sabato 30 gennaio 2010

Un passo avanti per i BUILT TO SPILL

BUILT TO SPILL “There Is No Enemy” (Warner, 2009)
www.builttospill.com

Tracklist:
Aisle 13
Hindsight
Nowhere Lullaby
Good Ol’ Boredom
Life’s A Dream
Oh Yeah
Pat
Done
Planting Seeds
Things Fall Apart
Tomorrow

Settimo studio album per Built To Spill. Ciò che differenzia quest’ultimo dai suoi immediati predecessori è rappresentato dalle liriche, che da impersonali si fanno oggi carico delle ansie e delle sensazioni di Doug Martsch, il loro barbuto leader. In epoca di imbarazzanti lavori costruiti su sensazionalismi in bassa fedeltà, dove la ribellione è nient’altro che un giro sullo skate visto attraverso le patinatissime inquadrature di MTV, la band di Boise, Idaho, conferma che per emozionare basta essere sinceri, rumorosi e soprattutto immuni alle sciocche regole di un mercato prossimo al collasso. Ben fatto Doug! (indieforbunnies.it).
Da quei ’90s di mezzo che li videro nascere e scorazzare, il mondo è cambiato parecchio. La generazione “X” e quella “Y”, cui prestarono, assieme ad altri, suoni e voce, si è spostata… non abita più qui! Lo scetticismo aspro e condito con un pizzico di sacro furore ha lasciato il posto ad uno strano impasto di angoscia ed eccitazione (sentireascoltare.com). Su tutto questo, tra tappeti di chitarre elettriche (ben tre) e sezioni ritmiche vertiginose, si erge, incontrastata, l’ugola di Doug Martsch, gigante con la voce da fanciullo, che ammanta di meraviglia ed inchioda anche l’ascoltatore più smaliziato. Eppure, nonostante quella barba che inizia ad ingrigirsi, la sua maturazione non è ancora giunta al termine. È entrata, piuttosto, in una nuova fase più malinconica e più introspettiva se vogliamo, che riflette nei testi un'evidente disillusione. “La vita non è altro che un sogno”, cantano questi degni figli di Neil Young, giusto prima di un sorprendente inserto di tromba che tornerà poi verso la fine del disco, in un’ancor più disillusa “Things Fall Apart”. Nel mezzo, le famose bordate a tre chitarre che tutti si aspettano e gli stupendi trip sempre e comunque conditi da ariose melodie da sogno. “There Is No Enemy” è quindi un disco che ha davvero ancora qualcosa da dire. (storiadellamusica.it).
In un panorama musicale dove l'indie e il pop vanno sempre più a braccetto, i Built To Spill riescono pur sempre ad inserirsi con classe e con una forma canzone che fa della semplicità elaborata il proprio cavallo di battaglia. Non per nulla restano una delle migliori creature che gli States ci abbiano offerto negli anni ’90. “There Is No Enemy” è decisamente un buon disco! Un passo in avanti per la loro futura carriera. Lo stile è inconfondibile ma, per fortuna, mai troppo ripetitivo. Si evidenzia un piccolo ulteriore miglioramento rispetto al pur ottimo precedente cd “You In Reverse” in termini di sonorità, stile e volontà. Migliorarsi dopo tanti anni di carriera non è mai facile. Gran bel disco, davvero! (loudvision.it).

a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo

“RADI@zioni” è un programma ideato, scritto e realizzato da Camillo Fasulo & Marco Greco, con la radio-attiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo De Luca, Fernando Falcolini, Antonio Marra, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì dalle ore 22 alle 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisiwww.ciccioriccio.it.

lunedì 25 gennaio 2010

Pop + Rock + Psichedelia + Punk + Soul = PORTUGAL. THE MAN

PORTUGAL. THE MAN “The Satanic Satanist” (Equal Vision, 2009)

