HORISONT “Tva Sidor Av Horisonten” (Crusher, 2009)
www.myspace.com/horisont
Tracklist:
Nightrider
Just Ain't Right
High Time
Unseen
Oh, My Lord
Horisont Boogie
Den Röde
Visa Vägen
Tiggaren
Efter Min Pipa
Esiste, ed è un dato di fatto, una scuola svedese di doom, anzi, concedetemelo, di seventies hard rock, perché il caso di Horisont, ma anche Graveyard e Witchcraft, non riguarda solo il mondo del doom ma tutto l’attuale panorama del rock duro dal sapore passatista. Citavo, non a caso, Witchcraft e Graveyard, perché gli Horisont sono quasi un ponte fra i due gruppi, quasi l’anello di congiunzione fra due mondi vicini, ma piuttosto differenti. Gli Horisont prendono dai Witchcraft il calore dell’hard e le liquidità psichedeliche che li hanno resi celebri; dai Graveyard, invece, attingono a piene mani le atmosfere quadrate e profonde. Poi ci mettono del loro, virando tutto con uno spirito clamorosamente rock-blues. Il risultato, inutile dirlo, è di altissimo valore (Mario Ruggeri, da Rockerilla n° 352 – dicembre 2009).
Fin dall’incipit, “Nightrider”, ci si ritrova catapultati in quei fulgidi anni ’70, pre-punk e pre-new wave of british heavy metal. Una voce acuta, dalla timbrica simile a quella di Mr. Ozzy Osbourne, si fa avanti delineando però contorni poco netti, qualcosa di non perfettamente a fuoco o, se vogliamo, che non sembra di cosi facile catalogazione. Al secondo brano, “Just Ain’t Right”, il mistero si dipana. La band suona un hard rock ben congegnato e pulito, dove gli echi degli anni settanta si fanno sentire, senza però appesantire il songwriting che risulta agile e snello, anche se leggermente scolastico, ma è un peccato veniale, facile da perdonare. Strutture blues contaminate da massiccio hard rock con larghe aperture verso la melodia, supportata da un buon cantato. Non potrete, ad esempio, rimanere indifferenti di fronte a “The Unseen”, ottima cavalcata blues che richiama alla mente ancora una volta i Black Sabbath.
La solita Svezia riesce a sprigionare un’onda d’urto potente che si propaga fino al nuovo continente sposando il gusto per quei suoni caldi e torridi che tanto sarebbero tanto piaciuti anche ai fratelli Allman. Tradotto in musica quanto appena affermato, “Horisont Boogie” ne è un validissimo esempio. Un incontro fra due culture diverse ma ben amalgamate dalla proposta musicale di questo combo proveniente da Gotegorg (www.metallus.it).
Gli Horisont, oggi, si pongono come autentici outsider di lusso di un mondo che, da circa 30 anni, ma soprattutto negli ultimi tre, sta rivelando capacità non comuni per un genere che, in teoria, dovrebbe essere revivalistico e invece vibra e pulsa, più di tante correnti contemporanee… e, soprattutto, svela la sua infinita classe. Ho ascoltato e riascoltato “Tva Sidor Av Horisonten”, cercando di metabolizzare la sostanza Horisont, ma senza risultati: la loro esperienza musicale è un flusso ininterrotto di scariche elettriche e, come tale va accettato… e adorato! … perché è grandioso! (Mario Ruggeri, da Rockerilla n° 352 – dicembre 2009)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
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