venerdì 29 giugno 2012

MOTORPSYCHO: il nuovo doppio album è una coraggiosa e ambiziosa opera sperimentale

MOTORPSYCHO “The Death Defying Unicorn” (Rune Grammofon, 2012) – http://motorpsycho.fix.no


Tracklist Cd 1:
01-Out Of The Woods
02-The Hollow Lands
03-Through The Veil (ascolta: http://youtu.be/vfXr8L-iA78)
04-Doldrums
05-Into The Gyre (ascolta: http://youtu.be/6279P1D6wxY)
Flotsam
Tracklist Cd 2:
01-Oh Proteus - A Prayer
02-Sculls In Limbo
03-La Lethe (ascolta:
http://youtu.be/o4tGoju9Q6Q)
04-Oh Proteus - A Lament
05-Sharks
06- Mutiny!
07-Into The Mystic (ascolta:
http://youtu.be/atV4fQ4Z68k)

I norvegesi Motorpsycho sono sempre stati una formazione molto difficile da incasellare in uno specifico settore musicale, con una discografia tanto varia quanto vasta (questo è il quindicesimo lavoro della loro carriera). Evocativo e misterioso, il doppio Cd in questione porta al massimo grado la componente psych da sempre presente nel DNA del gruppo scandinavo. Il risultato globale ricorda, per certi versi, alcuni concept degli anni ’70, dove la dura matrice rock si andava per la prima volta a mischiare con le strutture più soft tipiche della musica classica. Il formato doppio Cd gioca per altro a sfavore di una fruizione ininterrotta e continuativa, spezzettando ulteriormente il ritmo e le tempistiche di un lavoro che già di per se richiede una certa presenza e concentrazione. Ciò nonostante The Death Defying Unicorn è una coraggiosa e ambiziosa opera sperimentale, da ascoltare e interpretare tenendone ben presente la particolare natura di fondo. (www.rockshock.it/recensione-motorpsycho-the-death-defying-unicorn/)
Sono trascorsi due anni da quando i Motorpsycho diedero alle stampe il loro ultimo album in studio “Heavy Metal Fruit”. In questo periodo la formazione norvegese ha dato alla luce ben due pubblicazioni dal vivo: il quarto volume della serie “Roadwork” intitolato “Intrepid skronk” ed un live edito dal club “Effenar” di Eindhoven (Olanda). “The Death Defying Unicorn” è il titolo di questo nuovo lavoro, 15° della loro carriera. Il disco è co-firmato dal tastierista Staale Storløkken, con il quale la band ha composto la maggior parte dei brani di questo doppio album e vede inoltre la partecipazione della Trondheim Jazz Orchestra e della violinista Ola Kvernberg. Le sonorità alt-rock della band scandinava si fanno maggiormente prog e jazzate rispetto al passato, un po’ sulla linea di “Heavy Metal Fruit”, il precedente lavoro da studio. (www.rockol.it/vetrina-7566/Motorpsycho-THE-DEATH-DEFYING-UNICORN)
Arrangiato e riarrangiato più volte, “The Death Defying Unicorn” pare essere l’opera più ambiziosa della più che ventennale carriera del gruppo norvegese… opera che già dal primo ascolto lascia a bocca aperta: melodie prog che si intrecciano col folk, derive psichedeliche filtrate attraverso puro jazz, il tutto nella maniera più dannatamente misurata che si possa immaginare. Il nodo focale dell’album è senz’altro l’accoppiata “The Hollow Land” / “Through The Veil” piazzata all’inizio del primo dei due cd, e l’altra, composta da “Mutiny!” / “Into The Mystic”, cavalcata tipicamente motorpsychica nella quale assoli di violino incontrano una sezione ritmica hard rock eccezionale. Ma non è da meno il resto dell’incredibile album. Degli ottanta e rotti minuti non c’è un secondo che sia superfluo o fuori posto, non c’è un passo falso, né i pezzi atmosferici si possono considerare inutili o gli assoli masturbatori. Il pregio principale di questa produzione è l’assoluta perfezione nella misura. E, sentendo in giro paragoni e accostamenti con Black Sabbath o Emerson, Lake & Palmer, si potrebbe pensare ad un prodotto imitativo, ad una caricatura di qualcosa che è già successo: niente di più sbagliato! I nostri riprendono un discorso che era stato interrotto molti anni or sono, senza ricalcare con la carta carbone ciò che è stato già disegnato, ma proseguendo il tratto in una diversa, personale direzione. Un grande disco rock deve avere tre cose: grandi riff, suono perfetto e melodie devastanti. “The Death Defying Unicorn” le ha assolutamente tutte e tre. Chi vi scrive sarà probabilmente tristemente solo nel definire quest’album “un disco assolutamente imprescindibile per ogni amante della buona musica”… Me ne farò una ragione! (www.ilcibicida.com/recensioni/motorpsycho-the-death-defying-unicorn/)


