Tracklist:
01. Heard About You Last Night
02. Simon Ferocious
03. Remurdered
04. Hexon Bogon
05. Repelish
06. Master Card
07. Deesh
08. Blues Hour
09. No Medicine For Regret
10. The Lord Is Out Of Control
02. Simon Ferocious
03. Remurdered
04. Hexon Bogon
05. Repelish
06. Master Card
07. Deesh
08. Blues Hour
09. No Medicine For Regret
10. The Lord Is Out Of Control
Cosa
può avere ancora da dire un gruppo come i Mogwai? Da almeno quattro album a questa
parte, la domanda a caldo è sempre la stessa. C'è chi li vuole bolliti dai
tempi di "Rock Action" (2001), chi li amerebbe qualsiasi
cosa facessero e chi ancora si sbraccia facendo a gara sull'originalità con cui
rinnegarli. Ma la domanda se la pongono tutti, indistintamente, vuoi per
trovare la risposta più originale, vuoi per enfatizzare una convinzione, vuoi
per provare a mettere alla prova il proprio gusto. E alla fine, com'è giusto
che sia, ciascuno darà la propria personale risposta! Tutto qui, si potrebbe
dire. Non fosse che alla tecnica, Stuart Braithwaite e soci aggiungono, ora più
che mai, quel tocco che troppo spesso è mancato a molti dei comprimari del
cosiddetto post-rock – definizione dalla quale la loro nuova via sonora ha
definitivamente preso un ampio margine di distanza – e con quel loro
particolare tocco
hanno tirato fuori adesso l'ennesimo gioiello. Ed effettivamente viene un po'
da chiedersi come facciano, a 17 anni pieni dallo spiazzante capolavoro con cui
debuttarono, a continuare ad avere così tanto da dire.
I
Mogwai sono esploratori musicali che ormai da anni si muovono agilmente tra i
confini e le mille diramazioni di quel vasto universo chiamato post-rock,
termine che loro odiano ma che definisce un genere a cui volenti o nolenti
hanno dato un gran contributo. Molto è stato detto e scritto per elogiare
questi ragazzi scozzesi, musicisti inesauribili, che quando non sono in tour si
rinchiudono in studio per dar forma a quelle cavalcate a volte incalzanti, a
volte sognanti, e che non stancano mai. Artisti veri, a tutto tondo, che amano
le sfide e mettersi alla prova anche componendo colonne sonore (dal
documentario “Zidane: A 21st Century Portrait” al recente, commovente commento
sonoro alla serie tv francese “Les Revenants”, purtroppo ancora inedita in
Italia).
Quelli
dei Mogwai sono dischi dal sound sempre incredibilmente curato e dal packaging
stellare, croce e delizia dei collezionisti più accaniti che non vedono l’ora
di mettere le mani sulle famigerate e ricchissime deluxe edition. “Rave Tapes”,
successore di “Hardcore Will Never Die But You Will” (l’ultimo “vero” album
della band pubblicato nel 2011), li vede tornare a collaborare con l’amico e
storico produttore Paul Savage, figura fondamentale nella loro evoluzione
musicale. È un album che, e capita spesso con i lavori dei quintetto di
Glasgow, trasporta in un’altra dimensione come pochi altri sanno fare. E allora
non resta che lasciarsi andare e seguire la corrente, perché opporre resistenza
è inutile… perché “Rave Tapes” è un album che va goduto fino in fondo, più che
discusso. E allora facciamola breve dicendo solo che è un’emozione continua che
scorre, pur senza grandi sorprese né esplosioni cosmiche.
Passano
i decenni, però la qualità dei Mogwai resta. “Rave Tapes” è un esercizio di
stile che preferisce la penombra alla luce del mezzogiorno, fatto di sfumature,
dettagli, cambiamenti minimi ma significativi che rendono le canzoni a volte
simili al passato ma mai completamente uguali a sé stesse. Come in un paesaggio
caro e familiare, come in un quadro di Bosch che guarderesti per ore: ci vuole
tempo per coglierne e apprezzarne a dovere le differenze, i particolari. Tempo
ben speso, però!
Testi
liberamente tratti da www.ondarock.it/recensioni/2014_mogwai_ravetapes.htm
e da www.indieforbunnies.com/2014/01/13/mogwai-rave-tapes/
A cura di: Camillo
“RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo
Fasulo e realizzato con
la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo
Saponaro e Carmine
Tateo,
in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio
Riccio” (www.ciccioriccio.it)
di Brindisi.
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