sabato 15 dicembre 2012

TAME IMPALA: dall'Australia, una band in ottima forma e in piena fase creativa

TAME IMPALA “Lonerism” (Modular / Audioglobe, 2012) – www.tameimpala.com

Tracklist:
01. Be above it (ascolta: http://youtu.be/49_f4lWOeFE)
02.
Endors toi (ascolta: http://youtu.be/y9fClMYLXdw)
03. Apocalypse dream (ascolta: http://youtu.be/KQH2Kq1QXaI)
04. Mind mischief (ascolta: http://youtu.be/m-APMhAkGys)
05. Music to walk home by
06. Why won't they talk to me?
07. Feels like we only go backwards (ascolta: http://youtu.be/wycjnCCgUes)
08. Keep on lying
09. Elephant (ascolta: http://youtu.be/LnKUD_OztRE)
10. She just won't believe me
11. Nothing that has happened so far has been anything we could control
12.
Sun's coming up

Dopo la rivelazione di “Innerspeaker”, che nel 2010 fece fare ai Tame Impala un balzo in avanti non da poco, ecco che a due anni di distanza, dopo un'attesa a tratti spasmodica, anticipata dal singolone “Elephant”, Kevin Parker e soci provano a fare l'ennesimo colpaccio con il nuovo “Lonerism”. Siamo sempre in casa Modular, siamo sempre sulle frequenze sessantiane à la Cream, come siamo sempre dalle parti di un guitar-pop psichedelico, espanso e fuzzoso. Prodotto da un grande dell'ambiente, quel David Fridmann legato ai nomi di Flaming Lips e Mercury Rev, “Lonerism” non cambia molto, in termini di sound, rispetto al precedente lavoro, né metterà alla prova gli affezionati con novità e stravolgimenti vari. Nonostante i riferimenti siano i soliti (dei Beatles in fase acida che duellano con i Cream – ascoltate a proposito “Mind Mischief”), l'attualità della proposta è garantita dalla freschezza pop con cui gli australiani affrontano la loro inesauribile verve psichedelica. Insomma, la parola chiave è contemporaneità.
Un lavoro che mette ottimismo e che lascia ben sperare sul futuro di una band che pare in ottima forma e in piena fase creativa. I Tame Impala non sono per niente fermi, si potrebbe dire piuttosto che stiano cercando di esaurire il potenziale liberato con lo scorso “Innerspeaker”, riuscendo, in alcuni casi, ad andare perfino oltre e in altri a mantenersi di poco sotto la precedente proposta. Non so voi, ma io continuo a tifare Tame Impala. (http://www.storiadellamusica.it/classic_rock-psichedelia-wave/psychedelic_rock/tame_impala-lonerism(modular-2012).html)
“Innerspeaker” era traducibile con “introspezione”, “guardarsi dentro”. “Lonerism” è invece un chiaro riferimento alla solitudine. Kevin Parker ha messo in piedi questo progetto per parlare di come si sente, di quello che vive e di come lo vive. Praticamente è una terapia ed è particolarmente interessante notare che il linguaggio scelto per farlo sia quello della psichedelia, probabilmente il genere più indicato per guidare l’esplorazione del “sé” interiore. Un’esplorazione colorata, lisergica, a tratti acida, scaturita dall’amore per band come i Cream e Jefferson Airplane, ma soprattutto dall’idolatria (assolutamente comprensibile, per non dire condivisibile) nei confronti dei Beatles più colorati: bastano quarantasei secondi di “Be above it” per rendersene pienamente conto. Tutto qui! Sui Tame Impala, dal punto di vista sonoro, c’è poco da aggiungere rispetto a quanto già detto in passato. “Lonerism” è semplicemente più grande, più maturo e più corposo. E, per quanto sempre estremamente derivativo, rappresenta la quintessenza del gruppo stesso. Questa volta “il viaggio” ha portato Parker a mettere insieme 12 ottime tracce che si fanno apprezzare per brillantezza, coesione e inventiva. Ascoltare “Lonerism” dall’inizio alla fine è quindi il modo migliore per poterlo apprezzare fino in fondo. Servono una cinquantina di minuti abbondanti, d'accordo, ma anche il tempo, dopo un po’, diventa una questione davvero relativa. È noto, infatti, che la bellezza di questo genere di musica risiede proprio nella capacità di farti perdere i sensi, spalancando contemporaneamente le porte della percezione. Questo era, e questo è! (http://www.rockol.it/recensione-5008/Tame-Impala-LONERISM)
Sia ben chiaro: gran parte di quello che troverete in quest’album è puro citazionismo, poi c’è chi lo sa fare meglio o chi non lo sa fare affatto. I Tame Impala conoscono bene il mestiere e hanno saputo rielaborare quel rock psichedelico di cui sopra per farne un buon album compatto. Chi è stanco di sentir parlare a sproposito di psichedelia ogni volta che un gruppo rock si diverte a riproporne i canoni, troverà pane per i suoi denti. (http://www.lindiependente.it/recensioni/tame-impala-lonerism/11211/)
“RADI@zioni” è un programma in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.



