THE NATIONAL “High Violet” (4AD, 2010)
www.highviolet.com
Tracklist:
Terrible love
Sorrow
Anyone’s ghost
Little faith
Afraid of everyone
Bloodbuzz Ohio
Lemonworld
Runaway
Conversation 16
England
Vanderlyle crybaby geeks
Una parabola, quella dei The National, tipica del gruppo “indie” in procinto di fare il grande salto.
E con questo attesissimo quinto album, il quintetto di Cincinnati (Ohio), trapiantato a Brooklyn, non delude affatto le aspettative, ed anzi conferma le vette compositive raggiunte col precedente acclamato “Boxer” (2007). Le caratteristiche con cui la band ha saputo costruirsi un meritatissimo e discreto seguito – grazie anche a grandi performance dal vivo – sono sempre le stesse: voce baritonale e sofferente, accordi di pianoforte in minore che creano un atmosfera notturna e malinconica, melodie che si posizionano in modo creativo fra il rock elettrico americano e l’indie rock dai toni più soft, con le influenze di sempre fra Joy Division e sprazzi di new wave britannica, in un fortunatissimo equilibrio tra toni cupi e un gioioso ottimismo. Pur con brani meno immediati e meno epici del precedente lavoro, “High Violet” è un disco che fa parte della stessa categoria, vale a dire un eccellente e luminoso album alle soglie del capolavoro. (www.self.it)
“High Violet” rappresenta, senza dubbio, un momento cruciale all’interno della discografia dei The National. Arrivati all’apice di una popolarità planetaria e di una stima pressoché unanime da parte della critica, la band avrebbe potuto solo confermare quanto di buono fatto fin qui: mantenendosi fedele al proprio inconfondibile suono – un post-punk melodico incorniciato dalla voce del cantante Matt Berninger – senza troppo osare in direzione di soluzioni stilistiche radicalmente nuove. Con “High Violet”, secondo me, riescono a tenersi giusto nel mezzo riuscendo a fare quasi entrambe le cose. Ai primi ascolti infatti, gli elementi acustici che emergono sono quelli più in continuità con il passato della band. Ma se “Boxer” è stato il loro capolavoro, “High Violet” probabilmente non lo supera, diciamo che ci si affianca e non in modo complementare ma rafforzativo: né una smentita del passato, né una svolta copernicana, del resto non avevano bisogno di fare né una cosa né l’altra. Semplicemente, The National, riaffermano di saper fare musica romantica e poetica meglio di chiunque altro al momento (il che non mi pare poco!) e con “High Violet” probabilmente conquisteranno nuovi adepti senza perderne di vecchi. (www.soundsblog.it)
In conclusione “High Violet” è un disco di ottime canzoni che riconferma le qualità già emerse, specie nei due lavori che l'hanno preceduto, e fotografa una band al valico fra le sue origini schive e autoriali e una nuova dimensione più immediata, popular, accattivante. Quello che ci voleva, probabilmente, per farli conoscere ad un pubblico ancora più vasto, senza svendersi o snaturare le proprie caratteristiche. Missione compiuta! E poco male se dovranno consegnare lo scettro di disco dell'anno nelle mani di qualcun altro. (www.storiadellamusica.it)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Fernando Falcolini, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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