Originaria dell’Alaska questa band è in piena ansia creativa. Negli ultimi 4 anni ha, infatti, sfornato ben 4 album e vari EP fino ad arrivare a questo ultimo CD lungo, “The Satanic Satanist”, risultato il più godibile fino a ora realizzato. Prodotti da Paul Q. Kolderie, che ha avuto sottomano anche gente come Pixies, Radiohead, Hole e Dinosaur Jr. (tanto per fare qualche nome), i Portugal. The Man (va proprio scritto con il "punto" tra Portugal e The Man!) hanno realizzato un album che rispecchia pienamente, neanche a dirlo, proprio le bands appena citate, muovendosi tra pop, rock, psichedelia, punk e soul con modi talmente accattivanti da stuzzicare la fantasia dell’ascoltatore. Gran voce, poi, quella del leader e chitarrista John Baldwin Gourley (anche chitarra e tastiere), capace di elevare ancor di più il valore di questo già apprezzabile dischetto!

(Carmine Tateo)

LINE UP:
- John Baldwin Gourley: Voce, Chitarra, Organo

- Jason Sechrist - Batteria e Percussioni

- Ryan Neighbors - Piano, Organo, Synth, Voce

- Zachary Scott Carothers - Basso, Percussioni, Voce

- Zoe Manville - Voce, Moog Synth (live)

venerdì 22 gennaio 2010

ALELA DIANE - Suoni caldi e avvolgenti dalla California

ALELA DIANE “To Be Still” (Fargo Records, 2009)
www.myspace.com/alelamusic

Tracklist:
Dry Grass & Shadows
White As Diamonds
Age Old Blue
To Be Still
Take Us Back
The Alder Trees
My Brambles
The Ocean
Every Path
Tatted Lace
Lady Divine

Sono suoni caldi e avvolgenti quelli che ci accolgono quando “To Be Still”, recente opera della 26enne californiana Alela Diane, comincia a girare nel nostro lettore. Suoni che fanno pensare a grandi paesaggi, a lunghi viaggi, a mattine nebbiose e fresche, fermi immagine di una vita condotta in maniera semplice e senza esagerazioni (sound36.com).
Figlia di Tom Menig (chitarra e voce dei DeadBeat, una cover band dei Grateful Dead) e di Suzanne (degli Azulita, una band di rock latino) Alela cresce con la presenza costante della musica. A 19 anni i genitori si separano e vendono la casa dove era cresciuta: con i pochi soldi che le spettano, nell’estate del 2004, se ne va nel sud della Francia facendo vita raminga e scrivendo quasi tutto “The Pirate’s Gospel”. Finalmente, con la mente pacificata, ritorna a casa, nelle colline dove era nata, e nello studio del padre registra le canzoni scritte nelle sue peregrinazioni europee; quindi si trasferisce nell’Oregon e comincia a fare concerti, lavorando come cameriera. Nel frattempo prepara materialmente 650 copie del suo cd (piegando le buste di carta, disegnandole una ad una con inchiostro di china, decorandole con merletti fatti sempre da lei) che regala ad amici e parenti e distribuisce ai concerti. Nel 2006 la Holocene Records la mette sotto contratto, rimasterizza “The Pirate’s Gospel” e lo distribuisce negli States. Cominciano tour incessanti e nel 2007 la francese Fargo Records distribuisce il disco nel resto del mondo. Passano due anni ed Alela torna in studio per pubblicare nel Marzo 2009 il nuovo ‘To Be Still’, album che sta facendo parlare di lei come della promessa confermata della nuova scena folk, la nuova Joni Mitchell (oscuromagazine.com.).
Rispetto all’essenziale “The Pirate’s Gospel”, la voce dell’artista di Nevada City è evidentemente migliorata ed è adesso capace di uno spettro interpretativo più ampio. Parallelamente, anche il suono è molto più curato e ricco, contemplando, oltre alla basilare accoppiata voce-chitarra, tutta una serie di strumenti: dal banjo al violoncello, dalle percussioni alla pedal steel. Affiancata da collaboratori del calibro di Matt Bauer, Mariee Sioux e Michael Hurley, Alela offre un’ampia rassegna delle sue doti cantautorali in ballate dal sapore antico, riviste secondo una sensibilità del tutto personale, espressa attraverso le suadenti modulazioni della sua voce e l’andamento, in prevalenza morbido e cullante, di canzoni che sfiorano diverse sfumature di un folk fuori dal tempo, ma mai ridondante né appiattito su un solo profilo della tradizione (ondarock.it).
“To Be Still” è quindi un ulteriore gradino nella crescita della songwriter californiana, sempre più in grado di scrivere ottime canzoni e di interpretarle con una forza e una capacità vocale non comuni, abbracciando anche suoni di matrice britannica (Fairport Convention e Sandy Denny), assieme, ovviamente, a un excursus negli ultimi due secoli di musica a stelle e strisce. La sensazione che rimane alla fine dell’ascolto è quella di trovarsi davanti ad un grande disco di un’artista ormai matura, pronta per essere annoverata tra le maggiori esponenti del folk americano, alla pari di grandi nomi come Lisa Germano e Marissa Nadler (indie-eye.it).