GRAVEYARD: hard rock, blues, stoner e psichedelia... Una ricetta classica, quasi infallibile!

RADI@zioni / Disco Hot N° 25:
GRAVEYARD “Lights Out” (2012)

… Arrivano dalla Svezia. Sono alla loro terza uscita con un lavoro che non si distanzia dagli album precedenti. Propongono un hard rock con forti venature blues, stoner e psichedeliche… Una ricetta classica, quasi infallibile…
… Disco vario e divertente, diciamo con scarsa originalità, con poche innovazioni ma la qualità delle canzoni presentate è di una validità sconcertante. Un disco suonato da quattro hippies fuori tempo massimo, tanto da essere in grado di dettare le regole ai tanti giovani che si avvicinano al genere.
… “Lights Out” ha sonorità perfette per muoversi al ritmo del rock’n’roll in un piccolo club, magari con una buona birra a portata di mano… Solo 35 minuti di vero sound graffiante! Disco di consacrazione per gli svedesi Graveyard!
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
AN INDUSTRY OF MURDER (ascolta: http://youtu.be/B5dO17rULEg)
SLOW MOTION COUNTDOWN (ascolta: http://youtu.be/fTG1r_rREkg)
THE SUITS, THE LAW & THE UNIFORM (ascolta: http://youtu.be/US80kcUhV4I)


sabato 8 dicembre 2012

KAMELOT: un’ottima ripartenza dopo lo shock dell'addio di Roy Khan!


KAMELOT “Silverthorn” (SPV/Steamhammer, 2012) – www.kamelot.com

Tracklist:
01. Manus Dei
02. Sacrimony (Angel of Afterlife) (ascolta: http://youtu.be/LvWT-7l6vJU)

03. Ashes To Ashes
04.
Torn (ascolta: http://youtu.be/SGJ8XE9euPU)
05. Song For Jolee (ascolta: http://youtu.be/HsFNAda4Pcw)
06. Veritas (ascolta: http://youtu.be/ntK72VmtwFI)

