IL TEATRO DEGLI ORRORI "A Sangue Freddo" (La Tempesta, 2009)
www.ilteatrodegliorrori.com
Tracklist:
Ti aspetto
Due
A sangue freddo
Mai dire mai
Direzioni diverse
Il terzo mondo
Padre Nostro
Majakovskij
Alt
E' colpa mia
La vita è breve
Die zeit
Bastano pochi minuti per cacciare gli spettri del “difficile secondo album”, infatti ci si rende subito conto di essere davanti ad un lavoro veramente all’altezza. “A Sangue Freddo” è un album in cui si parla di tematiche sociali, di religione e d’amore, con un linguaggio decisamente originale, attraverso sferzate rabbiose allungate con un filo di cinica ironia. Le metriche, poi, sono sempre molto particolari, decostruite e legate, se vogliamo, ad un certo modo “hardcore” d’intendere la melodia. Pierpaolo Capovilla è sempre più padrone del microfono, buttando enfasi sulle parole, riuscendo nell’impresa di rendere linee non melodiche in qualcosa di orecchiabile. È grande musica quella che attraversa Il Teatro Degli Orrori (www.soundsblog.it).
Difficile ripresentarsi dopo aver realizzato un capolavoro qual è stato “Dell'impero delle tenebre”. Il gruppo capitanato dagli ex One Dimensional Man Pierpaolo Capovilla e Giulio Favero conquistò, nel 2007, un vastissimo consenso di pubblico e critica con un album decisamente innovativo per la scena musicale indipendente italiana: chitarre violente e distorte, improvvise frenate, ma soprattutto un’interpretazione teatrale dei testi e l'uso geniale della lingua italiana non proprio congeniale al genere. Centinaia di concerti in cui hanno infuocato i palchi di tutta Italia, due anni che passano e rieccoli. Il secondo disco si intitola “A Sangue Freddo” e viene quasi paura ad avvicinarsi, paura di essere delusi, paura che la magia sia svanita, perchè si sa quanto sia difficile fare due album di altissimo livello, senza ripetersi ma senza rivoluzionare completamente il sound. Ed è proprio questo che Il Teatro Degli Orrori è riuscito a fare. Già, siamo ancora qui a parlare di un bellissimo album, inutile girarci attorno: Capovilla e soci hanno fatto di nuovo centro. “A sangue freddo” è caratterizzato da cambi di tempo, da chitarre meno violente dell'esordio ma sempre graffianti, da testi incentrati sull'amore che lacera e brucia, ma anche su questioni politico-sociali lucidamente analizzate, senza pietà alcuna, per nessuno (www.rockol.it).
E “A sangue freddo”, alla fine, è un lavoro denso, aggressivo, potente, ma anche ricco di strumenti e sfumature che conferiscono un suono rotondo ai pezzi, meno grezzi ed immediati rispetto a quelli dell’esordio. Certo, è molto più complesso sia negli arrangiamenti che nei testi. È un disco che, fondamentalmente, parla di amore e di solitudine, ma mira anche a qualcosa di più. Agli inossidabili immaginari della memoria collettiva, intendo: “I soffitti viola e gli alberi infiniti… Le pagine chiare e le pagine scure… La strada lunga e diritta che fa schiantare le persone… Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare”… alla grande Canzone Italiana, per farla breve. Le citazioni che si possono cogliere qua e là, tradiscono il desiderio di entrare a far parte della cerchia di quelli che hanno davvero lasciato un segno nella musica d’autore nostrana. E se lo meritano davvero di entrarci. È un album importante, di quelli che ti entrano sottopelle e che ricordi per anni, forse per sempre. Uno dei migliori gruppi del nostro triste, sconsolato e orribile Paese (www.rockit.it).
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma ideato, scritto e realizzato da Camillo Fasulo & Marco Greco, con la radio-attiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo De Luca, Fernando Falcolini, Antonio Marra, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì dalle ore 22 alle 24 sull’emittente radiofonica CICCIO RICCIO di Brindisi – www.ciccioriccio.it
Ciao Camillo,
RispondiEliminahai ragione, è un grande album in cui sferzate di rabbia, contenuti e, perchè no, lezioni di musica d'autore raggiungono un equilibrio magnifico.
Il 19 marzo saranno a Bari, chissà, forse ci vediamo lì!
Cari saluti,
Vanni - C.F.F. e il Nomade Venerabile