Rino De Cesare

a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo

“RADI@zioni” è un programma ideato, scritto e realizzato da Camillo Fasulo & Marco Greco, con la radio-attiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo De Luca, Fernando Falcolini, Antonio Marra, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì dalle ore 22 alle 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisiciccioriccio.it.

giovedì 14 gennaio 2010

ALICE IN CHAINS - il nuovo disco senza Layne

ALICE IN CHAINS “Black Gives Way To Blue” (Virgin, 2009)
www.aliceinchains.com

Tracklist:
01. All Secrets Known
02. Check My Brain
03. Last Of My Kind
04. Your Decision
05. A Looking In View
06. When The Sun Rose Again
07. Acid Bubble
08. Lessons Learned
09. Take Her Out
10. Private Hell
11. Black Gives Way To Blue

«A new beginning…» ulula Jerry Cantrell in apertura di questo disco. Il primo, a nome Alice in Chains, dopo un lunghissimo silenzio discografico. Alla storia del nuovo inizio vorremmo però davvero credere tutti perché, sia detto senza tanti giri di parole, gli AIC sono uno dei gruppi più importanti e sottovalutati dell’ultimo ventennio… e “Dirt” (’92) e “Jar of Flies” (’94) sono due fra i dischi più belli di sempre, e non nel grunge, ma in assoluto! A distanza di quasi 20 anni, regalano ancora pelle d'oca come fossero nati ieri. Ebbene, “Black Gives Way to Blue” riesce, in buona parte, a non far pesare l'assenza dell'interprete che aveva reso gli AIC così riconoscibili, anche perché la timbrica di Cantrell è quasi identica a quella che fu di Staley. E per di più si integra benissimo con quella del nuovo entrato, William DuVall (www.rollingstonemagazine.it).

14 anni di silenzio, una drammatica perdita ed un nuova voce. Tutto questo separa l'eponimo 3° full lenght degli AIC del ’95, dal lungamente atteso ritorno discografico della band di Seattle. Un disco che rispecchia la sopravvivenza degli AIC. E credo che questo sia davvero qualcosa da festeggiare! (www.metalitalia.com).

Una carriera artistica segnata dal tormento. Una tragedia forse annunciata. Una pausa che somigliava sempre più ad uno scioglimento… Sembrava finita nella maniera più sbagliata l’avventura degli AIC con la morte di Layne Staley, con Jerry Cantrell solista e il mondo che pareva trascurare lo spessore artistico di una delle band più rilevanti del rock pesante dei novanta. Poi una timida reunion per un concerto benefico, un tour e svariate jam. E oggi, quasi a voler rimarcare la loro rilevanza, porgendo anche un tributo all’amico scomparso, ecco arrivare il 4° album in studio. Ascoltandolo risulta davvero impossibile non riconoscere quello spirito che ha sempre distinto la band dalle sue contemporanee (www.metalitalia.com).
Sensazione inquietante fino a che ti accorgi che nella squadra, forse, i fuoriclasse erano due – Staley & Cantrell – e che, effettivamente, soltanto uno manca all’appello (www.rockol.it).

