Tracklist:
1. A Candle’s Fire
2. Santa Fe (video http://youtu.be/-wJFhjXk9sc)
3. East Harlem
4. Goshen
5. Payne’s Bay
6. The Rip Tide (video http://youtu.be/7r3BZITZVYg)
7. Vagabond (video http://youtu.be/G8TfnYKnppY)
8. The Peacock
9. Port Of Call (video http://youtu.be/Bd6Cm1p4c20)
In soli due anni, tra il 2006 e il 2007, i Beirut sono diventati una band di culto grazie a due album intensi e originali in cui venivano rimescolati in un unico calderone ritmi balcanici e fiati messicani, cantautorato francese e spirito americano. Un vero progetto di contaminazione nato dalla mente di un giovane e talentuoso musicista che porta il nome di Zach Condon, il quale, con la sua piccola fanfara, ci ha regalato due dischi importanti come “Gulag Orkestar” e “The Flyinh Club Cup” e una manciata di EP per poi concentrarsi su un tour interminabile che lo ha visto raccogliere un consenso unanime sia in Europa che negli Stati Uniti concludendo la sua corsa in Brasile, nazione in cui ha avuto un enorme riscontro di pubblico. A due anni dalla loro ultima pubblicazione ufficiale, l'EP “March of the Zapotec/Holland”, finalmente i Beirut sono tornati con un nuovo album, “The Rip Tide”, che raccoglie appena nove canzoni per una mezz'ora di musica in cui la formazione di Santa Fe si conferma legata a quel particolare sound con cui si è contraddistinta fino ad oggi lasciando trapelare un maggior senso di malinconia. (rockol.it)
La creatura di Zachary Francis Condon è passata in pochi anni da grande sorpresa a vera icona dell’ambito indie internazionale (ed in questo senso si può vedere un deciso parallelo con gli Arcade Fire): ecco perché l’attesa per il nuovo album era decisamente alta. Ma questo ”The Rip Tide” non è una vera e propria evoluzione, più che altro è una “summa” del suono Beirut, dove la contaminazione non è mai stata così piacevole e così perfetta, dove i Kings of Convenience incontrano i Gogol Bordello e sembra che suonino insieme da una vita, dove la voce da crooner di Zach sa emozionare anche solamente accompagnata da un piano (“Goshen”, “The Rip Tide”), dove l’esordio di un po’ di elettronica rende una melodia irresistibile (“Santa Fe”, omaggio alla città natia), dove i fiati dialogano con il pianoforte regalando grandi suggestioni (“Vagabond”). (indieforbunnies.com)
Con quest’ultimo lavoro i Beirut fanno il grande salto di qualità, facendo emergere un suono completamente personale che li distingue dalla “massa musicale” odierna regalandoci intrecci musicali di notevole profondità. “The Rip Tide” è uno di quei dischi dove non c'è un solo secondo sprecato, che si ascoltano dall’inizio alla fine senza nessuna interruzione e in continuazione per diversi giorni, per poi riprenderlo e trovare ancora delle “pieghe” nascoste a riconferma della sua bellezza. Un piccolo capolavoro di classe, godibile e intelligente, musicalmente ispirato alla grande tradizione folk della canzone americana e suonato da bravi musicisti. (appuntinovalis.blogspot.com)
Se ancora non conoscete i Beirut “The Rip Tide” è senza dubbio l’album giusto per cominciare ad apprezzarli, se già li amate li gusterete ancora di più in questo lavoro che porta a compimento tutte le piacevoli intuizioni avute dal buon Zachary fin dall’esordio. Un punto d’arrivo. Il futuro ora non interessa. (indieforbunnies.com)
Rino De Cesare
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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