sabato 12 maggio 2012

IL TEATRO DEGLI ORRORI: 16 storie di migrazione... verso un mondo nuovo!

IL TEATRO DEGLI ORRORI “Il Mondo Nuovo” (La Tempesta / Universal, 2012) – www.ilteatrodegliorrori.com
Tracklist:
01. Rivendico (ascolta http://youtu.be/bdXS51a8U-w)
02. Io cerco te (ascolta http://youtu.be/K5LUwe4DlLo)
03. Non vedo l'ora
04. Skopje (ascolta http://youtu.be/R2e6UZHCZYI)
05. Gli Stati Uniti d'Africa
06. Cleveland – Baghdad
07. Martino
08. Cuore d'oceano
09. Ion (ascolta http://youtu.be/kBLe9Hj8AkI)
10. Monica
11. Pablo
12. Nicolaj
13. Dimmi addio
14. Doris (ascolta http://youtu.be/CkbbFjU1I0o)
15. Adrian
16. Vivere e morire a Treviso
Dopo mesi di segnali poco incoraggianti e futuro incerto, visti gli annunciati cambi di formazione e il ritorno in pista degli One Dimensional Man (primigenia band da cui provengono alcuni degli elementi de Il TDO), la band rimette insieme i pezzi e pubblica il fatidico 3° album. “Il Mondo Nuovo” è un lavoro ambizioso che vuole fornire un ritratto dell’Italia di oggi attraverso 16 storie di viaggiatori: migranti, immigrati, clandestini. Messe da parte quasi del tutto le intemperanze noise dell’ottimo esordio “Dell’Impero Delle Tenebre” (2007), il Teatro consolida i suoi punti di forza (una band compatta e potente, arrangiamenti curati, la voce narrante dell’istrionico Pierpaolo Capovilla) e ci aggiunge un tocco di musica etnica. Il registro letterario e il gusto per la citazione “colta” rendono Il TDO, ancora una volta, una band da amare o da odiare in egual misura, ma costituiscono il tratto distintivo di una band che ha saputo costruire una felice via italiana al rock prossimo venturo. L’album si snoda attraverso attraverso un mosaico di cronaca nera, impressioni, drammi e indifferenza nel paese dove democrazia e xenofobia si alimentano a vicenda. Una conferma, sebbene il tiro beffardo del primo album resti insuperato! (Nicolò Carli, “Rock Hard” N° 28/feb.2012)
Dal 2007 ad oggi Il Teatro Degli Orrori è riuscito dove poche altre rock band nazionali sono riuscite in tempi recenti. Partiti come un’evoluzione musicale degli One Dimensional Man (tornati in pista di recente per ricordarci di non essere mai morti), il TDO, con due strepitosi album di noise-rock nerissimo, la voce (e la lingua) onesta e rovente di un leader tanto puro quanto mefistofelico, e migliaia di palchi calcati sempre col medesimo impeto, sono riusciti a diventare una delle più importanti formazioni rock tricolori, stipando di affiatati ascoltatori il più piccolo dei club come il più ambito palazzetto o festival specifico. Capovilla ha descritto questo “Il Mondo Nuovo”, nelle interviste, come un lavoro “commerciale”, ma basta ascoltarlo per rendersi conto che Il TDO non ha certo tolto il piede dall’acceleratore, ma ha lavorato per rendere più comprensibile il proprio lavoro senza smussarne neppure uno spigolo. Ciò che si nota di più è lo sforzo dello stesso Capovilla di far comprendere il proprio messaggio anche trattenendo, talvolta, la propria verve nell’interpretazione proprio per far arrivare il proprio messaggio ad un più ampio numero di persone. Un grande affresco che avrebbe potuto essere ridotto e limato, ma che non mostra alcuna flessione nel talento di una band che merita di essere conosciuta da un più ampio pubblico. Una band capace di parlare di morte quanto di amore con la stessa passione. (Giuseppe Fabris, www.rockol.it/recensione-4811/Il-Teatro-degli-Orrori-IL-MONDO-NUOVO)
Chi sostiene che il rock è morto non ha fatto bene i conti con “Il Mondo Nuovo”, il nuovo album de Il TDO, che arriva dopo il clamoroso successo di “A Sangue Freddo” (2009), capace di portare alla ribalta le gesta di una band indubbiamente fuori dalle convenzioni. Chi conosce il percorso artistico del gruppo veneziano sa che non ama usare le mezze misure. La strada fin qui tracciata li conduce nei sentieri rassicuranti della musica di qualità, concepita attraverso un suono potente e intrigante, abilmente contrapposto ai contenuti romantici dei testi. A conti fatti il disco è inevitabilmente politico, le traiettorie che lo dirigono sono manifeste e si mescolano tramite le consuetudini che regolano, da sempre, le dinamiche del quartetto. Le caratteristiche narrative, divenute un vero e proprio marchio di fabbrica, trovano la massima esposizione in “Ion”, canzone d’amore nella quale si cela la tragedia di Ion Cazacu, operaio rumeno “ucciso dal fuoco” a seguito di gravi ustioni, nel 2000, a Varese. Spazio anche alle rivisitazioni “e non alle cover” come tiene a specificare Capovilla: “Doris” (canzone degli Shellac) rivive nel disco in omaggio alla band di Chicago. Ed è proprio questo tipo di operazione che crea il fil rouge con gli esordi; basti pensare a “Dio Mio(nell’album “L’impero Delle Tenebre” del 2007), pezzo in grado di rivisitare “Eyeball” degli Scratch Acid, non a caso band storicamente attigua agli Shellac. (www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/27/mondo-nuovo-teatro-degli-orrori/187035/)
Notazioni a margine: il dipinto raffigurato sulla copertina dell'album si intitola “Face Cancel”, opera di Roberto Coda Zabetta. Tra gli ospiti intervenuti nella realizzazione dell’album: Caparezza, Rodrigo D’Erasmo (Afterhours), Andrea Appino (Zen Circus), Aucan, Egle Sommacal e molti altri ancora.
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


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