sabato 10 marzo 2012

ORANGE GOBLIN: un nuovo incendiario capitolo per la band inglese

ORANGE GOBLIN “A Eulogy for the Damned” (Candlelight Records, 2011) - www.orange-goblin.com

Tracklist:
01. Red Tide Rising (VIDEO)
02. Stand for Something
03. Acid Trial (VIDEO
)
04. The Filthy & the Few
05. Save Me from Myself (VIDEO
)
06. The Fog (VIDEO
)
07. Return to Mars
08. Death of Aquarius (VIDEO
)
09. The Bishops Wolf
10. A Eulogy for the Damned (VIDEO)

Una buona notizia: gli Orange Goblin sono vivi e vegeti! Gli inglesi bazzicano l’universo heavy da circa quindici anni, eppure conservano quell’aria da eterni giovani, nonostante l’approccio da band rigorosa e professionale, tutta lavoro & sudore. Ad animarli, un’incredibile dedizione alla musica che pare non corra mai il rischio di disgregarsi, malgrado lo scorrere del tempo. Una piccola istituzione del metal contemporaneo, insomma, vista la gavetta e i sette album di studio fin qui pubblicati. A questo proposito, li avevamo lasciati nel 2007 con “Healing Through Fire”, un full-lenght granitico e corposo che si avventurava nei territori del concept-album a suon di riff e atmosfere plumbee. Ora, forti di una nuova etichetta discografica (la Candlelight Records) e di una ritrovata serenità interiore, Ben Ward (voce), Joe Hoare (chitarra), Martyn Millard (basso) e Chris Turner (batteria) affrontano, con “A Eulogy for the Damned”, il difficile passaggio alla piena maturità artistica. Il “nuovo corso” degli Orange Goblin è ben evidenziato dall’apertura pirotecnica affidata a “Red Tide Rising”, che pesta duro alla maniera dei Black Sabbath servendosi però della velocità tipica della “New Wave Of British Heavy Metal”. La band regala ottimi momenti anche quando punta su un mix di potenti linee chitarristiche e melodia, come in “Acid Trial”, mentre le trame blues di “Save Me from Myself” suonano come un chiaro tributo alle sonorità southern dei Lynyrd Skynyrd, rilette secondo i principi standard del rock duro degli anni ’80. Malgrado gli sforzi, gli Orange Goblin non sono ancora riusciti ad uscire dalla loro cerchia ristretta di accoliti. Con un pizzico di fortuna in più, canzoni così ben scritte avrebbero di sicuro trovato una popolarità molto più ampia. Ad ogni modo, se nei mesi scorsi avete ascoltato “The Hunter” dei più noti Mastodon, sappiate che “A Eulogy for the Damned” merita lo stesso grado di attenzione. Anzi, qui forse c’è anche più qualità di quella che mediamente si ascolta in giro. (www.labottegadihamlin.it/musica/549-orange-goblin-a-eulogy-for-the-damned.html)
Il predecessore “Healing Through Fire” (2007) era sì un buon disco, ma alternava ottimi spunti a cadute di tono imputabili soprattutto al carattere irrisolto dell’opera. Si percepiva che gli Orange Goblin, pur non volendo abbandonare la loro matrice stoner/doom, erano intenzionati a forgiare un suono più diretto e rock, tuttavia non erano ancora riusciti a calibrarsi bene per riuscire nell’impresa. Oggi scopriamo che la lunga pausa discografica è servita allo scopo: “A Eulogy For The Damned”, infatti, mostra la band inglese convinta e centrata, in grado di realizzare un album che, pur non disconoscendo affatto le radici di cui si nutre, riesce a far convivere amabilmente i vecchi riff sabbathiani con un moderno suono dal taglio super-heavy. Ben Ward e soci sono tornati baldanzosi e sicuri di loro stessi, tanto che si sta parlando di una delle migliori prove dell’intera carriera. In un mondo migliore gli Orange Goblin non sarebbero un gruppo di nicchia. Purtroppo ci dobbiamo accontentare di quello in cui viviamo. Ma per chi è davvero appassionato di hard’n'heavy e vuole setacciare nomi oltre ai soliti noti, snobbare questo album costituirebbe un peccato imperdonabile. (www.outune.net/dischi/hard/orange-goblin-a-eulogy-for-the-damned/47615)
Il settimo sigillo degli inglesi, “A Eulogy For The Damned”, è un monito duro contro la razza umana che sta portando sé stessa all'autodistruzione, “una razza morente dal momento in cui è nata”: queste le buie parole del cantante Ben Ward e, visti i tempi in cui ci troviamo, direi che tutto calza perfettamente a pennello. Forse nessuno, nemmeno i più accaniti sostenitori della band, si sarebbero aspettati un simile ritorno sulle scene da parte dei nostri ma, visti i risultati, il desiderio è che “A Eulogy For The Damned” segni inequivocabilmente un nuovo ed incendiario capitolo nella saga degli Orange Goblin. (www.metallized.it/recensione.php?id=6669)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” di Brindisi – www.ciccioriccio.it.



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