“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.



THE DANDY WARHOLS: goliardici, anacronistici e fuori da ogni genere… ma simpatici!


RADI@zioni / Disco Hot N° 13:
THE DANDY WARHOLS “This Machine” (2012)

Sono arrivati al 9° album i Dandy Warhols. Questo “This Machine” giunge quasi 4 anni dopo il precedente studio album “Earth To The Dandy Warhols”. Lo stile goliardico dei ragazzi di Portland è accentuato ma allo stesso tempo sembra anche dirigersi paradossalmente verso sonorità più cupe e tendenti al grunge. “This Machine” resta comunque, a mio modesto parere, il loro disco migliore da molti anni a questa parte: variegato, complesso ed anche orecchiabile.
Tra alti e bassi, i Dandy Warhols riescono a strizzare l’occhio tanto alle mode della nuove decade quanto a quelle di 15 anni fa ed anche la copertina sembra finalmente mostrare un aspetto diverso dal solito.
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
SETI VERSUS THE WOW! SIGNAL (http://youtu.be/KG0aeJObwf8)


sabato 23 giugno 2012

PATTI SMITH: il ritorno della sacerdotessa del rock

Patti Smith “Banga” (Columbia/Sony Music, 2012) – www.pattismith.net


Tracklist:
01. Amerigo
02. April Fool (video: http://youtu.be/fwPtwtz9OU0)
03. Fuji-san (video: http://youtu.be/o9zsDhH-6Yw)
04. This Is The Girl (video: http://youtu.be/o72S2JigEE8)
05. Banga
06. Maria
07. Mosiac
08. Tarkovsky (The Second Stop Is Jupiter)
09. Nine (video: http://youtu.be/RBh0jOWHXag)
10. Seneca
11. Constantine's Dream
12. After The Gold Rush

