Tracklist:
01. Machineries Of Joy (guarda&ascolta: http://youtu.be/T7y6yEzUcN8)
02. K Hole (guarda&ascolta: http://youtu.be/vYSx2jo0bHc)
03. Hail Holy Queen
04. Loving Animals (guarda&ascolta: http://youtu.be/ZKdV7dpgcLw)
05. What You Need The Most
06. Monsters Of Sunderland
07. Spring Has Sprung
08. Radio Goddard
09. A Light Above Ascending
10. When A Warm Wind Blows Through The Grass (guarda&ascolta: http://youtu.be/Rrh0MYirhfk)
01. Machineries Of Joy (guarda&ascolta: http://youtu.be/T7y6yEzUcN8)
02. K Hole (guarda&ascolta: http://youtu.be/vYSx2jo0bHc)
03. Hail Holy Queen
04. Loving Animals (guarda&ascolta: http://youtu.be/ZKdV7dpgcLw)
05. What You Need The Most
06. Monsters Of Sunderland
07. Spring Has Sprung
08. Radio Goddard
09. A Light Above Ascending
10. When A Warm Wind Blows Through The Grass (guarda&ascolta: http://youtu.be/Rrh0MYirhfk)
“In
questo momento, il mondo sembra spesso un posto isterico. Vorremmo che questo
disco fosse un antidoto, un bel gioco di carte in piacevole compagnia”. Così i
British Sea Power hanno presentato la loro quinta fatica discografica ufficiale,
“Machineries Of Joy”, un titolo che omaggia il recentemente scomparso Ray
Bradbury, autore di “Cronache marziane”, “Fahrenheit 451” e della raccolta di piccole
storie “Le macchine della felicità”. Ma non c’è nulla di fantascientifico nei
suoni e nelle atmosfere che pervadono questo lavoro, concepito tra le nebbiose
Berwin Mountains del Galles, e da quel clima fortemente influenzato.
Sembrano
proprio piccoli ma vividi racconti questi che arrivano a due anni di distanza
da “Valhalla Dancehall” e a dieci dal debutto “The Decline Of British Sea Power”.
Se da una parte queste nuove 10 canzoni sono forti di un campionario
d’influenze, sapori e umori in continua espansione, dall’altro rappresentano la
summa ideale di quanto riesca meglio a un gruppo che arriva in gran forma al
traguardo del doppio lustro d’attività. Una collezione così eclettica che suona
come un greatest hits, anche se non lo è: il suono è spesso cinematico,
evocativo ma non evanescente, con una sapiente alternanza tra la pomposità dei
tappeti d’archi e i più diretti riff chitarristici – tutto in perfetto
equilibrio tra tensione e distensione.
Tutto
questo dimostra che la band di Brighton non ha mai smesso di lavorare sodo; non
importa se i colleghi che oggi sono arrivati col fiatone negli anni Dieci hanno
raggiunto prima di loro i tanto agognati traguardi. I British Sea Power sono
ancora come li abbiamo conosciuti, solo che oggi li ritroviamo più consapevoli
della qualità del proprio songwriting. Pur non avendo perso il gusto per
l’eccentricità, sono riusciti a confezionare l’album che finalmente può far
avvicinare al loro mondo anche il neofita più restio. Se non è un successo
questo… (http://sentireascoltare.com/recensioni/british-sea-power-machineries-of-joy/).
Ascoltare l’album dei British
Sea Power significa incamminarsi in un sentiero che cambia
costantemente direzione, una musica che a tratti sembra subire una mutazione
genetica senza però che nulla si alteri o si deformi. Il loro marchio resta chiaro,
così come la compattezza stilistica nei rimandi al post-punk, al rock degli
anni duemila, a sonorità beatlesiane. E questo, indipendentemente dai giudizi
di merito, compare nei resoconti di alcune recensioni anche non del tutto
positive lette un po’ in giro per il web. Ma il suggerimento finale, per quanto
mi riguarda, resta sempre il solito: non curatevi troppo di chi recensisce
(neanche di noi!) e ascoltatela tutta la musica! La decisione di ciò che è
buono e di ciò che non lo è, resta sempre del tutto soggettiva! (www.mentinfuga.com/web/index.php/british-sea-power-machineries-of-joy-una-raccolta-di-musiche-tra-refrain-di-chitarre-e-aperture-di-archi/).
Dieci anni di carriera non hanno quindi
affatto disseccato la vena compositiva dei nostri, che probabilmente, con
questo album, raggiungono i loro vertici, sia in termini qualitativi che di piacevolezza
all’ascolto, segnale evidentemente di ispirazione, ma anche di raggiunta
maturità. Detto che il gruppo ha dichiarato la propria volontà di rendere
l’album “caldo e ristoratore, come una partita a carte tra amici”, fin
dall’inizio si fa sul serio, con le atmosfere in stile kraut, sull’insistito
del basso e sul tappeto di viola e tastiere della fantastica, cinematica “title
track”, seguita dalla possente “K-Hole”, che ci introduce al lato più
rockettaro dei nostri, mentre “Loving
Animals”, un altro dei pezzi forti del disco, paga il dovuto agli
immancabili Beatles. Il disco termina con la suggestiva “When A Warm Wind Blows Through
The Grass”, probabilmente un altro dei momenti migliori del disco,
con il suo arpeggio circolare e un’atmosfera quasi sinistra, degna conclusione
per un disco notevole (www.distorsioni.net/canali/dischi/machineries-of-joy).
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni/N.R.G.”
è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con
la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine
Tateo, in onda tutti i
lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it)
di Brindisi.