Tracklist:
Disc
1
1. Yellow Theme
2. Take My Bones Away (ascolta: http://youtu.be/4V0N1x675FQ)
3. March to the Sea
4. Little Things (ascolta: http://youtu.be/T5HxhQMi5RI)
5. Twinkler
6. Cocainium
7. Back Where I Belong
8. Sea Lungs
9. Eula
Disc 2
1 Green Theme
2 Board Up the House (ascolta: http://youtu.be/WsWki9gwaQ0)
3 Mtns. (The Crown & Anchor)
4 Foolsong
5 Collapse
6 Psalms Alive
7 Stretchmarker (ascolta: http://youtu.be/wWsMwW0WARY)
8 The Line Between
9 If I Forget Thee, Lowcountry
1. Yellow Theme
2. Take My Bones Away (ascolta: http://youtu.be/4V0N1x675FQ)
3. March to the Sea
4. Little Things (ascolta: http://youtu.be/T5HxhQMi5RI)
5. Twinkler
6. Cocainium
7. Back Where I Belong
8. Sea Lungs
9. Eula
Disc 2
1 Green Theme
2 Board Up the House (ascolta: http://youtu.be/WsWki9gwaQ0)
3 Mtns. (The Crown & Anchor)
4 Foolsong
5 Collapse
6 Psalms Alive
7 Stretchmarker (ascolta: http://youtu.be/wWsMwW0WARY)
8 The Line Between
9 If I Forget Thee, Lowcountry
Molti si staranno
chiedendo il perché di un doppio album. Forse qualche canzone in meno avrebbe
giovato all'economia del nuovo lavoro degli americani Baroness, ma la band ha
avuto il coraggio di mostrare ugualmente al mondo i due lati conflittuali della
propria anima: così, se “Yellow” ci mostra il loro volto più “in your face”, “Green”
ci indica la via dell'intimismo e dell'introspezione. L'unico elemento che in
casa dei nostri sembra rimanere costante è l'utilizzo di un titolo che prende
il nome di uno o più colori senza però con questo, a detta della band, voler a
tutti i costi celare un particolare significato, ma solo al fine di creare
titoli semplici e diretti, proprio come i brani che sono entrati a far parte di
questo nuovo album, nati in modo molto semplice e rivestiti pian piano di
quell'alone progressive che ha da sempre accompagnato la band. (http://www.metallized.it/recensione.php?id=7427)
Spiazzante! Così si
potrebbe bollare il nuovo mastodontico (per lo meno in termini di minutaggio)
doppio album dei Baroness. Se con quel piccolo miracolo che fu il “Red Album”
avevano stupito un po’ tutti e con il successivo “Blu Album” avevano
amplificato le influenze 70’s sia a livello musicale che a livello di suoni, con
il nuovo lavoro, “Yellow & Green”, rappresentato di fatto da due parti ben
distinte, stanno già facendo molto parlare di sé, nel bene e nel male.
Ad un primo ascolto si
intuisce subito che tutto è diventato più acido e diretto, la maggior parte dei
brani infatti ha una struttura semplice e abbastanza lineare. Così mentre “Take
My Bones Away” rispolvera un certo stoner di kyussiana memoria in maniera forse
un po’ banale, la successiva “March to the Sea” risulta un ibrido tra hard rock
e bluegrass. Da segnalare ancora brani più pesanti come “Eula” con numerosi
inserti di synth e tastiere, le più tirate“Sea Lungs” e “Little Things” che
ricordano addirittura certi Thin Lizzy. Sono però le canzoni più atipiche
quelle che convincono maggiormente: tra i pezzi migliori risultano infatti la
strumentale “Stretchmarker”, “Twinkler” sorta di ballata corale sospesa tra
voci e sintetizzatori dal pieno sapore anni ’60 e la successiva e psichedelica “Cocainium”.
Sembra infatti che un certo tipo di acid folk abbia macchiato il sound della
band fino a renderlo talmente irriconoscibile da risultare, come si diceva
prima, spiazzante. Detto questo, il modo migliore per avvicinarsi a “Yellow
& Green” è lasciare da parte ogni legame riguardante i due precedenti
dischi, pena la delusione più completa. Questo è un disco difficile, strano,
spesso confuso e a volte irritante ma coraggioso, che brilla di luce propria.
Sarà interessante vedere come in futuro la band di Savannah evolverà e
perfezionerà le mille sfaccettature di questo lavoro, ma ora come ora il
consiglio è quello di non snobbare o sottovalutate questo album perché potreste
innamorarvene … oppure fuggire a gambe levate! (http://www.impattosonoro.it/2012/08/21/recensioni/baroness-yellow-and-green/)
Se mi è permesso il
paragone, la mia memoria corre alla trilogia dei film “colorati” del regista
polacco Krzysztof Kieslowski, ovvero alla creazione di un trittico - i film
“Blue”, “Bianco” e “Rosso” - in cui ogni elemento, pur nella sua indipendenza, visto
in una prospettiva d’insieme, contribuiva alla creazione di un concetto globale
di cinema. Ecco, mi pare che la trilogia dei colori dei Baroness che, dopo il “Red
Album” e il “Blue Album”, oggi ritornano con “Yellow & Green”, porti allo
stesso modo a compimento un’opera ben più ambiziosa e strabiliante dei singoli
episodi che ne fanno parte. Lo dico subito, evitando fraintendimenti, questo è
il disco meno hardcore del gruppo di Savannah e, anzi, è il disco che
probabilmente allontana definitivamente i Baroness dal contesto più estremo,
aprendo la strada al global metal, ovvero ad un moderno metal, contemporaneo,
ispirato e soprattutto dinamico.
I Baroness sono oggi
quello che i Mastodon
non sono riusciti a diventare: una band che oltrepassa i confini e le
definizioni. (http://www.sentireascoltare.com/recensione/10413/baroness-yellow-green.html)
Non abbiate paura ad
avvicinarvi a questo “Yellow And Green”: aprite la vostra mente ed ascoltatelo
fino a farlo entrare in circolo dentro di voi, solo così riuscirete ad entrare
in sintonia con questa eccezionale band che, è vero, non ha ancora messo perfettamente
a fuoco alcune cosette, ma che sicuramente ha dimostrato di sapersi rimettere
in gioco. È per tutti questi motivi che ho deciso di premiare il coraggio dei Baroness,
sperando che questo li porti a scrivere in futuro il loro capolavoro definitivo!
(http://www.metallized.it/recensione.php?id=7427)
a cura di: Camillo
“RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo
De Luca, realizzato con la radi@ttiva
collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo,
in onda tutti i lunedì e venerdì tra
le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio
Riccio” (www.ciccioriccio.it) di
Brindisi.