domenica 16 ottobre 2011

dEUS - Con il nuovo album si torna in parte a sonorità meno ovvie, ma gli esaltanti esordi sono ormai lontanissimi

dEUS “Keep You Close” (Pias, 2011) – www.deus.be

Tracklist:
1. Keep You Close (video http://youtu.be/sTD-SxLKqTQ)
2. The Final Blast
3. Dark Sets In (video http://youtu.be/dtKakPqVpNU)
4. Twice (We Survive)
5. Ghost (video http://youtu.be/nyDnekI6fJ8)
6. Constant Now
7. The End Of Romance
8. Second Nature (video http://youtu.be/X6Su2ccotOU)
9. Easy (video http://youtu.be/S3YiWReruQA)


Tornano i dEUS a tre anni di distanza da quel “Vantage Point” che fece storcere il naso ai loro fans più fedeli che vedevano in quell’album un abbandono delle sonorità tipiche della band belga capitanata da Tom Barman, in favore di sonorità più commerciali (http://www.rockshock.it/recensione-deus-keep-you-close/). Detta altrimenti, la scaletta di “Keep You Close” mette in fila nove pezzi piuttosto ispirati e ben confezionati, forse la miglior collezione dai tempi di “The Ideal Crash”. Non fa né meno né più di questo, ma lo fa piuttosto bene. D'altro canto, non possiamo esimerci dal tornare con la mente a quei dEUS che rappresentarono una possibilità di rock "diversamente indie" nei ’90s: lo spiffero nel vaso di Pandora da cui sprizzavano spiritelli zappiani, inquietudini mitteleuropee, foghe noise e allucinazioni cabarettistiche. Ecco, di quell’incredibile e indisciplinato brio, non è rimasto praticamente nulla, barattato alla pari con la padronanza dei mezzi e la lucidità calligrafica. Poco male, si sa come vanno queste cose. Sarebbe comunque intellettualmente disonesto non considerarlo un buon disco (http://www.sentireascoltare.com/recensione/9092/deus-keep-you-close.html).
Con questo album la band torna in parte a sonorità meno ovvie, senza però abbandonare le atmosfere della loro precedente produzione. La titletrack “Keep You Close”, con la quale si apre l’album, è molto interessante e presenta atmosfere molto intense (http://www.rockshock.it/recensione-deus-keep-you-close/), ma sono brani come “Dark Sets In” – con un cameo di Greg Dulli (Afghan Whigs, Twilight Singers, Gutter Twins), anche sulla seguente “Twice” – a convincere appieno, grazie a un’immediatezza tutta rock che si traduce in un bell’impatto frontale. Keep You Close” segna la parziale ripresa di un’espressività più vicina ai canoni più tipici della band di Anversa, quella di album come “Worst Case Scenario” (1994), oppure il più delicato “In A Bar Under The Sea” (1996) (http://www.impattosonoro.it/2011/10/03/recensioni/deus-keep-you-close/). Ma messe via certe divagazioni meno strettamente legate all'ambito alt-rock, il quintetto sembra ormai voler porre un freno all'imprevedibile esplosione di colori che caratterizzava la loro musica per avvicinarsi, in un certo qual modo, ad una dimensione più definitivamente rock. Un album che consegna una band ormai consapevole dei propri mezzi e a proprio agio nel comporre sontuosi e raffinati affreschi alt-rock, ma che ha ormai perso la componente schizoide degli anni giovanili. D'altronde, se anche Thurston Moore (Sonic Youth) sembra essersi dato a chitarre acustiche e violini, perché non si dovrebbe accettare la mutazione di Tom Barman? Gli anni passano per tutti, ma i dEUS invecchiano con assoluta dignità (http://www.ondarock.it/recensioni/2011_deus.htm).
Gli ammiccamenti pop che hanno caratterizzato il precedente disco non sono stati del tutto accantonati, ma lavorano in funzione di brani più energici e dallo scheletro tipicamente rock, andando quindi a impreziosire, soprattutto per quanto riguarda la ricchezza degli arrangiamenti, il song writing astuto, divertente e anti-convenzionale, vero trademark dei dEUS. Più rilassati e orecchiabili appaiono episodi come “Ghosts” o “The Final Blast”, dove i ritmi si fanno più languidi, seguiti dalla voce soft del frontman. Discutibile invece la scelta del singolo, “Constant Now”, brano pop-rock d’ispirazione ’80s, certamente non tra i brani più riusciti e indicativi di questo lavoro (http://www.impattosonoro.it/2011/10/03/recensioni/deus-keep-you-close/). In definitiva, “Keep You Close” potrebbe anche piacere ai seguaci della prima ora, ma dovrebbe accontentare maggiormente i nuovi proseliti della band belga (http://www.rockshock.it/recensione-deus-keep-you-close/) e, sebbene non perfetto e di certo non fondamentale nel panorama indie contemporaneo, potrebbe sicuramente essere visto come l’album della personale maturità espressiva, un lavoro nel quale la sintesi fra l’espressività senza filtro degli esordi e il sound più ricercato e ragionato degli ultimi anni convivono senza scontri, ma arricchendosi, anzi, vicendevolmente, confermando quindi le indubbie qualità dei dEUS quali validi interpreti dei diversi modelli musicali che da sempre li hanno ispirati, fondendosi in un impasto sonoro sempre unico e riconoscibilissimo (http://www.impattosonoro.it/2011/10/03/recensioni/deus-keep-you-close/).
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


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