giovedì 10 febbraio 2011

THE DECEMBERISTS: vivaci ed intelligenti con il nuovissimo "The King Is Dead"

THE DECEMBERISTS “The King Is Dead” (Rough Trade, 2011)

Tracklist:
01. Don’t Carry It All
02. Calamity Song
03. Rise To Me
04. Rox In The Box
05. January Hymm
06. Down By The Water
07. All Arise!
08. June Hymm
09. This Is Why We Fight
10. Dear Avery

“The King Is Dead” sigla il ritorno della ciurma di “carbonari” di Portland, capitanati da Colin Meloy. Dopo l’interessante e convincente esplorazione nelle lande sonore del progressive/experimental rock, molto “english style”, con il precedente "The Hazards Of Love" (2009), i The Decemberists, si fanno nuovamente trasportare dagli impulsi atavici delle foreste pluviali del Nord-Ovest statunitense (www2.troublezine.it/reviews/15523/the-decemberists-the-king-is-dead). “The King Is Dead” lascerà probabilmente perplessa una grossa fetta dei fans della prima ora, come è fisiologico che accada nel percorso artistico di una band abbastanza influente. Non siamo al cospetto di un disco clamoroso, ma dopo le derive musicali del precedente capitolo c’è da restare più che ottimisti. Il Re è morto e nemmeno ce ne siamo accorti! (www.indieforbunnies.com/2011/01/10/the-decemberists-the-king-is-dead/). Il coraggio (o era avventatezza?) non sempre paga. E così, nel 2009, l’ambizioso “concept album” “The Hazards Of Love” ha incassato molte più critiche (anche feroci ed immeritate) che lodi. Colin Meloy, l’occhialuto nerd dalla vista lunga che regge da sempre il timone dei Decemberists, tra i migliori retro-progressisti d’America di questi ultimi anni, si era abituato alle coccole dei giornalisti e dev’esserci rimasto molto male. Fatto sta che ha prontamente ingranato la retromarcia, e allo yin di quell’album “prog-folk-metal” da lui stesso definito un “musical mancato”, risponde oggi con lo yang di “The King Is Dead”, titolo in un certo qual modo evocativo (nel 1986 gli Smiths pubblicavano “The Queen Is Dead”, ricordate?) per una collezione di canzoni semplici, lineari e cristalline come non mai. 10 canzoni (niente suite, nessuna fiaba allegorica o astruso sottotesto, stavolta!), poco più di 40 minuti di musica. Al primo impatto si arriva già al cuore del disco, perché “The King Is Dead” ha il pregio dell’immediatezza e della comunicativa: i cinque giovanotti dell’Oregon, barbe occhiali e aria rustica da contadini del rock, sono tornati scientemente alle loro radici college, a quel suono indie americano solidamente piantato nei primi anni ’80 di 10,000 Maniacs e R.E.M. E il fatto che in tre titoli ci sia la Rickenbacker di Peter Buck in persona rende il loro proposito ancora più autentico ed esplicito: pure troppo, se è vero che il jingle jangle chitarristico e la batteria di “Calamity song” (lo ha già osservato qualcun altro, ma non si può che sottoscrivere) fanno subito venire in mente una outtake o a una ghost track da “Murmur” o da “Reckoning” quasi 30 anni dopo. Buck si fa sentire, eccome, anche in “Down by the water”, e sono di nuovo sapori forti di R.E.M. con l’umore giusto per spopolare nelle college radio dentro e fuori il Web; l’ombra di Neil Young si allunga invece sulla suggestiva “Dear Avery” (strofa malinconica, inciso solare e arioso), mentre il sapore un po’ western di “This is why we fight”, l’episodio più rock, aggressivo ed elettrico della raccolta, piacerebbe sicuramente anche all’ultimo Billy Bragg. E che dire di “Rise to me”? Probabilmente la migliore della raccolta, con quel mix dolce e fragrante di pedal steel, sei corde acustica e armonica che firma inconfondibilmente il suono di questo album. Un disco fresco e piacevolissimo, sicuramente meno avventuroso e impegnativo dei precedenti. La messa a fuoco definitiva, la prova della maturità dopo cinque dischi di varia ed effervescente ispirazione? Mah, i Decemberists sono una band vivace e intelligente, curiosa e autoironica. Capace, come poche altre oggi, di sorprendere, di sovvertire i pronostici e di rimescolare le carte. Scommettiamo che la prossima volta cambieranno di nuovo direzione? (www.rockol.it/recensione-4486/Decemberists-THE-KING-IS-DEAD).
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Fernando Falcolini, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.

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