domenica 28 luglio 2013

FLAMING LIPS – L’imprevedibilità al potere, ovvero un post-atomico viaggio nell'umano inconscio!

FLAMING LIPS “The Terror” (Bella Union, 2013) - www.flaminglips.com

Tracklist:
1. Look… The Sun Is Rising (guarda/ascolta: http://youtu.be/ng-9vMA1moY)
2. Be Free, A Way
3. Try To Explain
4. You Lust
5.
The Terror (guarda/ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=f2NCjcsgrbg&feature=share&list=PLDk8UPWIHHSjs94FOue6xu5rbJ1VR4d0y)
6.
You Are Alone (guarda/ascolta: http://youtu.be/UJXE4Sy_Qk4)
7.
Butterfly, How Long It Takes To Die
8. Turning Violent (guarda/ascolta:
www.youtube.com/watch?v=8Stirk2PZfY&feature=share&list=PLDk8UPWIHHSjs94FOue6xu5rbJ1VR4d0y)
9. Always There In Our Hearts (guarda/ascolta: http://youtu.be/suo6Ka08czs)


The Flaming Lips, vale a dire: “L'imprevedibilità al potere”! È assolutamente vietato aspettarsi uno sviluppo ovvio del loro percorso. In questo senso, “The Terror” fa, ovviamente, quel che deve: spiazza e sconcerta. Nove tracce di soul liofilizzato androide (“Turning Violent”), droni seriali eterei come bambagia di fall-out nucleare (una “You Are Alone” che sembra provenire da un monastero di Andromeda), scossi talora da un impeto acido e indolenzito, oppure screziati di un elettricità brusca come lana di vetro (vedi soprattutto la chitarra funky che attraversa “Always There… In Our Hearts”) (http://www.sentireascoltare.com/recensione/11437/flaming-lips-the-terror.html).
Dopo 30 anni di carriera e un curriculum invidiabile che include classici imprescindibili (“The Soft Bulletin”, “Yoshimi Battles the Pink Robots”), svolte più dichiaratamente pop, discussi rifacimenti di pietre miliari della musica (“The Dark Side of the Moon”) ed esperimenti al limite del pensabile come il “Guinness World Record” per il più alto numero di concerti eseguiti nell'arco delle 24 ore o il colossale “Strobo Trip”, a cui molti si sono volontariamente sottratti per mancanza di coraggio, a oggi è veramente difficile, se non impossibile, prevedere le mosse di un gruppo come i Flaming Lips.
Se si esclude l'album di collaborazioni “The Flaming Lips and Heady Fwends” dell'anno scorso, risale ormai a 4 anni fa l'ultimo misterioso, affascinante e per molti versi inafferrabile capolavoro “Embryonic”. Ci avevano lasciati spiazzati, sconcertati ma anche parecchio estasiati. Ma era innegabile che quella che stava succedendo fosse una svolta sostanziale. Si notò con sorpresa e stupore (e lo si nota ancora oggi con “The Terror”) la grande predisposizione al rinnovamento di un gruppo che non aveva nessuna intenzione di "stare al passo coi tempi", quanto più di seguire, rischiando, la propria unica e personalissima strada anche a costo di non piacere a tutti. Ciò che è innegabile, in ogni caso, è che oggi “The Terror” sia un lavoro denso di sentimento, dal primo all'ultimo secondo. Forse addirittura più di ogni altro lavoro fatto in precedenza. Di fatto “The Terror” non è, come hanno scritto in molti, un disco statico e monocorde. Al contrario, la sua forza espressiva sta proprio nella sua natura dinamica e stratificata che, progredendo nella propria spirale intellettuale ed emotiva, si rivela traccia dopo traccia mettendosi continuamente in discussione. Sarebbe stato facile per un gruppo come i Flaming Lips, rendere la propria immagine un brand, un prodotto di consumo, come è successo un po’ con quasi tutte le grandi scoperte mediatiche a cavallo tra i ’90 e gli anni ’00 (la nuvola di fumo lasciata dagli Strokes, in questo senso, è esemplare) ma, come al solito, non finiscono mai di stupire. E “The Terror”, che lo si voglia o no, è l’ennesimo tassello imprescindibile di una carriera fatta di coerenza, eclettismo e amore incondizionato verso la propria arte (http://www.storiadellamusica.it/classic_rock-psichedelia-wave/neo_psichedelia/the_flaming_lips-the_terror(warner_bros-2013).html).
Diciamoci la verità, i Flaming Lips sono sempre stati un po’ degli alieni, o se volete dei terrestri che da oltre vent’anni riescono a tenere i piedi in due scarpe, una sul nostro pianeta e l’altra in un luogo non ben definito dove tempo e realtà non esistono. Non hanno mai fatto due dischi uguali uno dietro l’altro e, naturalmente, nemmeno questa volta potevano smentirsi. Tentando di darne un’ultima definizione si potrebbe dire che “The Terror” è un album malinconico e bellissimo, un tenero oblio che difficilmente riuscirete ad evitare e che, una volta assaggiato, difficilmente vi concederà pace. Vi scaverà dentro piuttosto, tirando fuori dal vostro inconscio tutte le inquietudini e i mostri che, inevitabilmente, vi portate dentro (http://www.lindiependente.it/recensioni/the-flaming-lips-the-terror/19886/).
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.



venerdì 26 luglio 2013

QUEENS OF THE STONE AGE fanno il punto della situazione! Un ritorno spiazzante ma entusiasmante. Di diritto tra gli imperdibili del 2013.