Il grunge, come movimento musicale, fu avviato poco meno di 25 anni fa principalmente da Soundgarden, Mudhoney e Nirvana. AIC rappresentarono il lato più parente prossimo del metal di quella scena, occupando al suo interno quel posto di primissimo piano che li portò a vendere oltre 17 milioni di dischi e ad ottenere ben 6 nomination ai Grammy Awards. Anche se non si sciolsero mai ufficialmente, da quando Staley abbandonò questo mondo (il 5 aprile del 2002) furono in molti a ritenere che tale evento possa aver rappresentato il capolinea dell'avventura. Solo con il tempo, anche in seguito dello scarso riscontro ottenuto dai lavori solistici di Cantrell, i nostri compresero che l'unico modo per catturare di nuovo l'attenzione di pubblico e media fosse ripresentarsi al mondo con la vecchia ragione sociale. Cantrell oggi s’impone come indiscusso leader di una band che riprende il proprio percorso artistico esattamente lì da dove era stato interrotto, come se il tempo si fosse fermato 14 anni fa, in quell'ormai lontano 1995 (www.ondarock.it).
Tra le tante recenti ma inutili reunion fa incredibilmente piacere constatare come qualcuno possa ancora anteporre la pura passione allo squallido tentativo di raggranellare quattrini alle spalle di qualche nostalgico fan.

(Camillo Fasulo)

“RADI@zioni” è un programma ideato, scritto e realizzato da Camillo Fasulo & Marco Greco, con la radio-attiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo De Luca, Fernando Falcolini, Antonio Marra, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì dalle ore 22 alle 24 sull’emittente radiofonica CICCIO RICCIO di Brindisi – www.ciccioriccio.it

venerdì 8 gennaio 2010

GRANT-LEE PHILLIPS... perennemente in bilico tra Folk-Rock e Pop colto

GRANT LEE PHILLIPS “Little moon” (Yep Roc Records, 2009)
www.grantleephillips.com

Tracklist:
01. Good Morning Happiness
02. Strangest Thing
03. Little Moon
04. It Ain’t The Same Old Cold War Harry
05. Seal It With A Kiss
06. Nightbirds
07. Violet
08. Buried Treasure
09. Blind Tom
10. One Morning
11. Older Now
12. The Sun Shines On Jupiter

Grant Lee Phillips è in giro da più di 20 anni, e può vantare un curriculum di tutto rispetto. Prima i bagliori carbonari degli Shiva Burlesque, l’ala più classicamente psichedelica della scena “trance” di Los Angeles a fine anni ’80. Quindi l’esperienza dei Grant Lee Buffalo, tra le più significative dell’alt-country della decade successiva, grazie in particolare a due dischi: Il funambolico “Fuzzy” e il monumentale “Mighty Joe Moon”. Poi, l’inesorabile declino con un’opera interlocutoria che cercò invano di risalire la corrente, troppo devota agli amici Stipe & Buck senza averne, però, la cinica incisività (“Copperopolis”), e un viaggio senza ritorno in un pallido feeling in stile “americana” (“Jubilee”). Quindi l’avvio di una carriera solista improntata ad un rock mainstream in cui Grant ha soltanto raramente dato prova del suo talento e della passata gloria. “Little Moon”, l’ultimo parto da solista di Mr. Phillips, riapre un discorso in cui i fili col passato vengono riannodati con un songwriting finalmente all’altezza, dall’inizio alla fine, e arrangiamenti calibrati al punto giusto (www.storiadellamusica.it).

