Tracklist:
01. Raise The Curtain (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
02. Soul Chaser (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
03. Ten Years
04. Father Time (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
05. I Know
06. Big Brother
07. Armageddon
08. Soldier (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
09. Stalker (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
10. The Witch
11. Can't Get Away
12. The Truth (bonus track)
02. Soul Chaser (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
03. Ten Years
04. Father Time (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
05. I Know
06. Big Brother
07. Armageddon
08. Soldier (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
09. Stalker (guarda & ascolta: youtube.com/watch?)
10. The Witch
11. Can't Get Away
12. The Truth (bonus track)
“Raise The Curtain” non è un nuovo disco dei Jon Oliva’s Pain, ma trattasi invece di un primo disco solista vero e proprio per il famoso frontman di quella mitica band che furono i Savatage. Fatta questa prima doverosa precisazione, passiamo subito ad affrontare ciò che si è rivelato il nostro nemico numero uno durante tutti i numerosi ascolti dedicati a questo lavoro: le aspettative! Inutile girarci intorno o mentire a se stessi: chi, tra voi, nel vedere la sontuosa copertina di questo disco non ha pensato subito alle copertine e allo stile dei grandi Savatage? Ci immaginiamo ben poche mani alzate. È giustificabile, quindi, il fatto di avvicinarsi a quest’album con delle aspettative un po’ particolari, anche perché altrimenti non ci sarebbe sembrato nemmeno troppo sensato presentarsi semplicemente con la semplice denominazione di Oliva. E in effetti c’è qualcosa di molto diverso in queste undici tracce, una musica che non è in linea con i lavori recenti dei Jon Oliva’s Pain e non bada nemmeno a ricalcare troppo il sound dei vecchi album dei Savatage. Un po’ spiazzati? Vi assicuriamo che lo siamo stati anche noi nell’ascoltarlo. L’introduzione al disco è infatti affidata alla traccia che intitola l’album: un masterpiece di rock progressivo (davvero!) quasi completamente strumentale, che alterna alcuni cori a lunghi passaggi strumentali dove le tastiere impazzano alla grande! Il suono è molto settantiano. L’interruzione a queste atmosfere così atipiche ci arriva in corrispondenza della seconda traccia, una battagliera “Soul Chaser” che si piazza a metà tra il sound corposo dei JOP e l’aggressività dei Savatage di “Hall Of The Mountain King”. “Father Time” ci spiazza di nuovo perché propone, su una base indiscutibilmente hard, degli input jazz-rock assolutamente inaspettati: l’Hammond alla Jon Lord si snoda imperioso per tutto il pezzo, convincendoci che se questo brano fosse stato cantato da Ian Gillan, e non da Jon Oliva, non avrebbe stonato sull’ultimo “Now What?” dei Deep Purple. “Big Brother” e “Armageddon” rappresentano il lato più duro dell’album, riprendendo il metal elegante e di classe delle due bands rese grandi dal corpulento compositore; ma a colpirci di più è ancora una volta una ballad, quella bellissima “Soldiers” che ci regala pianoforte e fiati in quantità, facendoci sognare per tutta la durata del brano. E se “The Witch” propone un ultimo squarcio di puro metal prima della chiusura dell’album, troviamo ancora spazio per due inaspettati jolly quali la blueseggiante “Can’t Get Away”, veramente particolare, e per le aperture orientaleggianti di “Stalker”.
Che dire? Non è un nuovo
album dei Savatage, è vero, ma a questo punto ci chiediamo: avrebbe senso? Per
sua natura, la band floridiana ha sempre evitato di proporre un cliché. E se
quindi tra i fan c’è chi pregherebbe perché Oliva componesse ora un successore
del grandissimo “Hall Of The Mountain King”, altrettanti ne possiamo trovare
che pagherebbero per un secondo “Streets”, o anche per un più concreto e
metallico seguito di “Edge Of Thorns”. I Savatage, ma Jon soprattutto, sono
sempre stati così: incapaci di autoingabbiarsi in uno stile strutturato e
ripetibile. L’ispirazione non gli è mai venuta meno, ed è forse per questo che
tanti fans hanno come album preferito un disco ogni volta diverso. Se vogliamo
identificare nell’ispirazione e nella creatività i tratti caratteristici del
songwriting di Jon Oliva, possiamo tranquillamente dire che “Raise The Curtain”
sia un centro pieno! Un album sognante e sincero, spinto forte in avanti dagli
impetuosi venti di una vena creativa che evidentemente ancora non si è spenta.
Un album quindi molto buono, il cui unico difetto è quello di mancare di un
brano epocale, di quelli in grado di gareggiare con l’ingombrate eredità
artistica del suo stesso creatore. Per contro però, qui non c’è scappato
nemmeno un attimo di noia (http://metalitalia.com/album/oliva-raise-the-curtain/).
a cura di: Camillo
“RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni/N.R.G.” è
un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva
collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo,
in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio
Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.
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