1. The
Gravedigger’s Song (VIDEO)
2. Bleeding Muddy Water
3. Gray Goes Black
2. Bleeding Muddy Water
3. Gray Goes Black
5. Riot In My House
6. Ode To Sad Disco (VIDEO)
7. Phantasmagoria Blues
8. Quiver Syndrome
9. Harborview Hospital
10. Leviathan
11. Deep Black Vanishing Train
12. Tiny Grain Of Truth
La strada verso gli inferi
è lastricata di riflessioni ad alto tasso alcolico, file di bicchieri vuoti,
lacrime versate, fango vischioso come sabbie mobili, ferite da leccare, inverni
desolanti, demoni tentatori e ancora battaglie, cedimenti, imperfezioni.
Benvenuti nel cupo e livido universo di Mark Lanegan, indefesso traghettatore
di anime perse e tormentate, e distinto officiante del funerale del blues. La
“musica del diavolo”, tuttavia, più che spegnersi tristemente, subisce una,
cento, mille reincarnazioni. “Blues Funeral”, il disco che arriva otto anni
dopo “Bubblegum”e infiniti progetti di collaborazione (e che riunisce amici
“speciali”, da Josh Homme a Greg Dulli e Jack Irons), è uno spettacolare
calderone di sperimentazioni e contaminazioni, mai troppo azzardate eppure in
grado di indicare direzioni diverse. (freequency.it)
“Blues Funeral” mantiene
le promesse contenute nel titolo mettendo in scena un disco attraversato in
lungo e in largo da autostrade di suoni moderni e inaspettati fiumi di
elettronica. Il funerale del blues viene celebrato subito, all’inizio del viaggio:
il becchino ha infatti la sua canzone! “The Gravedigger’s Song” è il manifesto
del nuovo corso di Lanegan; un brano intenso, una cavalcata dal ritmo sostenuto
tra le ombre della notte, sospinta da un vento elettronico e da chitarre
rugginose. Segue il blues nero e seducente della lenta ed emozionante ”Bleeding
Muddy Water”, mentre la dolce ballata notturna “Phantasmagoria Blues” vale da
sola l'acquisto dell'album. Non mancano poi le sorprese come i suoni quasi
post-punk della sognante “Harborview Hospital”, anch’essa adagiata morbidamente
su un prezioso tappeto di tastiere e ricami elettronici o i sinuosi ritmi dance
di ”Ode to Sad Disco”. (it.paperblog.com)
Epurato nella forma
dall'influenza delle “canzoni dei campi”, ne conserva e ne amplifica la
sostanza, seguendo un percorso più compatto rispetto a “Bubblegum” e al tempo
stesso più ricco di sfumature, estremamente vivido e vivo. Pezzi dalla
disarmante carica energetica si alternano a canzoni struggenti e mai scontate;
la sensazione è quella di perdersi ed affondare in un elemento primordiale,
liquido amniotico dell'anima, radice di ogni felicità, di ogni disagio. La voce
– quella voce – che ti spoglia e ti costringe a prestare attenzione all'odore
degli umori e di sudore lievemente acre. Che distilla lo spirito come fosse il
migliore dei whiskey invecchiati. Invecchiato di sette anni, Lanegan non si
smentisce, regalandoci un album che è insieme meraviglioso, vizioso, e alchemico.
(stordisco.blogspot.com)
(Rino De Cesare)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma
curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la
radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e
Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24
sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
mi permetto di segnalarvi anche questa bellissima e rara intervista...
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=9_HTwqZ0m9A
A presto,
Alessio
Grazie, Alessio! Grazie per la segnalazione!!! :)
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