Tracklist:
1. Africastle
2. Ice Cream (Featuring Matias Aguayo)
3. Futura
4. Inchworm
5. Wall Street
6. My Machines (Featuring Gary Numan)
7. Dominican Fade
8. Sweetie & Shag (Featuring Kazu Makino)
9. Toddler
10. Rolls Bayce
11. White Electric
12. Sundome (Featuring Yamantaka Eye)
1. Africastle
2. Ice Cream (Featuring Matias Aguayo)
3. Futura
4. Inchworm
5. Wall Street
6. My Machines (Featuring Gary Numan)
7. Dominican Fade
8. Sweetie & Shag (Featuring Kazu Makino)
9. Toddler
10. Rolls Bayce
11. White Electric
12. Sundome (Featuring Yamantaka Eye)
Il secondo album dei Battles, dopo l'exploit dell'esordio con “Mirrored” e dopo l'abbandono di Tyondai Braxton, è uscito nei primi giorni dello scorso giugno. Il titolo è “Gloss Drop”.
“Mirrored” era stato un album che aveva creato un certo buzz intorno a sé e nel circuito rock alternativo sia per il suo approccio moderno e “contaminato” alla materia sia perché la band era formata da membri di Don Caballero, Helmet e Tomahawk. In coerente continuità col debut, già dall’iniziale “Africastle” i ritmi si fanno dispari e allegri (i contrappunti tastieristici ricordano alcuni giochi elettronici anni ’80) in un mix di ricercatezza e linearità; il delirio electro-rock di “Wall Street” mostra un attenzione al ritmo davvero particolare, in una sorta di compendio tra i King Crimson più soft contaminati da elettronica e post rock. (http://www.metallus.it/recensioni/gloss-drop/)
I tanti che avevano adorato "Mirrored" - sottoscritto compreso - hanno temuto il peggio alla notizia, ormai due anni or sono, della dipartita dalla band di Braxton, polistrumentista, voce e autentico genio della band esplosa nel 2007. All'epoca "Gloss Drop" era già più o meno pronto, ma Ian Williams, John Stanier e David Konopka decisero che non sarebbe stato giusto mandare in stampa un disco in realtà non pienamente loro, ma condizionato dalla presenza/assenza dell'ex-socio. Così rimisero mano alle dodici tracce realizzate, invitarono qualche amico e collega (Matias Aguayo, Gary Numan, Kazu Makino e Yamantaka Eye) a prestare la propria voce per alcuni brani e, nel giro di 24 mesi scarsi, eccoci di fronte a questo monolite che resta profondamente "Battles", pur essendo qualcosa di completamente diverso. Di due cose gli amanti di "Mirrored" possono essere certi: in questo "Gloss Drop" riconosceranno, pur se trasfigurati, i Battles di quattro anni fa, ma - cosa più importante - se pensavano che l'assenza di Braxton avrebbe mandato in frantumi l'esplosiva miscela math-rock, si sono sbagliati di grosso. Certo, mancano le sfuriate dal gusto free-jazz, ma il sound della band non è mai stato tanto coeso e, per così dire, "dritto". Assottigliando ancor di più la parte elettronica e l'uso peculiare del vocoder, che era diventato marchio di fabbrica della band, i Battles sono ora diventati un'originalissima ma più tradizionale band math-rock. Math-rock intriso, però, di un'aura di divertissement, di vitale ironia, che li differenzia dalla fredda matematicità di gruppi inseriti nel loro stesso filone. La prima vera chicca dell'album è la riesumazione in un contesto così lontano dalle sue origini di Gary Numan nel turbine oscuramente cinematico di "My Machines". Il tribalismo caraibico deformato di "Dominican Fade" spezza il mood e fa da ponte verso il cuore dell'album, quella "Sweetie & Shag" alla quale Kazu Makino (from Blonde Redhead) dona un sensuale tocco dance-pop. La breve dilatazione post-rock "Toddler" serve a prendere fiato prima del gran trittico finale. Violenza industrial e pantomima teatrale si fondono nei due minuti abbondanti di "Rolls Bayce", prima che "White Electric" esploda di un crescendo rossiniano (!), che si scioglie nell'irriverente baraonda di mugugni e singulti di "Sundome" nel quale Mr. Boredoms Yamantaka Eye scimmiotta versi incomprensibili. Il vitalismo al fulmicotone dei nuovi Battles si è superato, perdendosi e ritrovandosi in qualcosa di completamente diverso ma comunque uguale a se stesso. Una band che nella perdita ha trovato un nuovo, irresistibile, inizio. (http://www.ondarock.it/recensioni/2011_battles.htm)
Sì, i Battles del 2011 sono forse meno inattesi, meno “rivoluzionari” di quelli che negli anni ’00 idearono un nuovo modo di suonare math-rock, ibridando quest’ultimo al progressive e al post-rock tramite una concezione quasi “strutturalista” della composizione. Tuttavia sono ben lontani dall’essersi “normalizzati”, conservando quel lampo di genio che li fa essere fra i gruppi più intriganti degli ultimi anni, grazie a un suono che spinge verso il futuro ma, nello stesso tempo, mantiene salde radici nel passato. (http://www.outune.net/dischi/top-records/battles-gloss-drop/22827)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it
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