Tracklist:
1. Same Mistake (video http://youtu.be/sbm3fczhVsM)
2. Hysterical (video http://youtu.be/IIaomBvsegQ)
3. Misspent Youth
4. Maniac (video http://youtu.be/dz_vKDw1D40)
5. Into Your Alien Arms
6. In A Motel
7. Yesterday, Never
8. Idiot
9. Siesta (For Snake)
10. Ketamine And Ectasy
11. The Witness’ Dull Surprise
12. Adam’s Plane (video http://youtu.be/5w5UvUEq3Nk)
2. Hysterical (video http://youtu.be/IIaomBvsegQ)
3. Misspent Youth
4. Maniac (video http://youtu.be/dz_vKDw1D40)
5. Into Your Alien Arms
6. In A Motel
7. Yesterday, Never
8. Idiot
9. Siesta (For Snake)
10. Ketamine And Ectasy
11. The Witness’ Dull Surprise
12. Adam’s Plane (video http://youtu.be/5w5UvUEq3Nk)
Di tradimenti, si sa, è piena la storia del rock. La leggenda vuole che Bob Dylan, presentandosi a Newport nel ’65 con in braccio una chitarra elettrica, abbia a malapena evitato il linciaggio, attirando su di sé le ire della comunità folk. Qualcosa di simile accadde ai Clash quando nell’anno di grazia 1979 diedero alla luce “London Calling”, album destinato a cambiare per sempre la storia della musica rock ma che fece imbestialire i vecchi fan della band, che accusarono di “tradimento ideologico” Joe Strummer e soci. All’uscita di “Kid A”, nell’ottobre del 2000, i Radiohead regalarono ai posteri uno dei dischi più influenti degli ultimi 20 anni, ma dissero per sempre addio ad una nutrita schiera di ammiratori che sperava in un “Ok Computer” atto 2°. Con il dovuto rispetto per i mostri sacri appena citati, non è azzardato affermare che simile sorte potrebbe toccare anche ad “Hysterical”, il 3° album dei Clap Your Hands Say Yeah, destinato a deludere molti degli “abitanti dell’indie-sfera”, che da quattro anni ormai attendevano con trepidazione il nuovo disco della band di Brooklyn. “Hysterical” dice addio a quasi tutte le stravaganze ed alle allegre iperboli ritmiche che hanno tratteggiato la personalità dei CYHSY, assumendo così le fattezze di un tradimento urlato senza timori in faccia a tutti i fans più ortodossi. Mentre nel frattempo piovono giù dal cielo già le prime stroncature, chi ha ancora fiducia nei CYSHY non deve far altro che ignorarle e premere play. I ragazzi sono tornati e di talento ne hanno ancora da vendere, nonostante tutto. (http://www.kalporz.com/wp/2011/10/clap-your-hands-say-yeah-hysterical-v2-music-2011/)
“Hysterical” nel complesso è però un disco solido. Non ripete l’osannato debutto (che comunque viene richiamato spesso) e non innova il genere, ma innova sicuramente il loro modo di intendere questo genere (per chi ama la divisione in generi). (http://www.indieforbunnies.com/2011/09/30/clap-your-hands-say-yeah-hysterical/)
Difficilmente i CYHSY riusciranno a scrivere una canzone con un ritornello orecchiabile e canticchiabile in due ascolti, altrettanto difficilmente in un loro disco però troverete un brano banale o scontato ed “Hysterical”, pur restando fedele al sound della band, propone una variante saltuariamente più pop che permette di renderlo davvero piacevole anche a chi la voce un po’ cantilenante del vocalist finiva per dare fastidio. Certo, manca forse l’originalità del debutto, mancano certe spigolosità che avevano fatto del 1° disco quasi un manuale di un sound bello e ricercato, ma ancora una volta i CYHSY riescono a dimostrare la capacità di scrivere dei bei pezzoni. (http://www2.troublezine.it/reviews/17384/clap-your-hands-say-yeah-hysterical)
Quattro anni e mezzo sono un’eternità, per una band di quelle nate negli anni ’00, nate dal web, per il web e con il web; e anche se con il bel “Some Loud Thunder” avevano subito messo in chiaro di non essere buoni per un solo giro di valzer, una pausa così lunga resta insolita. Ma c’è il rovescio della medaglia: se ti fermi il mondo va comunque avanti, macina tutto, e si scorda presto di chi è rimasto indietro. Disco importante quindi, questo “Hysterical”, perché frattanto ricolloca i CYHSY sulla scacchiera della musica dei nostri anni e lo fa in grande stile, con la produzione di John Congleton (che s’è occupato anche degli Okkervil River fra gli altri) a rimarcare a fondo le differenze tra il gruppo che è adesso e quello che fu. Ma intanto, dov’è finita l’attitudine da studenti della art school cresciuti a pane, Velvet Underground e Talking Heads dell’esordio? Dov’è il pop degli anni ’60 che riempiva il secondo disco? Da qualche parte saranno pure finiti, perché l’identità resta inequivocabile, foss’anche solo per la voce di Alec Ounsworth. Complice il solito discreto ondeggiare stilistico, occorre un po’ per trovare la chiave di questo disco, quindi predisponetevi ad ascolti ripetuti. Come per certi quadri, prima di cogliere la figura d’insieme vi resteranno in mente singoli dettagli, finché, superata metà scaletta, vi troverete piacevolmente sorpresi dalla qualità del songwriting. Abbastanza per rendersi conto che è meglio averli tra i piedi, i CYHSH. (http://www.sentireascoltare.com/recensione/9180/clap-your-hands-say-yeah-hysterical.html)
(cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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