Tracklist:
01. Plagues of
Babylon 07:47
02. Democide 05:22
03. The Culling 04:26
04. Among theLiving Dead 05:14
05. Resistance 04:49
06. The End? 07:13
07. If I Could See You 03:55
08. Cthulhu 06:04
09. Peacemaker 05:02
10. Parasite 03:30
11. Spirit of the Times 05:05
12. Highwayman 03:12
13. Outro 00:24
02. Democide 05:22
03. The Culling 04:26
04. Among theLiving Dead 05:14
05. Resistance 04:49
06. The End? 07:13
07. If I Could See You 03:55
08. Cthulhu 06:04
09. Peacemaker 05:02
10. Parasite 03:30
11. Spirit of the Times 05:05
12. Highwayman 03:12
13. Outro 00:24
Chiedere
ai propri fans di accettare un importante cambiamento come la voce e il volto
di una band è già difficile una volta, figuriamoci due. Il giovane Stu Block si
è ritrovato a doversi caricare sulle spalle il peso di un seguito già provato,
spazientito e ormai un po’ disilluso dopo il 2° abbandono di Matt Barlow,
storica voce solista degli Iced Earth (la prima volta fu sostituito dall’ex
Judas Priest Tim Owens). Oggi possiamo però affermare senza timore di smentita
che il giovane Stu ha avuto la meglio sulla tempesta di perplessità incontrata
sulla propria rotta ed è riuscito a riportare gli Iced Earth in quella nicchia
di gloria che sicuramente meritano. Esposto così, in due righe, il riassunto del
riassunto delle puntate precedenti, veniamo ai giorni nostri e al nuovo
scintillante “Plagues of Babylon”. La critica di mezzo mondo ha accolto questa
uscita come un ritorno all’ispirazione che fu, celebrando la rinascita del
piccolo ma granitico mito. Sia chiaro che non stiamo urlando al capolavoro.
Potrebbe anche esserlo, ma il disco richiede senza ombra di dubbio un buon
numero di ascolti per essere apprezzato fino in fondo. In “Plagues of Babylon”
c’è tanta di quella carne al fuoco che per essere metabolizzato a dovere è
necessario concedergli del tempo, o si rischia l’indigestione (http://www.spaziorock.it/recensione.php?&id=iced_earth_plagues_of_babylon_2014).
Dischi
come questo “Plagues Of Babylon” sono un vero sospiro di sollievo per il metallaro
classico, quello che, come chi scrive, non ha mai veramente smesso di amare
quelle sonorità con le quali si è avvicinato a questa bellissima musica. È musica
da veterani per veterani, d’accordo! Sono sonorità che, se sentiamo riprodotte
oggi dalla maggior parte di quei gruppetti che scimmiottano le band storiche,
non mancheremmo di bollare con strette sufficienze e con frasi di circostanza.
Ma quando a riproporci queste sonorità sono proprio quelle stesse band che già
più di venti anni fa picchiavano violentemente con i piedi per terra, scavando
quei solchi sui cui poi, appunto, avrebbero camminato un numero infinito di
altre band, allora le cose cambiano. E gli Iced Earth entrano di diritto nel
novero delle band che, nel bene o nel male, della scena metal ne hanno vissuta
una larga fetta, arrivando a definire un sound preciso e riconoscibile, che si
può usare come metro di paragone (https://metalitalia.com/album/iced-earth-plagues-babylon/).
Uscita
tra le più attese di questo avvio di 2014, “Plagues of Babylon” sigla il
ritorno dei leggendari power-thrasher floridiani Iced Earth a tre anni dal
valido “Dystopia”, che era stato il primo disco dopo il
secondo addio del grande Matt Barlow, voce per eccellenza della band americana.
Di sicuro “Plagues of Babylon” non è un album immediato, merita molti più
ascolti del solito per essere compreso e assimilato; non aspettatevi quindi
canzoni dirette o facili da memorizzare, peculiarità probabilmente motivata
dalla complessità notevole e dalla forte drammaticità dei pezzi stessi. Il
sound tipico degli Iced Earth, del resto, si è sempre contraddistinto per una
stratificazione considerevole e lontana dagli aspetti della classica
forma-canzone. Il sound inconfondibile della band di Jon Schaffer è evidente in
ogni nota: i riff nervosi e “grattuggiati”, le terzine arrembanti, il drumming
corposo, i suoni compatti e la voce di Stu Block, che si conferma qui il
miglior erede del grande Barlow (http://www.metallized.it/recensione.php?id=9959).
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma
ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva
collaborazione di Gabriella Trastevere,
Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda
tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.
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