Registrato in soli quattro giorni in compagnia di Jamie Edwards alle tastiere, del produttore e bassista Paul Bryan, del batterista Jay Bellerose (recentemente al lavoro con Robert Plant ed Alison Krauss) e del percussionista Sebastian Aymans, il nuovo “Little Moon” colpisce direttamente al cuore con una manciata di brani ben scritti e perennemente in bilico tra folk, rock e pop colto. Momenti di croccante easy listening condotti con buon mestiere (“Good Morning Happiness”) si alternano agli aromi seducenti delle ballate in chiaroscuro che a Grant-Lee sono sempre riuscite magnificamente, con il consumato cantastorie impegnato a destreggiarsi con qualche numero gigione per compensare i fisiologici cali d’ispirazione. I passaggi convincenti (“Nightbirds”, “Violet”, la title track) non mancano, la veste umile non inficia la prova di stile e come cantante Phillips si rivela ancora eccellente per versatilità e trasporto. Paradossale che la canzone in cui con più forza si avverte il respiro dei Buffalo epici sia “One Morning”, forse la più dylaniana che Grant-Lee abbia mai scritto (www.monthlymusic.it.)

“Little Moon” è uno di quegli album che si possono ascoltare e riascoltare dall’inizio alla fine senza saltare un verso, e poi continuare a riprendere in mano per anni con la stessa emozione sempre lì pronta ad accoglierti. Completo, struggente e insieme ottimista, richiede all’ascoltatore solo quel minimo di partecipazione per ritrovare tesori sepolti - come “Blind Tom” ed suo il pianoforte ad accompagnare un testo ipnotico che rimane a lungo nella mente dell’ascoltatore - e farli brillare (la parola “shine” è infatti un leitmotiv della produzione del cantautore americano) (www.chegiornooggi.blogspot.com).

Nota: i commenti sopra riportati sono stati liberamente tratti, a cura di Rino De Cesare, dalla stampa musicale specializzata e da vari siti web.

(Camillo Fasulo)

“RADI@zioni” è un programma ideato, scritto e realizzato da Camillo Fasulo & Marco Greco, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo De Luca, Fernando Falcolini, Antonio Marra, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì dalle ore 22 alle 24 sull’emittente radiofonica CICCIO RICCIO di Brindisi – www.ciccioriccio.it

lunedì 4 gennaio 2010

Indie & alternative rock da Milano con gli WISE


I WISE (Wild Inner Soul Eyeful ) sono una band nata a Milano sul finire del 2005 composta da Vincenzo “Otello” Tangorra alla voce, chitarre, harmonica, e piano nonché autore delle musiche e dei testi, Alessio Siculiana al basso e Guido Bertoli alla batteria. Il genere proposto è un rock dove all’interno è facile riscontrare venature di altri generi musicali. Se avete ancora voglia di scoprire nuovi talenti passate per “RADI@zioni / The Next Generation”! Lunedì 11 gennaio, a partire dalle ore 23, avrete modo di scoprire una nuova ed interessantissima band che ha qualcosa di nuovo da dire attraverso un'intervista + live acustico in diretta da Ciccio Riccio, anche in streaming da www.ciccioriccio.it
C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire ascoltando RADI@zioni!
RADI@zioni supporta la prossima generazione del rock!

MICROWAVE WITH MARGE - “Happy Hardcore, Big Beat & Pop Cinese”


MICROWAVE WITH MARGE
No wave / Art punk from Taranto / Italia

“Cow Licks Cow” è il nuovo album per la band tarantina.
Il progetto Microwave With Marge nasce nel 2007, amalgamando le esperienze di Gaspare e Aldo all’interno dei Clutching Posture, band di quello che si sarebbe trasformato in un progetto dall’esito curiosamente diverso con Giorgio, batterista dei Logan ed Ada-Nuki (attualmente).
Definito “happy hardcore, big beat, pop cinese”, il genere proposto dai Microwave With Marge pare essere la risultante di una serie di influenze presenti e passate: Erase Errata, Arab On Radar, The Chinese Stars, Black Eyes, Liars. Il tutto si compatta in un’entusiasmante esibizione di stampo no wave, nervosa e coinvolgente. (da
www.alternativa-mente.splinder.com)
Venerdì 19 febbraio 2010 Microwave With Marge live @ “GABBA GABBA”, Taranto e Sabato 20 febbraio 2010 @ "SAN FRANCISCU", Alessano (LE).-

sabato 2 gennaio 2010

Primo disco da solista per la voce dei THE STROKES

JULIAN CASABLANCAS “Phrazes For The Young” (RCA, 2009)

