Tracklist:
1. Do The Meaning (VIDEO)
2. Other Thematic Material (VIDEO)
3. The Worst Of Progress…
4. Hello Mister Curtis (With Apologies) (VIDEO)
5. Physics (VIDEO)
6. Happening In English
7. Holy Dotage (VIDEO)
8. Of Course Howard (1979)
9. Final Analysis Waltz
10. The Burden Of A Song
1. Do The Meaning (VIDEO)
2. Other Thematic Material (VIDEO)
3. The Worst Of Progress…
4. Hello Mister Curtis (With Apologies) (VIDEO)
5. Physics (VIDEO)
6. Happening In English
7. Holy Dotage (VIDEO)
8. Of Course Howard (1979)
9. Final Analysis Waltz
10. The Burden Of A Song
In atmosfera da “retromania” galoppante, tra un ostinato “new
wave U.K. revival” e bands ultra-stagionate che si riuniscono (come gli
Ultravox) ed annunciano nuovi album in preparazione, anche il carissimo Howard
Devoto ha pensato bene di far rivivere la gloriosa sigla Magazine, una di
quelle bands che diedero davvero senso ad etichette abusate come post punk e
new wave, incidendo tra il 1978 e il 1981 un poker di lavori innovativi e
progressivi, che risplendono ancor oggi di luce abbagliante. A 30 anni esatti dall'ultimo
lavoro in studio "Magic, Murder and Weather" (1981) i Magazine sono
di nuovo tra noi. “No Thyself” ha nerbo e carattere, soprattutto a livello
compositivo; chi conosce ed ha amato i loro lavori fine anni ’70
inevitabilmente riconoscerà emulate molte delle geniali intuizioni in essi
contenute: le tipiche incalzanti progressioni chitarristico-tastieristiche,
dinamici sviluppi tematici mai scontati, oltre all’inconfondibile incedere
vocale, decadente e carismatico di Mr.Howard Devoto. Non abbandonano tuttavia
velleità sperimentali questi Magazine del 2011: la fiera dignità compositiva e
le insidiose tessiture armoniche sanno accendere anche nell’ascoltatore più
prevenuto entusiasmi che si supponeva spenti per sempre. Un fatale ed isolato
colpo di coda “No Thyself”? Quale che sia il futuro dei Magazine il regalo di
questi nuovi esaltanti dieci brani rimane immenso. (distorsioni-it.blogspot.com)
Della serie “a volte ritornano” e per di più in grande stile,
ultimi nelle annate delle reunion arrivano, quindi, i Magazine di Howard
Devoto, band leggendaria e di culto nella Manchester ottantiana, derivata da
quei Buzzcocks nati proprio grazie a Mr. Devoto e dai suoi pur brevi trascorsi
con la seminale formazione punk britannica. Ed è un piacere riscoprire la band
in perfetta forma, caustica e ironica come sempre. Forse si tratta solo di un
colpo di coda in grande stile, o qualcuno potrà vederlo esclusivamente come un
citazionismo retrospettivo gratuito, sta di fatto che "No Thyself"
regala momenti di puro piacere musicale. Si tratta di un album solido, ben
costruito, che non lascia spazi vuoti e con un songwriting eccellente. Tuttavia
dà quasi l’impressione di essere davvero un canto del cigno, un’operazione
irripetibile e senza ritorno, né futuro. Nonostante questo diletterà chiunque
adori i suoni post-punk, new wave originali o è alla ricerca di un ottimo album
di musica alternativa fuori dal comune. (http://www.roarmagazine.it/recensioni/musica-imbecille-per-gente-altrettanto/recensioni-album/495-magazine-qno-thyselfq-colpo-di-coda-in-grande-stile.html)
Per un destino cinico e baro Howard Devoto non è ricordato come
un grande della scena Brit ma solo come una figura di culto. Le storie del rock
in qualche modo lo risarciscono: leader dei Buzzcocks, fu tra i pionieri del
punk e con i Magazine combattè con onore sul fronte della new wave. Lui
comunque non ha mai avuto problemi. Con nobile sprezzatura si è sempre tenuto
lontano dai giudizi del prossimo, riconoscendosi come un principe, uno “special
one”; capace di staccare all’apice del successo, di sparire per diversi anni e
di rimodellare la sua creatura così, con nonchalance, come se fossero passati
pochi mesi e non trent’anni. “No Thyself”, in effetti, è il primo album dai
tempi lontanissimi di “Magic, Murder & The Weather”, quando Chris Martin,
per capirci, andava all’asilo e gli Arctic Monkeys erano ancora sulle ginocchia
di Giove. È passata una vita ma il principe non ha perso il tocco. Con lui ci
sono due dei suoi compagni originali (John Doyle e Dave Formula), un amico
incontrato per strada (Noko) e un ingaggiato dell’ultima ora (Stan White). Il
suo è sempre un rock intelligente, nervoso, fuori dagli schemi, cui il tempo ha
solo regalato qualche ombra e un passo grigio oscuro. Anche i testi hanno
sempre evitato il banale, e le adulte meditazioni del nuovo repertorio lo
confermano: maliziose considerazioni su sesso e vita come in “Other Thematic
Material” o il felice delirio tra ironia e provocazione di “Hello Mr. Curtis”,
dove Devoto confessa la sua decisione di “morire come un re, come Elvis, su
qualche cesso dimenticato da Dio”. L’immagine di copertina rende bene il gusto “surreal
dark” del nostro uomo e del suo commando derivata da una litografia di un
dimenticato pittore di fine ’800, Odilon Redon, nella cui testa si agitavano
inquietanti fantasmini come quelli che piacciono tanto a Devoto: un testone che
somiglia a un sudicio ciclope che sorride nato da “un nuovo tipo di fantasia”,
giusto come quella dei Magazine, “figlia di malattia e delirio”. (http://www.myword.it/rock/reviews/5435)
“RADI@zioni” è un programma
curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione
di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in
onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente
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