Con questa fanno tre volte che Patti Smith è artisticamente rinata dopo un'eclissi di circa otto anni. Capitò nel 1988 con quel “Dream Of Life” che gli regalò il clamoroso successo di “People Have The Power” dopo il “buen retiro” dedicato al menage familiare. Capitò nel 1996 con “Gone Again”, guizzo vitalistico e rabbioso a compensare (molto) parzialmente la tragica perdita del marito Fred "Sonic" Smith. Capita oggi appunto otto anni dopo il solo discreto “Trampin'”, non contando la raccolta di cover “Twelve” che nel 2007 ci aveva semmai fatto sospettare un irreversibile inaridimento della vena. L'ascolto di “Banga” - undicesimo album in carriera - si rivela invece una piacevole sorpresa: disco lontanissimo dal sacro furore della tetralogia dei 70's, certo, ma sostenerlo significa coglierne la principale qualità, perché pare proprio che la sessantaseienne chicagoana abbia finito di fare i conti con quei formidabili precedenti per approdare ad un dorato equilibrio tra lirismo e immediatezza, tra energia ed essenzialità. (sentireascoltare.com)
Patti Smith ha sfornato uno dei dischi migliori - se non il migliore - dal suo ritorno a fine anni ’90. Dalle note e dal recitato iniziale di “Amerigo” (dedicata al navigatore Vespucci) al finale con la cover di “After the gold rush” di Neil Young, è un’ora di puro rock, dove la purezza non è un modo di dire, ma uno stato d'animo, un suono. Canzoni cantate con una grazia, un carisma e una forza che han pochi pari: che siano dedicate al disastro nucleare giapponese - “Fuji-san”, uno dei brani più energici del disco; che siano dedicati ad icone scomparse - le delicate “This is the girl”, scritta per Amy Winehouse e “Maria”, per Maria Schneider, l’attrice de “L’ultimo tango a Parigi”; che siano dediche indirette come “Nine”, originariamente composta come regalo di compleanno per Johnny Depp. Che siano queste cose o altre ancora, Patti Smith rimane disarmante, anche quando fa cose che nella bocca di altri potrebbero sembrare kitsch come la frase “This is the wine of the house” nella canzone su Amy Winehouse, o il coretto di bambini sul finale di “After the goldrush”, con il testo modificato per il XXI secolo. (rockol.it)
“Banga” è un gran bel disco, da ascoltare, da leggere, da approfondire, da vivere, da condividere, per di più particolarmente atteso dalle nostre parti dopo la preziosa ed emozionante apparizione della Smith al Festival di Sanremo di quest'anno, a sostegno della prova firmata Marlene Kuntz. Il tutto condito da un esaustivo libretto interno e dalla presenza dei fedelissimi di sempre Lenny Kaye e Tom Verlaine (che mette a segno un paio di assoli su “April Fool” e “Nine”), a preservare una volta di più il filo di continuità con il passato. Patti, anche nel nuovo millennio, si conferma un personaggio idolatrato, sul quale nutrono massimo rispetto persino le generazioni più giovani. Un monumento, un patrimonio dell'umanità, da amare, proteggere, salvaguardare e (possibilmente) diffondere, la sacerdotessa del rock non è qui per vivere di rendita su un pur glorioso e significativo passato e si dimostra molto più viva e veemente di tante nuove voci già belle e pronte per il processo di mummificazione. (ondarock.it)
(Rino De Cesare)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì (con “RADI@zioni/N.R.G.”) e venerdì (con “RADI@zioni/CULT”) tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.



BRENDAN BENSON: grandi melodie power-pop


RADI@zioni / Disco Hot N° 12:
BRENDAN BENSON “What Kind of World” (2012)

Mr. Benson ha già una notevole carriera da solista alle spalle. Questo è infatti il suo 5° album.
La vita e le amicizie lo hanno proiettato sul grande palcoscenico… Ricordiamo che,tra le altre cose, è anche stato il fondatore, con Jack White, dei The Racounters… ma lui è fondamentalmente rimasto sempre lo stesso… ricerca melodie power pop ed è più portato a suonare nei piccoli club.
Il risultato di quest’ultimo album è davvero molto gradevole. È la melodia a farla da padrona. La sua scrittura resta più che mai legata ai 70’s… merito anche del frizzante modo di suonare la sua chitarra… Piccolo, grande Brendan Benson!
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
WHAT KIND OF WORLD (ascolta & guarda: http://youtu.be/sTjf2_ETeA4)
HERE IN THE DEADLIGHTS (ascolta & guarda: http://youtu.be/iBMf9Qj2Rbg)
BAD FOR ME (ascolta & guarda: http://youtu.be/X9dGf4teXxo)


domenica 17 giugno 2012

INCANTEVOLE EUFORIA: orgogliosa dichiarazione d'appartenenza

INCANTEVOLE EUFORIA “Back Where I Belong” (2012)

Lo posso affermare senza tema di smentite! Gianmarco “J” Di Salvatore è uno dei più grandi autori di punk-pop di questi ultimi anni. La sua particolare sensibilità artistica nel trovare il giusto punto d’incontro tra il power pop, il melodic punk e il classic rock non conosce rivali. Così fu per i DNA71 (http://www.rockit.it/dna71/biografia, http://www.myspace.com/dna71), band da cui proviene J Di Salvatore, così è per Incantevole Euforia (www.facebook.com/incantevoleuforia, www.myspace.com/incantevoleuforia)… e questa dichiarazione “d’appartenenza” lo dimostra ampiamente ponendosi come ideale continuazione del discorso, purtroppo troppo presto interrotto, dei “desossiribonucleici” brindisini. Oggi Incantevole Euforia sono: Jordan Rech (batteria), Mauro Daccico (basso) e Gianmarco Di Salvatore (chitarra e voce). Bravissimi!!!
“Back Where I Belong” è in download assolutamente gratuito da: http://www.mediafire.com/?kfv4fn9l6cptocg
(Camillo Fasulo)

