delle immagini contenute in questo blog sono prese in buona fede dal web. Se tuttavia dovessero sorgere dei problemi di carattere "autorizzativo" è sufficiente comunicarlo e tali immagini saranno rimosse.
E’ permesso citare parti tratte dal blog esclusivamente a condizione che si riporti un link con scritto:
Tratto da: www.camillofasulo.blogspot.com (con link attivo, cioè cliccabile alla pagina/foto).
Se contenuti o immagini violano diritti di terze parti saranno immediatamente rimossi dopo segnalazione.
Tutti i contenuti sono originali, salvo i casi in cui è espressamente indicata altra fonte.

4) Responsabilità:

Data la natura esclusivamente amatoriale del sito, non vi è alcuna forma di garanzia sull’esattezza e la completezza delle informazioni riportate, tuttavia si cercherà sempre di verificare i fatti riportati e si resta a completa disposizione per correzioni e rettifiche.

Potrà essere richiesta la rimozione totale o parziale del materiale ritenuto inappropriato e/o una eventuale rettifica inviando una e-mail a cfasulo@libero.it oppure a radiazioni@ciccioriccio.it.

Tutto il materiale presente nel blog (testi e immagini) è pubblicato a solo scopo divulgativo, senza fini di lucro (lo conferma la mancanza di link-pubblicità commerciale).

5) Queste condizioni sono soggette a modifica, senza alcuna forma ben definita di preavviso, vi invitiamo dunque a verificarne i contenuti con una certa frequenza.