Tracklist:
01. Doubles & Trebles - 3:50 (guarda/ascolta: http://youtu.be/9TUJzK6Mqis)
02. Keep Exhaling - 1:39
03. Adore Your Island - 2:45
04. Re-Invent Your Second Wheel - 3:45
05. Stealth Of A Stork -1:54 (guarda/ascolta: http://youtu.be/VTmO4Javppc)
06. B/W Silence - 4:40
07. Time Lock Fog - 5:45 (guarda/ascolta: http://youtu.be/tZ7_U5uFlpw)
08. Magic Bullet - 3:41
09. Eels Sang - 2:15
10. Love Bends - 4:01 (guarda/ascolta: http://youtu.be/XSGfeBcIpwg)
11. As We Go - 4:36
12. & Much Besides - 6:12
13. Attractive Space - 3:33 (guarda/ascolta: http://youtu.be/QoIcWN3B-3U)
01. Doubles & Trebles - 3:50 (guarda/ascolta: http://youtu.be/9TUJzK6Mqis)
02. Keep Exhaling - 1:39
03. Adore Your Island - 2:45
04. Re-Invent Your Second Wheel - 3:45
05. Stealth Of A Stork -1:54 (guarda/ascolta: http://youtu.be/VTmO4Javppc)
06. B/W Silence - 4:40
07. Time Lock Fog - 5:45 (guarda/ascolta: http://youtu.be/tZ7_U5uFlpw)
08. Magic Bullet - 3:41
09. Eels Sang - 2:15
10. Love Bends - 4:01 (guarda/ascolta: http://youtu.be/XSGfeBcIpwg)
11. As We Go - 4:36
12. & Much Besides - 6:12
13. Attractive Space - 3:33 (guarda/ascolta: http://youtu.be/QoIcWN3B-3U)
“Change
Becomes Us” è il quarto album pubblicato dagli Wire dopo la reunion del 2004.
Secondo quanto affermato dagli stessi membri della band, le 13 tracce che fanno
parte del disco furono composte durante il biennio 1979/80, dopo la
pubblicazione dell’album “154”, ma non furono mai incise a causa del primo
scioglimento della band. Ora, dopo oltre 30 anni, il gruppo ha ripreso tali
brani (in molti casi, stando alle parole del frontman Colin Newman, si trattava
di abbozzi incompleti, più che di vere e proprie canzoni) cercando di adeguarne
il suono all'epoca attuale. “Change Becomes Us” ha ricevuto recensioni
prevalentemente positive da parte della critica specializzata. Il principale
motivo di apprezzamento dell'album è la capacità del gruppo di raggiungere un
giusto equilibrio tra l'energia post-punk degli esordi e lo sperimentalismo
della maturità. Tra le critiche negative va ricordata quella di Ondarock.it,
che ha assegnato a “Change Becomes Us” un punteggio di 5,5 affermando che il
recupero di pezzi inediti risalenti a circa 30 anni fa sia una sconfitta
artistica per un gruppo avanguardista come gli Wire (Wikipedia).
Ma la
classe non è acqua, bensì una questione innata che col passare del tempo non si
affievolisce. Specie se ad averla, quella classe, sono band storiche come gli
Wire e se gli anni passati cominciano ad essere tanti, nello specifico 30
abbondanti. “Change Becomes Us” è infatti, come già detto, una raccolta di
vecchio materiale opportunamente revisionato e risistemato per l'occasione. Ne
esce, paradossalmente, un album omogeneo, molto più vicino, com'è ovvio che
sia, alle ultime pubblicazioni della ennesima nuova fase della band inglese:
mature, posate, meno urgenti e abrasive, eppure sempre godibili da ascoltare e
molto più a fuoco rispetto ai più recenti nuovi lavori post rientro. Dunque,
per esprimere un giudizio sul valore di “Change Becomes Us”, vale da che
prospettiva lo si guarda: se si prende come il volume finale di una tetralogia
mai conclusa si rimarrà per lo meno perplessi, se invece ci si confronterà
pacificati col passare del tempo e col conseguente ammorbidimento generalizzato
allora ci si ritroverà davanti a un ottimo (ma anche inoffensivo) disco di rock
di classe. Come a dire: a ognuno il suo! (www.sentireascoltare.com/recensione/11473/wire-change-becomes-us.html).
Il
grandissimo potenziale di questa band è sicuramente quello di essere
continuamente riuscita a non ripetersi. Qualcosa che va oltre l’essere degli
innovatori. Gli Wire usano la musica come una pasta modellante a cui di volta
in volta far assumere forma e consistenza diversa ed hanno dalla loro una
immaginazione dilagante, una inquietudine ispirativa mai affievolita e,
soprattutto, un senso dell’estetica raffinatissimo. Si muovono a loro agio sia
nella sperimentazione più estemporanea che nel cesellare con maniacalità e
purismo assoluto l’essenza cristallina ed eterea della perfetta melodia pop. Sono
attivi dal 1976, hanno attraversato epoche di incredibili cambiamenti di mode e
generi musicali, eppure sembrano collocarsi in un oltre indefinito, in una
dimensione che sovrasta la catalogazione o che la rende immediatamente superata
se applicata al loro caso. Escludendo le numerose raccolte, live, EP e
antologie “Change Becomes Us” è il loro tredicesimo lavoro da studio sulla
lunga distanza. Per riassumere: vi si coglie più l’irruenza arty e astratta di
“Pink Flag” piuttosto che l’ombrosità quasi decadente di “Chairs Missing”,
volendo assumere a paragone due loro opere seminali. Ma, d’altro canto, dopo
oltre sette lustri di esperienza, questa non può che apparire la virata più
sana e più equilibrata che gli si possa chiedere. Si riprendono in parte i calibratissimi
equilibri e le levigature del magistrale 3° album “154” (1979) ma di fatto
rompono gli agganci con “Read & Burn”, quel sublime EP che ne aveva segnato
il ritorno in scena circa 10 anni fa. Gli Wire non ritornano mai sui loro
passi. Appartengono al divenire. Hanno sempre il loro asso nella manica da
sfoderare con la loro classe innata (www.distorsioni.net/canali/dischi/change-become-us).
a cura
di: Camillo
“RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni/N.R.G.”
è un programma ideato
da Camillo Fasulo e realizzato con la
radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine
Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24
sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.
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