MUDHONEY “Vanishing Point”
(Sub Pop, 2013) – www.mudhoneyonline.com
Tracklist:
01. Slipping Away (guarda/ascolta: http://youtu.be/OZ5hmpRW1mM)
02. I Like It Small (guarda/ascolta: http://youtu.be/7511NXJNV8o)
03. What To Do With The Neutral (guarda/ascolta: http://youtu.be/v4QQffxB7Ps)
04. Chardonnay
05. The Final Course
06. In This Rubber Tomb
07. I Don’t Remember You
01. Slipping Away (guarda/ascolta: http://youtu.be/OZ5hmpRW1mM)
02. I Like It Small (guarda/ascolta: http://youtu.be/7511NXJNV8o)
03. What To Do With The Neutral (guarda/ascolta: http://youtu.be/v4QQffxB7Ps)
04. Chardonnay
05. The Final Course
06. In This Rubber Tomb
07. I Don’t Remember You
08. The Only Son Of The Widow From Nain
(guarda/ascolta: http://youtu.be/az2JAhGqWuw)
09. Sing This Song Of Joy (guarda/ascolta: http://youtu.be/R4aIEbzKZiE)
10. Douchebags On Parade
09. Sing This Song Of Joy (guarda/ascolta: http://youtu.be/R4aIEbzKZiE)
10. Douchebags On Parade
Dall’ascolto dei 10 pezzi di cui è composto “Vanishing Point” esce una band che non dimostra affatto i 25 anni che si porta sulle spalle. Una band che, anzi, sembra essere particolarmente in palla. Stiamo parlando dei Mudhoney (gli stessi di “Touch me I’m sick”, anche se con qualche capello bianco in più) e del loro nuovo lavoro in studio. Un disco punk, alternative e hardcore (un tempo lo avremmo definito “grunge”!), sorprendentemente agile per tutti i poco più di trentacinque minuti della sua durata. Mark Arm, Steve Turner, Dan Peters e Guy Maddison sono tornati in studio a cinque anni di distanza da “The Lucky Ones”, il tempo più lungo in assoluto mai intercorso tra due pubblicazioni della formazione di Seattle. Un tempo però necessario per assemblare un’opera dalle fondamenta estremamente solide, un disco suonato da un gruppo ormai pienamente maturo e, soprattutto, sempre più consapevole della propria identità. In “Vanishing Point”, in estrema sintesi, ci sono i Mudhoney che (divertendosi parecchio) fanno i Mudhoney: grezzi, diretti, senza compromessi, innamorati di Hendrix (molto) e degli Stooges (se possibile ancora di più). I Mudhoney che, agli inizi, probabilmente nessuno si sarebbe mai aspettato potessero durare così a lungo; forse, se glielo chiedessimo, nemmeno loro stessi. Eppure, 25 anni dopo, eccoci qui, di nuovo, con in mano un buonissimo album… neanche a dirlo… alla Mudhoney! (http://www.rockol.it/vetrina-8211/mudhoney-vanishing-point).
Tirando le somme di una
carriera così lunga, la vicenda del quartetto di Seattle appare perfettamente
parallela a quella della casa discografica Sub Pop con cui, tra divisioni e
ritorni di fiamma, ha compiuto lo stesso cammino da sensazione underground al
boom degli anni '90. Ma non siamo qui per ribadire quanto erano urticanti e
felicemente creativi i primi reperti vinilici di questa inossidabile band, ma
per constatare che la maturità non l'ha ancora imborghesita. “Vanishing Point” è
esattamente quello che da loro ci si poteva e doveva aspettare. Difficile
chiedere di più, se non che rendano sul palco, come hanno dimostrato di recente
di saper ancora fare (http://www.sentireascoltare.com/recensione/11456/mudhoney-vanishing-point.html).
Rieccoli tonici e cattivi
come da copione in quella che dovrebbe essere la loro nona uscita sulla lunga
distanza (se escludiamo una miriade di mini album, EP e varie rarità). Il tempo
passa per tutti, è vero, ma con questa compagine di adorabili canaglie sembra
essere assai più clemente che nei riguardi di numerosi colleghi della stessa scena di riferimento.
Nell’ostinazione di chi ha sempre creduto in ciò che faceva, onestamente, anche
senza mai puntare troppo in alto ma restando fedele al proprio credo estetico e
a una certa filosofia musicale, va ricercato il certificato ultimo della loro
purezza (http://www.ondarock.it/recensioni/2013_mudhoney_vanishingpoint.htm).
Meritano rispetto, i Mudhoney.
Rispetto per quello che hanno fatto, per quello che fanno e per quello che, ne
siamo sicuri, ancora faranno. Ma soprattutto meritano rispetto perché sono
riusciti a creare un album mettendo insieme la passione e il divertimento dei
ragazzini e la confusione, la complessa ironia degli adulti. Di chi sa che la
vita non è tutta da ridere ma che proprio per questo bisogna apprezzare ogni
sorriso e riconoscere l’importanza delle piccole cose, come dice convinto Mark Arm
in “I Like It Small” (http://www.indieforbunnies.com/2013/04/08/mudhoney-vanishing-point/).
Da questo link sarà possible ascoltare l’intero
album: www.youtube.com/watch?v=wl8evbBPtqw
a cura di: Camillo “RADI@zioni”
Fasulo
“RADI@zioni/N.R.G.” è
un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva
collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo,
in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio
Riccio” (www.ciccioriccio.it)
di Brindisi.
Nessun commento:
Posta un commento