TRACKLIST:
01. The valley (video http://youtu.be/vCAAceeWA_Q)
02. Piratess (video http://youtu.be/PAXXftP_ln8)
03. Rider (video http://youtu.be/Tb2u9YxAqys)
04. Lay of the survivor
05. White shadow waltz
06. We need a myth (video http://youtu.be/y6x1u2KvjUc)
07. Mermaid
08. Hanging from a hit
09. Show yourself
10. Your past life is a blast
11. Wake and be fine (video http://youtu.be/iHaCtxW6Vv8)
12. The rise
01. The valley (video http://youtu.be/vCAAceeWA_Q)
02. Piratess (video http://youtu.be/PAXXftP_ln8)
03. Rider (video http://youtu.be/Tb2u9YxAqys)
04. Lay of the survivor
05. White shadow waltz
06. We need a myth (video http://youtu.be/y6x1u2KvjUc)
07. Mermaid
08. Hanging from a hit
09. Show yourself
10. Your past life is a blast
11. Wake and be fine (video http://youtu.be/iHaCtxW6Vv8)
12. The rise
Tra il 2007 e il 2008 gli Okkervil
River avevano concentrato i punti più alti della loro carriera, con
due dischi provenienti dalle stesse sessioni (“The stand ins” e “The stage
names”), una emozionante raccolta di cover registrate dal vivo (“Golden
opportunities”) distribuita gratuitamente via Internet e un tour che li ha
impegnati a lungo. Dopo tutta questa frenesia produttiva Will Sheff, voce e
leader della band, ha chiuso le serrande e ci ha pensato un po' prima di far
sentire una nuova canzone, riaffacciandosi solo alla fine del 2010 con la
collaborazione con Roky Erickson (13th Floor Elevators), sfociata
nell'album “True love cast out all evil”: una sorta di prova generale per
testare la consistenza di tutta la band prima di pubblicare, finalmente, un
nuovo album di inediti. Abituati al folk rock semplice e diretto dei dischi
precedenti, l'ascolto di questo nuovo disco si propone inizialmente come un bel
pugno in pieno viso. Il risultato, di primo acchito, potrebbe suonare detestabile,
ma dandogli fiducia e analizzandolo con cura questo disco può donare più
soddisfazioni di quanto si possa credere. E pazienza per il pugno, questo è pur
sempre rock'n'roll. (http://www.rockol.it/recensione-4622/Okkervil-River-I-AM-VERY-FAR)
La prima cosa che risalta di questo ‘I Am Very Far’ è il suo
‘umore’, difficile da raccontare, non semplice da assorbire. Viene da chiedersi
se il disco sia frutto di un progetto musicale che li vede in parte cambiar
rotta, allontanandosi così dalla matrice che li ha fin d’ora caratterizzati o
se invece, cosa assai meno probabile, sia la conseguenza di un vuoto creativo.
Personalmente quello che conta è che l’album suoni bene, per il resto, solo il
futuro prossimo potrà darci una risposta. Un ottimo disco comunque, che
sottolinea la grandezza di questo gruppo. (http://appuntinovalis.blogspot.com/2011/05/okkervil-river-i-am-very-far-2011.html)
“I Am Very Far” è il sesto album degli Okkervil
River, band folk-indie-rock proveniente da Austin in Texas. Parto
dal presupposto che tutti conosciate almeno un disco degli Okkervil River, se
così non fosse cercate di rimediare quanto prima, magari cominciando dal
magnifico “Down The River of Golden Dreams” (il loro
secondo album pubblicato nel 2003). Assodato questo, ecco cosa c’è di nuovo: “I
Am Very Far” è un disco decisamente convincente sebbene diverso dalla
precedente discografia. “The Valley” parte subito con il piede pigiato sull'acceleratore con un
tamburo a scandire l'andamento sostenuto, quasi una marcia, a cui si
sovrappongono archi su archi creando un caos “ordinato”. “Piratess”, invece, è un
brano costruito solo sul groove di basso, lontano anni luce da quanto sentito
in passato, e con dei giornali strappati usati per le percussioni. Ma la band dà
qui dimostrazione di saper padroneggiare una gamma ancor più ampia di strumenti
e suoni: sezioni d’archi, tastiere, fiati e arrangiamenti corali. Ne sono ben
rappresentative “Rider”
(fantastica e con un finale “spectoriano”) e “Wake And Be Fine” nella quale, narra la leggenda,
pare siano stati impiegati due batteristi, due pianisti, due bassisiti e
sette(!) chitarristi, in una sessione di registrazione durata 12 ore. “We Need A Myth”, uno dei
miei pezzi preferiti, può essere considerato l’anello di congiunzione fra
questo disco e i “vecchi” Okkervil River. L’overdose sinfonica, prestata al
consueto binomio folk / rock, sbilancia “I Am Very Far” verso territori rock.
Così mentre il cantato di Will Sheff non accenna a ricomporsi, anzi è ancora
accorato, emotivo e “di pancia”, il sound del disco si fa più rock, scuro,
nitido e meno farraginoso. (http://www.indieriviera.it/indie-rock/okkervil-river-i-am-very-far/)
C'è un tempo per cercare di dominare le onde e un tempo per
lasciarsi travolgere dalla corrente. Perdere il controllo, abbandonarsi alla
piena: le acque del fiume Okkervil rompono gli argini, invadono terre,
anime e corpi. "I Am Very Far" è un alluvione che spinge lontano,
trascinando ogni cosa con sé: così lontano che, stavolta, Will Sheff e la sua
ciurma sembrano aver smarrito la rotta di casa. La densità prevale sulla
misura, l'evocazione prevale sul racconto. "Lo scopo", per usare le
parole di Sheff, "era spingere la mia mente in posti dove non volevo andare".
Luoghi nascosti nel profondo di sé, al di là della soglia su cui vegliano le
nere sagome raffigurate in copertina. Come Orfeo oltre le porte degli inferi,
senza mai voltarsi indietro. (http://www.ondarock.it/recensioni/2011_okkervilriver.htm)
a
cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco
Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino
De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in
onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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