Tracklist:
01. End Of The Beginning (guarda/ascolta: http://youtu.be/sjFiOxSHHmo)
02. God Is Dead?
03. Loner
04. Zeitgeist
05. Age Of Reason
06. Live Forever (guarda/ascolta: http://youtu.be/ppI1nqZxPTQ)
07. Damaged Soul (guarda/ascolta: http://youtu.be/A3dstAb3Jvo)
08. Dear Father (guarda/ascolta: http://youtu.be/mUOqthlpCXs)
02. God Is Dead?
03. Loner
04. Zeitgeist
05. Age Of Reason
06. Live Forever (guarda/ascolta: http://youtu.be/ppI1nqZxPTQ)
07. Damaged Soul (guarda/ascolta: http://youtu.be/A3dstAb3Jvo)
08. Dear Father (guarda/ascolta: http://youtu.be/mUOqthlpCXs)
I padri fondatori dell’heavy
metal ritornano con il primo disco da studio cantato da Ozzy da 35 anni a
questa parte.
“13” comincia, com’è
giusto che sia, con un possente riff: “End of the beginning” è praticamente la
rivisitazione di “Black Sabbath”, la auto-intitolata canzone manifesto del
primo eponimo album della band di Birmingham, Anno Domini 1970, solo che qui
siamo nel 2013!
Se la sono giocata bene
anche questa volta, i Black Sabbath. In mezzo a tutta la cieca adorazione di
cui gode questa band ci si scorda che ogni album realizzato dall’originale
quartetto aveva una sua precisa particolarità. “Black Sabbath”, l’esordio, era
a dir poco sorprendente con il suo stile quasi blues; “Paranoid” oscillava da
un polo emotivo all’altro; “Master Of Reality” era una iniezione di sangue alla
testa mentre “Vol. 4” rappresentava la successiva e inevitabile fase calante
tipica di un tossico; “Sabbath Bloody Sabbath” era sperimentale, “Sabotage” un
grande esercizio psico-mentale. Persino “Technical Ecstasy” e “Never Say Die”
erano diversi. Non necessariamente per forza “buoni”, ma diversi. E qui sta il
punto: “13” ha un altro sound rispetto a tutti questi lavori, ma ha un “trade
mark”, un marchio di fabbrica che solo gli originali Sabbath possiedono, e non
ci sono cloni né epigoni che tengano!
Ovviamente gli originali
Black Sabbath non sono al completo. A questo banchetto manca l’originale
batterista Bill Ward. E se vi starete chiedendo se la sua mancanza si avverta
sul disco … La risposta è “sì”! Manca quella ritmica così tipica ma anche così
folle di Bill. E lo stesso discorso vale anche, a volerci prestare attenzione,
per la produzione affidata a Rick Rubin: fin troppo precisa e rifinita. Un po’
di sano caos, in tutto quest’ordine, non avrebbe guastato. Comunque, quello che
è fatto è fatto. “13” non sarà bello come i primi sei dischi dei Sabbath
(quelli con Ozzy Osbourne, per intenderci!), ma è mille volte meglio di gran
parte di ciò che è venuto dopo, e molto più di quello che ci si sarebbe
aspettati da tre uomini in età da pensione e che non hanno più nulla da
dimostrare.
… E alla fine il cerchio
si chiude! La possente traccia che conclude l’album termina con un rabbrividente
rombo di tuono, il suono di una campana “a morto” e il rumore di una tempesta
che si avvicina. Gli stessi minacciosi suoni che aprivano il loro leggendario
album di debutto, ormai una vita fa! E questa non è, ovviamente, una
coincidenza!
“13” è stato uno dei
ritorni più attesi dell’anno ed è stato progettato con una precisione quasi
scientifica. Non è assolutamente una cosa fatta tanto per. E poi che il disco
suoni inequivocabilmente come un Black Sabbath d’annata, condizioni meteo
comprese, non è una sorpresa, ma potrebbe esserlo il fatto che sia anche così
dannatamente buono! E se dovesse, per davvero, rivelarsi il loro ultimo disco
(e le condizioni di salute dei componenti, comprese alcune non trascurabili
rivelazioni rilasciate alla stampa e presenti su questo disco, suggeriscono che
l’ipotesi sia tutt’altro che remota), allora non c’è alcun dubbio che sia il
miglior modo per chiudere questo “magico cerchio”!
(“Classic Rock Lifestyle” N° 009 / Agosto 2013, pagg. 122-123)
a cura
di: Camillo
“RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni/N.R.G.”
è un programma ideato
da Camillo Fasulo e realizzato con la
radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine
Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente
radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.
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