Da molti definito “maestro” o icona del rock alternativo Mr. Casablancas, come altri suoi colleghi di band (ovvero The Strokes), si cimenta nel suo 1° disco da solista. Questo disco nasce con l’obbiettivo di dar libero sfogo a tutte le sue idee e sono idee che un po’ spiazzano perché svelano un artista dall’insospettabile vena pop, ancor più lontana da quel che normalmente propone la sua band. L’album contiene, per fortuna, solo otto tracce, si, perchè altrimenti, visti i risultati non eccelsi avrebbe potuto anche stancare. Così invece può funzionare. “Phrazes For The Young”, per dirla tutta, suona come una brutta copia di un disco degli Strokes, come se fosse una raccolta di otto singoli. Lavoro appena sufficiente per un “maestro” del rock alternativo. Voto: 6

(Carmine Tateo)

SWEETHEAD: nuovo "dopolavoro" per un ex Queens Of The Stone Age

SWEETHEAD “Sweethead” (Pias, 2009)

Uscito da un paio di mesi, questo cd sta già riscontrando un discreto successo. La band è americana ed anche se più o meno nuova annovera tra le sue fila personaggi che già ben conosciamo. Sweethead altro non è che l’ennesimo side-project nato come dopolavoro dei ben più quotati Queens Of The Stone Age. Musicalmente parlando Sweethead non hanno nulla a che fare con i QOTSA: hanno una front woman e la loro attitudine è più orientata verso l’indie-rock di tipo inglese. L’album ha un suono standard ma solido e sporco ed alla fine riesce ad essere anche originale a suo modo. Niente male per essere un side-project! Voto: 6,5

(Carmine Tateo)

Punk-blues & Voodoo-funk per THE HEAVY

THE HEAVY “The House That Dirt Built” (Ninja Tune, 2009)

Sono passati ben due anni dall’uscita del loro 1° disco. Ora la band inglese sforna questo nuovo cd più variopinto e più sfacciato del primo: un concentrato di punk-blues e voodoo-funk o comunque qualcosa che picchia duro e lascia storditi. L’album non mantiene gli stessi ritmi dall’inizio alla fine, altrimenti sarebbe da suicidio. Ogni tanto la band si lascia andare a delle ballate davvero accattivanti e che lasciano il segno. Risultato finale: il disco risulta più che intrigante confermando in pieno ciò che di buono si è già detto di questa band che, tra le inglesi, è sicuramente una delle più in forma del momento! Voto: 7

(Carmine Tateo)

MINSK - Esoterici ed evocativi!

MINSK “With Echoes In The Movement Of Stone” (Relapse, 2009)
www.myspace.com/minsk - www.thesoundofminsk.com

Tracklist:
01. Three Moons
02. The Shore Of Transcendence
03. Almitra’s Premonition
04. Means To An End
05. Crescent Mirror
06. Pisgah
07. Consumed By Horizons Of Fire
08. Requiem: From Substance To Silence

Magnificamente esoterico ed evocativo sin dal titolo, With Echoes In The Movement of Stone” riconferma lo status dei Minsk all’interno di quella nuova generazione di bands che stanno ridefinendo con intelligenza e creatività le coordinate del metal moderno esponendo un sound avveniristico, in costante progressione tra post rock, doom, prog e psichedelia. (www.kronic.it)

Il terzo disco del quartetto americano è bello, molto bello! Questo è un punto che va chiarito subito. Ma è altrettanto vero che non aggiunge nulla di nuovo a quanto già espresso dagli stessi fino ad ora. Semplicemente, si preoccupa di rifinire e sviluppare al meglio quello stile, tutto giocato sulla tensione pieno/vuoto, che da sempre caratterizza questa band. Non meri replicanti dei Neurosis, insomma, come si vocifera da più parti, piuttosto un gruppo che, passo dopo passo, sta costruendo una carriera di tutto rispetto. Resta inalterata la capacità di imprimere alla propria musica un tratto distintivo e fortemente personale che rende le loro composizioni comunque interessanti, percorse da fremiti di reale partecipazione emotiva. (www.outune.net)