Tracklist:
01 - Pick Me Up Off The Ground
02 - Youths Of The Night
03 - Summer 2005
04 - The Wildest Rock'n'Roll Girl
05 - Rock'n'Roll Band
06 - Look Up To The Sky
07 - Tik Tok (Ke$ha Cover)
08 - La Festa (Bonus Track feat Ferdinaccio)

Ascolta e guarda Incantevole Euforia:
ROCK’N’ROLL BAND (http://youtu.be/vjgTlSAtcSY)
LOOK UP TO THE SKY (http://youtu.be/GQ4JNYAk0-o)


sabato 16 giugno 2012

GRAHAM COXON / "A+E": andamento lo-fi, suoni pasticciati ad arte, ma soprattutto una bella ispirazione

GRAHAM COXON “A+E” (Parlophone, 2012) – www.grahamcoxon.co.uk


Tracklist:
01. Advice (ascolta http://youtu.be/D6hkOhqDgB8)
02.
City hall (ascolta http://youtu.be/vALc0fx-hto)
03. What’ll it take
04. Meet+Drink+Pollinate
05. The truth
06. Seven naked valleys
(ascolta http://youtu.be/FRGMB-jVh2w)
07. Running for your life
(ascolta http://youtu.be/_2PIZGtE9aA)
08. Bah singer
09. Knife in the cast
(ascolta http://youtu.be/L5MtQebtPzk)
10.
Ohh, yeh, yeh

