“Dove andranno i Verdena, dopo “Requiem”? C'è una via di mezzo tra “i nuovi Nirvana” e la disperazione musicale di questi brani, ma non è detto che i Verdena la stiano cercando.” Così terminava, nell'aprile del 2007, la recensione di “Requiem” su Rockol.it. Con il senno di poi, si può assolutamente affermare che i Verdena il compromesso non l'hanno cercato e sono andati dritti per la loro strada, anzi la strada l'hanno lasciata. Si sono rintanati in Valle Lujo, nei pressi della loro Albino, non facendo trapelare per tre anni alcuna notizia, isolandosi nella propria vita, fatta di fantasia, suoni, ma anche di gioie e problemi comuni ai mortali come la nascita di un figlio per il frontman Alberto, la rottura di un hard disk con dentro molto materiale già registrato. Niente compromessi si diceva. Già, quando nel 2011 decidi di dare alle stampe un disco come “Wow”, la tua posizione è inequivocabilmente quella di chi rifiuta ogni strategia discografica e ama fare dischi come si faceva una volta. La direzione è chiara fin dalla scelta del primo singolo: optare per il folk sbilenco ed il testo pazzoide di “Razzi arpia inferno e fiamme” e non sul “singolo perfetto” per melodia pop, durata e testo della ballad “Canzone ostinata” è una palese affermazione di indipendenza.
“Wow” è un disco inizialmente indecifrabile, una miscela di melodia e rumore, una strizzata d'occhio a testi ed atmosfere per cui non è blasfemia citare Mogol/Battisti e puro non sense, pianoforte più che chitarra, psichedelia incontrollata e binari pop-rock. Dopo qualche ascolto i Ferrari Brothers e Roberta Sammarelli sciolgono ogni resistenza che si possa avere nei loro confronti, sogghignano e ti spingono nel loro paese delle meraviglie. (www.rockol.it)
Il gruppo è riuscito a mettere cuore ed anima in un lavoro che coinvolge principalmente la testa. Scrivere musica pop così rigidamente elaborata riuscendo a coniugarla a passione e sudore non è un’operazione che si può permettere chiunque: in particolare quello che riesce particolarmente bene alla band è la capacità di elaborare e rendere propri (e italiani) alcuni atteggiamenti della musica pop internazionale d’avanguardia. Così, quando “Loniterp” o “Per Sbaglio” azzardano armonie vocali di grande effetto, è facile farsi venire alla mente bands come Grizzly Bear e Animal Collective ma tutto dura solo qualche istante perché i Verdena sono dietro l’angolo a rimettere tutto sotto il proprio marchio, in modo superbamente autografo. (www.fardrock.wordpress.com)
I Verdena sono una band “importante”, molto rispettata, ma che non fa sistema, non è inserita in nessuna scena, non ci sono ospiti illustri nell’album ma solo loro amici, come si deduce dai ringraziamenti finali nel libretto dove non compare nemmeno un nome di band nostrane, cosa a cui non eravamo più abituati. “WOW” è stato completamente scritto e (quasi del tutto) suonato da Alberto, Luca e Roberta, affiancati da collaboratori esterni solo per quanto riguarda gli strumenti più “classici”; per il resto i tre si cimentano con tastiere, sintetizzatori, macchine varie e pure una bella fisarmonica. Impossibile analizzare i brani singolarmente ma “WOW” è un viaggio bellissimo, che una volta concluso si vorrebbe ricominciare subito, come da bambini sull’ottovolante. Eppure qui si rimane sempre molto in alto in quanto a sensazioni d’ascolto ed ispirazione della band e l’unico commento che viene a chiusura del tutto è, appunto, Wow! (www.indieforbunnies.com)
(Rino De Cesare)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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