È una musica pesante, nel senso più letterale del termine, maestosa e suggestiva, quella che i quattro dell'Illinois propongono in “With Echoes In The Movement Of Stone”, un album che merita, comunque, di essere approfondito ed a cui ci si affeziona per gradi. I Minsk sono una band in evoluzione, tanto che disco dopo disco riescono a prendere sempre più le distanze da certi stereotipi e a ritagliarsi un proprio spazio nell'olimpo della musica pesante. Sarebbe un peccato bollarli come l'ennesimo clone di chi sappiamo noi. E poi il meglio, forse, deve ancora venire. (www.audiodrome.it)

a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo

“RADI@zioni” è un programma ideato, scritto e realizzato da Camillo Fasulo & Marco Greco, con la radio-attiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo De Luca, Fernando Falcolini, Antonio Marra, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì dalle ore 22 alle 24 sull’emittente radiofonica CICCIO RICCIO di Brindisi – www.ciccioriccio.it

venerdì 1 gennaio 2010

Un anno di RADI(a)zioni in musica… e non solo!


… Ovvero “Il meglio del 2009” secondo “RADI@zioni/The Next Rock Generation”
Dischi dell’anno (in ordine alfabetico)
ADIMIRON“When Reality Wakes Up”: è motivo di orgoglio sapere che un lavoro di questa caratura provenga da un gruppo 100% italiano (con elementi anche brindisini), che ha ben poco da invidiare ad altri più blasonati nomi del genere! Metal up your ass! – Voto 9; ANIMAL COLLECTIVE“Merriweather Post Pavilion”: nessuno come loro ha saputo cogliere, anticipare, prevedere e infine concretizzare il suono di questo decennio. È questa la vera psichedelia dei nostri giorni! – Voto 9,5; BARONESS“Blue Record”: un ponte verso il rock del futuro concentrando tutto il meglio delle ultime 4 decadi di musica dura. Tra le uscite dell'anno, con in più la forte impressione che il meglio debba ancora venire. – Voto 10; BLACK CROWES“Before The Frost… Until The Freeze”: qui c'è tutto quello che rende vivi, trascinanti e commoventi (in una parola: GRANDI!!!) i Black Crowes. – Voto 9,5; C.F.F. & IL NOMADE VENERABILE“Lucidi Nervi”: "I C.F.F. sono uno dei migliori gruppi in Italia, con una grande forza e abnegazione. Mi aspetto tanto da loro"… questo dice di loro Paolo Benvegnù! … E come dargli torto? – Voto 9; CLUTCH“Strange Cousins From The West”: heavy e hardcore fusi magnificamente nel southern e nel blues. Se cercate del sano e solido rock suonato da valenti musicisti che mettono il cuore in ciò che fanno… beh, l'avete trovato! – Voto 9; DOPOLAVORO FERROVIARIO“Dopolavoro Ferroviario”: ridondanti, eccessivi, insensati, barocchi, antichi, strampalati, folli. Insomma, talmente spiazzanti che resta solo la forza di spellarsi le mani per applaudirli. Una band che suona davvero, ma senza prendersi sul serio. Che Dio li benedica! – Voto 9; ESSENZA“Devil’s Breath”: un album sorprendente che convince grazie ad una manciata di architetture musicali potenti e veloci ma allo stesso tempo guarnite da ottime tessiture vocali. Grande heavy metal dal basso Salento! – Voto 9; FRANZ FERDINAND“Tonight Franz Ferdinand”: tra le giovani bands nello show-biz sono, attualmente, la migliore. Le loro canzoni hanno la rara proprietà di entrare in testa immediatamente. Lo fanno discretamente ma in modo sfrontato e poi, poco a poco, si installano e non ne vengono più fuori. – Voto 10; MASTODON“Crack The Skye”: un album impregnato fino al midollo di un’atmosfera sognante, vagamente 70’s e delle influenze di mostri sacri come Pink Floyd, King Crimson e Voivod. – Voto 10; UAPP!