07. My Confession
08. Silverthorn
09. Falling Like The Fahrenheit
10. Solitaire
11. Prodigal Son
12. Continuum

Sicuramente la curiosità suscitata dalla decima uscita dei Kamelot, era molto alta. L’abbandono, alquanto inaspettato, dell’ex singer Roy Khan, vera figura iconica della band, rappresentava infatti un forte punto di incertezza sul futuro dei Nostri. “Silverthorn” si presenta come un’opera che riabbraccia il passato, mantiene i contatti con la storia recente del gruppo, e ci presenta al contempo delle lievi modifiche al songwriting, adesso più tendente a soluzioni complesse, oscure ma sempre eleganti. Un ritorno che vede in definitiva i Kamelot a testa alta, e non piegati sotto il peso dell’assenza di una figura così ingombrante come quella di Roy Khan (http://metalitalia.com/album/kamelot-silverthorn).
I Kamelot, con “Silverthorn”, decidono di affidarsi nuovamente ad un concept, esperimento non nuovo per la band della Florida (basti ricordare il bellissimo “The Black Halo” del 2005). Tra i maggiori esponenti del power symphonic metal, hanno in passato offerto prove davvero degne di attenzione ed in qualche caso esaltanti. Personalmente, li reputo tra i gruppi più importanti del genere per le qualità espresse e soprattutto per la rara capacità di riuscire a non annoiare pur mantenendosi fedeli al loro genere. Il combo, tutt’ora capitanato dal chitarrista Thomas Youngblood, è riuscito nel tempo a superare alcune defezioni e cambiamenti di formazione, rispondendo sempre con dischi di ottimo livello. Non fa eccezione neppure quest’ultima uscita che registra l’abbandono del cantante norvegese Roy Khan al cui posto oggi si trova Tommy Karevik, giovane singer svedese. Il cambiamento pare sia avvenuto nel migliore dei modi. Da ciò che si evince, Karevik mostra doti importanti e denota da subito buona personalità. Dunque non c’è molto da aggiungere proprio perché di innovativo all’interno del progetto c’è davvero poco ma, paradossalmente, questa è proprio la sua forza (http://agesofrock.wordpress.com/2012/10/24/kamelot-silverthorn-2012/).
I Kamelot ripartono praticamente da dove li avevamo lasciati. Il precedente album da studio, “Poetry for the poisoned”, risale al 2010. Il loro sound denso di elementi sinfonici e sfumature gotiche è ancora del tutto intatto, e si arricchisce solo qua e là di quelle influenze progressive e melodiche probabilmente portate dal nuovo arrivato, e per questo piuttosto simili ad alcuni passaggi della sua precedente band, i Seventh Wonder. Detto questo, il nuovo cantante (ma già lo sapevamo!) è un vero talento e riesce con estrema maestria a non far rimpiangere più di tanto il suo predecessore. Thomas Youngblood come sempre macìna riff di chitarra con precisione e originalità, combinando l'aggressività e rapidità del power metal con lo spirito più attento ai suoni e alla melodia del genere sinfonico, mentre Oliver Palotai, alle tastiere, dà sfumature importanti ai differenti brani affiancandosi al basso di Sean Tibbetts e alla batteria di Casey Grillo. Niente da dire sulla produzione e sul songwriting di questo concept album, entrambi maiuscoli, ma se si vuole trovare una pecca a questo disco, ecco, occorre ammettere che la band ha osato poco, rimanendo troppo ancorata al suo stile piuttosto che virare verso i nuovi orizzonti che uno spirito talentuoso e musicalmente irrequieto come quello di Karevik potevano fornire. In parole povere: un’ottima ripartenza dopo lo shock dell'addio di Khan! Il plot è ambientato nell’800 intorno alla vicenda di una ragazza (Jolee) che muore tra le braccia dei suoi fratelli gemelli. Appartiene ad una famiglia benestante protagonista di eventi drammatici riconducibili a tradimenti e segreti. Sono presenti anche ospiti di rilievo come Elize Ryd, voce degli Amaranthe, il tastierista e dj produttore Miro, la mezzosoprano Amanda Somerville ed il nostro Luca Turilli dei Rhapsody. (http://www.rock-metal-essence.com/2012/10/kamelot-silverthorn-recensione.html)
Se siete fans dei Kamelot, state ben tranquilli, questo è un disco di alto livello… ed anche se non lo siete, “Silverthorn” potrebbe essere comunque un buon punto di partenza per avvicinarsi a questa magnifica band!
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


JEFF THE BROTHERHOOD: JEFF THE BROTHERHOOD... un colpo dalle prospettive ambiziose!


RADI@zioni / Disco Hot N° 24:
JEFF THE BROTHERHOOD “Hypnotic Nights” (2012)
Ci sono canzoni che già fin dal primo ascolto ti entrano in testa e non le dimentichi facilmente… ma non è il caso di “Hypnotic Nights”, il nuovo album di Jeff The Brotherhood…
Perché??? Perché “Hypnotic Nights” è disco facile ma allo stesso tempo difficile da assimilare. Ha bisogno di più ascolti per fare centro! Potremmo definirlo “grunge” per via delle chitarre grattugiate e per l’enfasi vocale un po’ stridula, ma anche pop o alternative-pop per i ritornelli mai scontati.
Un po’ “retrò”, un po’ “modern”, la band inglese piazza un colpo dalle prospettive ambiziose. Occorre solo aspettare il prossimo lavoro per decidere se ci sono o ci fanno…
(Carmine Tateo)
Tracce consigliate:


sabato 1 dicembre 2012

THE NOMADS: Lezioni di puro rock'n'roll!

