Tracklist:
01. Road Salt Theme
02. Softly She Cries (VIDEO)
03. Conditioned (VIDEO)
04. Healing Now
05. To The Shoreline (VIDEO)
06. Break Darling Break (extra track)
07. Eleven (VIDEO)
08. 1979
09. Of Salt (extra track)
10. The Deeper Cut
11. Mortar Grind
12. Through The Distance
13. The Physics Of Gridlock
14. End Credits
01. Road Salt Theme
02. Softly She Cries (VIDEO)
03. Conditioned (VIDEO)
04. Healing Now
05. To The Shoreline (VIDEO)
06. Break Darling Break (extra track)
07. Eleven (VIDEO)
08. 1979
09. Of Salt (extra track)
10. The Deeper Cut
11. Mortar Grind
12. Through The Distance
13. The Physics Of Gridlock
14. End Credits
Continua il viaggio negli
anni 70 da parte di Daniel Gildenlöw e soci in quella che sembra proprio essere
la nuova vita della band. Se con “Road Salt One” nel 2010 i Pain Of Salvation
hanno iniziato a ricostruire il proprio sound e per farlo hanno dovuto
ricominciare dal primo mattone, con “Road Salt Two” (composto
contemporaneamente al precedente ma pubblicato nel 2011) i Nostri aggiungono un
po’ di sovrastruttura, sempre restando su coordinate squisitamente vintage.
Questo nuovo capitolo è un po’ più oscuro e sicuramente più blues del
precedente pur continuando a giocare con psichedelia e rock duro e cercando di
mantenere più o meno a freno una sorta di grezza energia primitiva.
Il lavoro ha un andamento
molto cinematografico, si apre (e si chiude) con una breve orchestrazione dal
sapore indo-cinese, per poi lasciare spazio alle distorsioni cupe e roche di “Softly
She Cries”. Il riff portante, se solo fosse stato ribassato di un paio di
ottave e ingrassato a dovere, potrebbe essere scappato dalla penna di Tony
Iommi e, come se non bastasse, lo spettro del baffuto dinosauro emerge in altri
frangenti come in “Eleven” o in “Conditioned” (che oltre ad essere un
collegamento con la “Linoleum” del precedente capitolo, è un’evidente
rivisitazione della “Supernaut” di sabbathiana memoria).
Le sorprese sono
ovviamente dietro l’angolo, vi stupirete infatti trovandovi in mezzo a “Healing
Now” intrisa com’è della vena folk degli Zeppelin, o alla morriconiana “To The
Shoreline” o a “Through The Distance”, che in qualche modo ci ha ricordato la Cinematic
Orchestra di “Ma Fleur”.
Il disco “nero” non ha
quindi nulla da invidiare al gemello “bianco” cui è legato indissolubilmente.
Di conseguenza se lo avete apprezzato, allora “Road Salt Two” sarà il
benvenuto, altrimenti evitatelo. A questo punto della storia dei Pain Of
Salvation c’è un fatto incontrovertibile da considerare: Daniel Gildenlöw
sembra voler puntualizzare, tramite questi lavori, che si è stufato del metal
progressivo e molto probabilmente del metallo in generale. Se volete ancora quelle
sonorità, è meglio che cerchiate nel passato della band piuttosto che nel
presente e, probabilmente, nel futuro. Per la cronaca, Pain Of Salvation sono
in giro fin dalla seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso ed hanno all’attivo
poco meno di una decina di lavori ufficiali, se escludiamo un paio di raccolte
dal vivo su cd e dvd. E se poi siete degli estimatori del genere, consiglio
spassionatamente di procurarvi il bellissimo “One Hour By The Concrete Lake”
(1998): straordinario album di purissimo progressive metal da affiancare alle
opere migliori dei Rush, dei Dream Theater o dei grandissimi e
sottovalutatissimi Fates Warning. Per chi scrive, i due più recenti “Road Salt”,
parte 1ª e parte 2ª, rappresentano comunque uno degli apici compositivi dei Pain
Of Salvation, capaci di reinventare il proprio sound in qualcosa di
completamente diverso dal loro medesimo recente passato, ma non per questo meno
intrigante. (http://www.outune.net/dischi/medium/pain-of-salvation-road-salt-two/33711)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo
Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva
collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo,
in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente
radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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