“Uapp!”: grande e rumoroso punk’n’roll melodico dalla Fasano dei Los Bastardos! – Voto 9; AMERIGO VERARDI & MARCO ANCONA“Bootleg / Oliando la Macchina”: un quadretto live (non ufficiale) tra atmosfere acustiche dall’aria spiccatamente psichedelica e nervosismo elettrico di matrice british, incorniciato da originali melodie e testi surreali. – Voto 9. STEVEN WILSON“Insurgentes”: esordio solista per il leader dei Porcupine Tree: un enorme passo in avanti verso il futuro… disco splendido e misterioso, partorito dalla mente di un artista genuino e di talento. – Voto 9,5.
… E, in ordine sparso, il meglio di ciò che resta!
Saxon, PJ Harvey, Depeche Mode, Ben Harper & Relentless 7, Doves, The Horrors, The Warlocks, Gomez, Robyn Hitchcock & The Venus 3, Quest For Fire, Dinosaur Jr., Sonic Youth, Soulsavers, Sophia, Pontiak, Chickenfoot, Church Of Misery, Radio Moscow, Mark Knopfler, Carmen Consoli, Heaven & Hell, Mongrel, Super Furry Animals, Madness, Akron/Family, Cheap Wine, Kasabian, Pearl Jam, Serpenti, The Decemberists.
Film dell’anno
"I LOVE RADIO ROCK"
di Richard Curtis: una bella storia (quasi un musical) a cui noi "pirati radi@ttivi" ci sentiamo particolarmente affini! – Voto 9.
Libro dell’anno
"FOTO DI GRUPPO CON CHITARRISTA" di Mauro Pagani
: un romanzo anni ’70 (tra la strage di Piazza Fontana e la scomparsa dell’indimenticabile Demetrio Stratos) davvero toccante ed avvincente soprattutto per chi vuol capire com’era realmente la vita di un ragazzo italiano nel decennio 1969-1979. – Voto 9.
Evento radiofonico dell’anno RADI@zioni N° 1000 andata in onda il 16 febbraio 2009 per festeggiare i 10 anni della trasmissione (4 ore di programmazione no-stop con gli appassionanti live acustici, in diretta da Ciccio Riccio, di Amerigo Verardi & Marco Ancona, Missiva, HS, Cats’n’Joe e Krop Circles). – Voto 10.
Concerti dell’Anno
AFTERHOURS
@ “Parco Gondar” Gallipoli (LE) il 14 agosto ’09: il rock alternativo italiano istituzionalizzato! – Voto 9,5; MISSIVA@ Goldoni (BR) il 4 gennaio ’09: più che un promessa sono quasi una certezza! – Voto 9; MALAUSSENE@ Goblins (BR) il 3 gennaio ’09: etno-prog-rock in chiave elettrica. – Voto 9; MALAUSSENE FOLK EXPLOSION@ Goldoni (BR) il 5 gennaio ’09: etno-prog-rock & folk in chiave acustica. – Voto 8,5; RISONANZE FOLK@ Goblins (BR) il 6 novembre ’09: pop-rock & folk all’italiana… e non solo! – voto 8,5; BLACKBOARD JUNGLE@ Contrada Cillarese (BR) il 20 agosto ’09: a volte ritornano… anche se per una sola bollente notte! Ovvero: la notte in cui riaprirono le gabbie dei dinosauri… che sballo! – Voto 9; DEGNI DI NOTA: Concorso musicale per gruppi emergenti@ Gruit (BR) nei giorni 5, 10 e 12 giugno ’09 con Cool Aid, Keys Of Dream, Stone Blind, HS, Violet Toys, Retroscena, Deacaotica, Hysteria e Golden Chords, come dire la crema delle bands emergenti nell’attuale scena musicale brindisina. – Voto 8.
Apettative per il 2010 Il “vero” album d’esordio del duo VERARDI & ANCONA!

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