RADI@zioni / Disco Hot N° 13:
QUEENS OF THE STONE AGE “Like Clockwork” (2013)

Dopo 6 anni di silenzio e dopo “Era Vulgaris” (2007) la band del redivivo Josh Homme sforna, in piena estate, il 6° album.
In questi 6 anni ne sono successe di cose: dal ricovero per 4 mesi del cantante dopo i postumi di una operazione con conseguente stato depressivo, all’abbandono del batterista Joe Castillo. Poi il gran raduno di artisti esterni chiamati a partecipare a questo nuovo disco: Trent Reznor, Mark Lanegan, Dave Grohl, Nick Oliveri e per finire anche Sir Elton John.
La curiosità e l’attesa per questo nuovo disco è stata davvero tanta. Il ritorno è stato, per certi versi, spiazzante ma anche entusiasmante. Nel disco c’è spazio per toni calmi e melodici, ma anche intimi e riflessivi. Il punto forte del nuovo album dei Q.O.T.S.A. è proprio la sua completezza. La band realizza una prova che, pur non avendo la carica innovativa dei loro primi lavori, la conferma ai vertici del rock contemporaneo. Ora speriamo di non dover attendere altri sei anni per avere un altro disco… 
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
I SAT BY THE OCEAN (http://youtu.be/gOXaUjGk-yY)
THE VAMPYRE OF TIME AND MEMORY (http://youtu.be/8MfO8Lu0IZQ)
IF I HAD A TAIL (http://youtu.be/21pJ2m45P0I)


sabato 20 luglio 2013

Lee Dorrian celebra il funerale dei suoi Cathedral ma state ben certi che l'eredità non andrà perduta!

CATHEDRAL “The Last Spire” (Rise Above, 2013) – www.cathedralcoven.com

Tracklist:
1. Entrance to Hell (guarda/ascolta: http://youtu.be/ttPAV2yyGOE)
2. Pallbearer (guarda/ascolta: http://youtu.be/xE72jyGzZGY)
3. Cathedral of the Damned (guarda/ascolta: http://youtu.be/hr5lJxNvoyM)
4. Tower of Silence (guarda/ascolta: http://youtu.be/o7v8KZZBeKE)
5. Infestation of Grey Death (guarda/ascolta: http://youtu.be/2QarbVSntu8)
6. An Observation (guarda/ascolta: http://youtu.be/yNvrIsNK3aU)
7. The Last Laugh (guarda/ascolta: http://youtu.be/fxMZpLzlT_8)
8. This Body, Thy Tomb (guarda/ascolta: http://youtu.be/8mBfOg4pv8U)