THE NOMADS “Solna” (Devils Jukebox Records, 2012) – www.thenomads.se

Tracklist:
01 – Miles Away (ascolta: http://youtu.be/c_86mxxg5Wk)
02 – Hangman’s Walk (ascolta: http://youtu.be/FOKA6CUBGFk)
03 – The Bad Times Will Do Me Good (ascolta: http://youtu.be/xvjNOLZRh0E)
04 – You Won’t Break My Heart
05 – Can’t Go Back (ascolta: http://youtu.be/5zOixza-24g)
06 – 20.000 Miles
07 – American Slang
08 – Make Up My Mind
09 – Trying Too Hard
10 – Up, Down Or Sideways (ascolta: http://youtu.be/JTcojTQs5Gg)
11 – The Bells

A più di trent’anni dall’esordio (nel loro primo periodo suonavano covers di oscuri brani garage anche difficili da riconoscere) e ad una dozzina dall’ultimo lavoro in studio, tornano i padri del garage rock scandinavo, The Nomads, che negli anni successivi alla loro affermazione troveranno anche degni eredi in formazioni quali, ad esempio, Hellacopters, Gluecifer e un po’ anche The Hives, come anche estimatori in gentaglia del calibro di Ross The Boss e Handsome Dick Manitoba dei proto-metallari americani Dictators e Chris Bailey dei punkettoni australiani The Saints, giusto per sottolineare ancora una volta l’influenza e l’enorme importanza esercitata su intere generazioni di rockers brutti, sporchi e cattivi, proprio come loro! Un ritorno quasi a sorpresa, quindi, per questo immarcescibile combo di Stoccolma, dal sobborgo di Solna per la precisione, da cui prende il titolo anche il loro nuovo album. “Solna” è stato pubblicato nella scorsa primavera, per la verità, ma mi è sembrato doveroso poterlo recuperare per sottoporlo all’attenzione di chi se lo fosse lasciato colpevolmente sfuggire. (http://www.nerdsattack.net/?p=37086)
Eccolo qua il nuovo album degli immortali Nomads! “Solna” è il suo titolo! Un signor disco, un album che si inserisce perfettamente nella discografia dei nostri, mostrando i denti con raffiche di rock'n'roll punk (Miles Away), ruvidi hard garage rock dilaniati dal fuzz (Hangman's Walk), e aprendo l'anima con ballatone garage-psych (The Bad Times Will Do Me Good). Se non vi basta, fatevi stendere dal pop-punk della ramonesiana “American Slang”, rilassatevi con il garage pop di estrazione 60s di “Make Up My Mind” e fatevi trasportare dai riffoni hard di “Up, Down Or Sideways”. Ci sono anche pezzi meno riusciti e più stanchi (“You Won't Break My Heart”, “20.000 Miles”), ma provate voi a fare un album così con più di trent'anni di carriera sul groppone! (http://loudnotes.blogspot.it/2012/10/the-nomads-solna-devils-jukebox-records.html)
The Nomads: autentici sopravvissuti a tutto, ma proprio tutto il rock’n’roll ma hanno ancora un passo da primi della classe, e scusate se è poco! La sfiga dei Nomads è che nessuno ha creduto in loro fino in fondo, altrimenti oggi farebbero sfoggio della loro “classicità” dall’alto dell’Olimpo degli dei del rock. Godiamoci “Solna”, allora, e ringraziamo il cielo perché The Nomads non hanno ancora mollato. Non puoi aspettarti altro da gente come loro, perché puoi anche avere il miglior manager del mondo, ma se non hai talento… prima o poi cambi mestiere… e i Nomads dopo trent’anni di battaglie sono ancora qui a tenere lezioni di puro rock’n’roll… vorrà pur dire qualcosa, no? (Mario Ruggeri – cit. da “Rumore” #246-247/Agosto 2012)


“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


GRAVELROAD: Una "nuova" ondata di "vecchio" blues

RADI@zioni / Disco Hot N° 23:
GRAVELROAD “Psychedelta” (2012)
Può capitare che ogni tanto si torni indietro nel tempo, o almeno così pare… Ogni tanto si sente il bisogno di andare a riscoprire le radici della musica che oggi più amiamo…
Per chi ama il blues, profondamente, questo è un disco di puro blues… questo è un vero gruppo blues! La band è di Seattle, città che nel corso degli anni ci ha consegnato storiche pagine musicali, tracce indelebili per la storia della musica che più amiamo. Beh, forse è un po’ troppo presto per inserire i Gravelroad tra i grandi del rock, ma questa band è, seriamente, innamorata persa di quello che fa. Dopo il loro primo lavoro,uscito nel 2008, quest’anno hanno realizzato “Psychedelta”, qualitativamente sullo stesso livello del precedente. Sound duro e turgido che ripropone “vecchie” sonorità blues e… non aggiungerei altro… parla la musica dei Gravelroad…
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
NOBODY GETS ME DOWN (http://youtu.be/32wydKDqCdU)
KEEP ON MOVIN’ (http://youtu.be/rlTIHKFifOY)


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