NaaM “NaaM” (Tee Pee Records, 2009)
www.myspace.com/naamdestroysfaces
Tracklist:
Kingdom
Stone Ton
Skyling Slip
Fever If Fire
Tidal Barrens
Icy Row
Westered Wash
Frosted Tread
Windy Gates
Black Ice
Il vento soffia sulle dune del deserto, in piena notte, mentre il canto dei grilli si ode in sottofondo: un arpeggio di basso gonfio di echi si presenta indolente, solitario, pronto ad accompagnare gli ascoltatori pellegrini nel regno di Naam (audiodrome.it). È così che comincia la titanica “Kingdom”, brano d’apertura di uno dei dischi rock più ricchi, densi ed entusiasmanti degli ultimi anni e sorprendente esordio del trio newyorkese, composto da Ryan Lugar (chitarra e voce), John Bundy ( basso e voce) ed Eli Pizzuto (batteria), dedito al più evoluto heavy-psych intriso di lisergico misticismo sapientemente alternato a sferzate hard-rock e stoner. L'intero disco è un ribollente calderone, un magma incandescente dal quale di volta in volta riemergono in superficie, esplodendo nelle orecchie dell'ascoltatore, bolle di grandissimo rock denso di scorie psichedeliche: ed è un gran bel detonare per i padiglioni auricolari! Un allucinato sabba nel quale vecchi malefici maestri (Hawkwind, Black Sabbath, Kyuss, Sleep) e nuovi sciamani (Earth, Ancestors, Om) vengono di volta in volta evocati in una vertiginosa girandola sonora che vi farà viaggiare. Una mescolanza di suoni, però, ben svincolata da ovvie citazioni e che ci consegna una band dalle solide basi per la quale è possibile prevedere un radioso futuro (debaser.it). Il potere evocativo della musica dei Naam ha dell'incredibile: come un film composto da immagini psichiche i brani si susseguono creando una storia nella mente di chi ascolta, rapito, i dieci microcosmi che compongono l'album. Gli svolazzi della pianola killer di “Fever If Fire” non lasciano scampo, il tempo si frantuma e si dilata – micidiali sono i quasi impercettibili rallentamenti, poco prima che entri il cantato – poi accelera e si placa all'improvviso, abbandonandoci negli spazi solitari della notturna “Tidal Barrens” che raffredda inesorabilmente l'atmosfera. Il clima iniziale solare, desertico ed arabeggiante diventa raggelante, nordico e rabbioso, e troverà il suo apice nella incredibile “Black Ice”, un tuffo/tributo nel/al miglior black metal scandinavo, giustamente posta in chiusura. Ma non si faccia l'errore di sottovalutare il resto dei brani dal titolo glaciale della seconda parte dell'album: “Icy Row” è una poderosa cavalcata stoner-metal che sfoggia uno dei riff più irresistibili dell'intero album, “Westered Wash” è il liquido intermezzo che ben presto lascia spazio alla mastodontica “Frosted Tread”, dieci minuti da pelle d'oca che si mangiano in un sol boccone una consistente fetta del nuovo rock metallizzato che imperversa in questi ultimi anni, con una parte cantata che discende direttamente dall'Ozzy del periodo d'oro. E dopo la già citata “Black Ice”, che non lascia scampo, non resta che andare a letto, vibranti, devastati ed appagati (audiodrome.it). Un bel viaggio distorto e lucido al contempo, un gorgo di profonda “trance”, una frenetica e ossessiva danza tribale, esplosioni e sferzate di pura cattiveria, un cosmico rituale dal quale vi sveglierete pienamente soddisfatti se quello che cercavate era un’ora di (mal)sana fuga dalla realtà. Questo sono i Naam (debaser.it)!
Rino De Cesare
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma ideato, scritto e realizzato da Camillo Fasulo & Marco Greco, con la radio-attiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo De Luca, Fernando Falcolini, Antonio Marra, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì dalle ore 22 alle 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – ciccioriccio.it.
... decisamente positivo, anche se mi aspettavo qualcosina di più! In generale il disco stenta un po' nel decollo... ma poi una volta libratosi in volo riesce a mantenersi bene in quota!
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