Il lungo addio!
Dopo 23 anni di carriera la band di Coventry si congeda con “The Last Spire”, il decimo studio album, pubblicato dalla Rise Above Records, l'etichetta di cui è proprietario lo stesso leader del gruppo. La campana a morto i Cathedral se la suonano da sé e sembrano pure parecchio orgogliosi di ascoltarne i sinistri rintocchi in “The Last Spire”, praticamente l'album-epitaffio uscito a fine aprile. Tra i tanti eredi dei Black Sabbath (veri o soltanto presunti), i Cathedral sono certamente i più credibili. In 23 anni di carriera hanno consolidato la fama di band seminale del doom metal, sicuramente uno dei picchi più altri del rock così come lo conosciamo, e adesso consumano l'atto definitivo di un lungo addio, annunciato addirittura tre anni fa. “L'ultima guglia della Cattedrale” - il titolo è programmatico - si affaccia sul versante ruvido dei suoni pesanti, rallentati, ossessivi. Cupi e inesorabili. D'altronde sono davvero questi i dogmi del doom metal, la cifra stilistica sparsa sul sentiero del rock rumoroso che attraversa più dei suoi 40 anni di storia e si snoda idealmente dai Black Sabbath di Ozzy Osbourne e Tony Iommi fino allo sperimentalismo radicale dei giorni nostri espresso da gente come, ad esempio, i Sunn O)), senza contare numerosi altri oscuri e potenti precursori come Pentagram, Trouble e Sleep e tanti altri recenti epigoni come Electric Wizard, Witchcraft, Orchid e Grand Magus, tra gli altri.
L'immaginario oscuro raccontato dai Cathedral appartiene ormai alla grande antologia del rock, tra lampi potenti di heavy metal britannico e hard rock anni ’70, schegge di folk psichedelico e prog, rasoiate di hardcore e crust punk rimescolati strategicamente nel magma doom e stoner rock. Proprio ciò che accade in “The Last Spire” dove con il fondatore Dorrian suonano il fido chitarrista e coproduttore Garry Jennings, Scott Carlson al basso, Brian Dixon dietro piatti e tamburi, più David Moore alle tastiere (Hammond, mellotron, moog e synths).
Il video del singolo “Tower of Silence”, dove le immagini della band davanti al muro degli amplificatori Marshall si incrociano con le suggestioni degli archetipi cimiteriali dell'horror, rende bene il senso di una fine imminente. Un funerale che i Cathedral accolgono come una liberazione, come ammette lo stesso Dorrian: “Il nostro funerale è stato un procedimento lungo ma gratificante. La scelta di chiudere la storia della band è stata dolorosa e però in cuor nostro sapevamo che era la cosa giusta da fare”. (www.repubblica.it/spettacoli/musica/2013/04/22/news/lee_dorrian_celebra_il_funerale_dei_cathedral_ma_l_eredit_dei_black_sabbath_non_perduta-56406834/).
“The Last Spire” rappresenta quindi la parola “fine” per i Cathedral, una tra le principali band europee ad avere saputo influenzare in maniera determinante l’evoluzione di un genere difficile, pesante e monolitico come il doom. Un genere che nella sua lentezza di fondo nasconde spesso spunti interessanti e acide innovazioni, evidenziate dai ragazzi di Coventry già ai tempi del debutto “Forest of Equilibrium”, annata ’91. Dall’importante successo dell’epoca fino ad oggi, i Cathedral hanno alternato album interessanti ad altri più indecisi, comunque diversi tra loro e figli di una naturale tendenza all’originalità, aspetto che in “The Last Spire” trova volutamente meno spazio a servizio di una maggiore linearità d’impostazione. Un addio alle scene fatto quindi di certezze doom, di ricordi e di tutta l’esperienza accumulata in oltre vent’anni di onorata carriera (www.radiolombardia.it/rl/linearock/blog.do;jsessionid=B7089B7E987497BA56945D714F1AF7BC.w02?id=128). Lee Dorian stesso descrive il nuovo disco come “l’album che ho aspettato di realizzare fin da dopo il debutto. È come aver registrato il nostro secondo album per ultimo. Non mi sono mai piaciuti i lieto-fine e ho voluto chiudere il cerchio nel modo in cui ho sempre voluto” (www.trovacd.it/b_0.asp?CC=93280). Certo, non sarebbe la prima volta che un artista si rimangi la parola data, ma sia dalle loro dichiarazioni che dai dettagli – tra cui la copertina, che richiama il loro primissimo ep, quasi a chiusura di un cerchio – si evince che ci troviamo davvero davanti al loro ultimo lavoro (www.silentscreamzine.com/ReviewShow.asp?ReviewsID=9000). Resteranno, a ricordo per i posteri, gli album di una band sensazionale che all’accanimento discografico ha preferito l’eutanasia di “The Last Spire”. E, per i Cathedral, morte più “dolce” non poteva esserci (http://www.magmusic.it/2013/05/23/cathedral-the-last-spire/). E non si risparmiano i Cathedral per questo loro ultimo viaggio. Rivisitano tutto lo scibile della musica heavy e progressive e si affacciano oltre. La loro missione è terminata, ma quello che hanno fatto rimarrà scolpito nella storia del rock (Rumore #255, aprile 2013).
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.



giovedì 4 luglio 2013

PRIMAL SCREAM: sempre proiettati in avanti ma anche attenti a mantenere un punto di contatto con il passato!

RADI@zioni / Disco Hot N° 12:
PRIMAL SCREAM “More Light” (2013)

Primal Scream sono una band imprevedibile, nel bene o nel male! Questa volta però colpiscono nel segno, cosa che non accadeva dai tempi di “Xtmntr”. “More Light” è un lavoro tanto monolitico e dilatato quanto vario e discontinuo, ricco com’è di rimandi e sensazioni già presenti nei precedenti album, ma con un sound comunque nuovo e potente.
“More Light”, con il suo susseguirsi di suoni, emozioni ed atmosfere, si presenta per certi versi come un lavoro inaspettato. Travolge e amalgama danze psichedeliche ma, ancora una volta, a farla da padrone è il groove! I Primal Scream ritornano al top della forma e “More Light” ne è la dimostrazione. 
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
2013  (guarda/ascolta: http://youtu.be/bdCraT9_wk4)
Elimination Blues  (guarda/ascolta: http://youtu.be/Ji19opUDG3M)
Hit Void  (guarda/ascolta: http://youtu.be/O5pRjUT8e4M)


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