Graham Coxon è il chitarrista dei Blur. Lo è stato dal 1989 al 2002, anno dello storico scioglimento della band londinese, ed è tornato ad esserlo nel 2007, anno dell’altrettanto storica reunion. Reunion che molto probabilmente si concluderà tra pochi mesi, dopo il concerto ad Hyde Park previsto per il prossimo 12 agosto in occasione della chiusura delle Olimpiadi di Londra. Sempre che i Blur non decidano di andare avanti, pubblicando magari un nuovo disco di inediti. Questo per ora, nessuno lo sa, anche se Albarn lo ha recentemente escluso. Quello che sappiamo è che Coxon, dal 1998, pubblica con invidiabile continuità album solisti di discreta fattura: il nuovo “A+E” è addirittura l’ottavo della serie. Probabilmente il disco più personale di Coxon da diversi anni a questa parte: a conti fatti forse il migliore. Tanta sperimentazione, tanto punk, tanta new wave e tanto kraut rock (che senza cercare chissà quale spiegazione, probabilmente è quello che Coxon sta ascoltando in questo momento), il tutto installato su una solida base indie garage già ottimamente collaudata in passato: dieci nuovi pezzi senza un punto debole che sia uno. Va detto che poterli poi pubblicare così come “papà li ha fatti”, è un privilegio che Coxon si è guadagnato ovviamente con il tempo e la bravura, ma soprattutto con i milioni di dischi venduti con i Blur. Dettaglio non trascurabile che però non cambia la sostanza del discorso, e cioè che “A+E” è in definitiva un ottimo disco, sicuramente uno dei più interessanti usciti quest’anno. Mica male per un “semplice” chitarrista! (http://www.rockol.it/recensione-4887/Graham-Coxon-A-E)
Ai Blur manca giusto la lustratina conclusiva, l'ultimo chilometro e mezzo nelle gambe e poi dovrebbero essere pronti per Londra 2012, le Olimpiadi della Regina. L'appuntamento è fissato, si diceva poco più su, per il 12 agosto, per la maratona finale che dovrebbe vederli protagonisti come depositari definitivi del verbo britannico, almeno di quello delle ultime due decadi. Si dice però in giro che Albarn e soci potrebbero non arrivare così tirati a lucido al traguardo, distratti come sono da mille altri impegni: Damon fa le ore piccole con amici un bel po' al di fuori della cerchia british, ma è una cosa che va avanti da quasi due lustri; il ragazzo si sbatte, non sta mai con le mani in mano, sembra sempre non convintissimo riguardo queste occasionali reunion. Il suo partner storico, quel Coxon lì, è indaffarato ancora una volta con i Giochi della Gioventù. Gli piace correre da solo: nessuna responsabilità, niente staffette, niente attese sul filo dei secondi per ricevere un testimone non più così agognato. Sia come sia, l'ultima fatica non l'ha spossato più di tanto - ha fatto "A+E", si è sbucciato un ginocchio, ha sorriso ai fotografi accorsi col fiatone e se ne è andato a casa tutto soddisfatto. E non ha avuto mica tutti i torti: il suo nuovo giocattolo è venuto su proprio bene, compatto ma sfaccettato, divertente, danzante, leggero, impegnativo solo in apparenza. L'esatta somma che può raggiungere solo uno capace di maneggiare con cura e discreta fantasia la materia indie.
Dieci brani, chitarre sottobraccio, una pedaliera lunga un chilometro, andamento lo-fi, suoni pasticciati ad arte, ma soprattutto una bella ispirazione in chiave armonico-melodica che così bene non gli si udiva dai tempi in cui con gli altri tre faceva "13". Nessuna sorpresa clamorosa, semmai la consueta rilettura umoristica dei Kinks più scatenati, che con "Advice" aggiunge un nuovo capitolo al volume iniziato con l'attacco frontale di "Song 2", proiezioni d'essai del post-punk di ritorno da Berlino, con la voce lamentosa a fare capolino tra i ritmi funky claudicanti di "City Hall" e quelli robotici, ma con batterie quasi scariche, di "Meet And Drink And Pollinate". Ci sono anche i Blur, non potevano certo mancare in questo bignami del suono “coxoniano”, e nella caotica "Seven Naked Valleys" pare quasi di sentire l'ugola di Albarn.
Graham sa come trascinare l'ascoltatore, magari con una parodia saltellante dell'hard-rock miscelata agli Stranglers di "Black And White" in "Running For Your Life" (altro che Olimpiadi…), ma anche con la dance martoriata di "What'll It Take". E non poteva mancare l'omaggio kraut-noise dal passo pensieroso di "Knife In The Cast". Niente di nuovo sotto il sole, solo un aggiornamento, un perfezionamento dei propri schemi compositivi, dove tutto funziona sempre bene e, anzi, a tratti appare francamente irresistibile. Insomma, Coxon è pronto per una medaglia. Intanto è già tornato a esercitarsi in pedana, armato di arco: dicono che abbia una nuova cesta piena di frecce! (http://www.ondarock.it/recensioni/2012_grahamcoxon_ae.htm)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.

GRAND DUCHY = PIXIES??? Ogni volta è la stessa storia!

RADI@zioni / Disco Hot N° 11:
GRAND DUCHY “Let The People Speak” (2012)

Ogni volta è la stessa storia! Noi che cerchiamo nei suoi lavori echi degli ormai defunti Pixies e lui che gioca a spiazzarci… Ma è anche naturale che qualche rimando salti fuori qua e là… stiamo parlando del fondatore nonché mente principale della band dei “folletti”…
Dopo quasi tre anni dal precedente disco con il progetto Grand Duchy, oggi più che mai Mr. Frank Black o, se preferite, Black Francis, vuol tentare di convincerci di quanto siani “fighi” i Grand Duchy, complice la sua compagna Violet Clark… quale miglior affiatamento? 60 minuti di durata sospesi a metà strada tra electro-funk ed una robusta vena rock che, sotterranea, ne contamina ulteriormente il mood sonoro… quando poi al microfono c’è lui, “Frank Black Francis” il livello del disco sale alla grande! Certo, non sapremo mai se il suono dei Grand Duchy corrisponda realmente a quello dei Pixies… se ancora esistessero oggi! Voi che ne dite?…
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
WHITE OUT (VIDEO: http://youtu.be/b0HXy8a50BQ)
LET THE PEOPLE SPEAK (VIDEO: http://youtu.be/Fa8jOSYiJeg)
SILVER BOYS (VIDEO: http://youtu.be/3xz0jMy-mAM)


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