THE NATIONAL “Trouble
Will Find Me” (4AD, 2013) – www.americanmary.com
Tracklist:
01. I Should Live in
Salt (guarda&ascolta: http://youtu.be/JK-EF9fAHIY)
02. Demons (guarda&ascolta: http://youtu.be/N527oBKIPMc)
03. Don’t Swallow the Cap (guarda&ascolta: http://youtu.be/gb6xroOHNKs)
04. Fireproof
05. Sea of Love
06. Heavenfaced
07. This Is the Last Time
08. Graceless (guarda&ascolta: http://youtu.be/Jpz_gUyImhw)
09. Slipped
10. I Need My Girl
11. Humiliation
12. Pink Rabbits (guarda&ascolta: http://youtu.be/7UcUBmlcrZc)
13. Hard to Find
02. Demons (guarda&ascolta: http://youtu.be/N527oBKIPMc)
03. Don’t Swallow the Cap (guarda&ascolta: http://youtu.be/gb6xroOHNKs)
04. Fireproof
05. Sea of Love
06. Heavenfaced
07. This Is the Last Time
08. Graceless (guarda&ascolta: http://youtu.be/Jpz_gUyImhw)
09. Slipped
10. I Need My Girl
11. Humiliation
12. Pink Rabbits (guarda&ascolta: http://youtu.be/7UcUBmlcrZc)
13. Hard to Find
Il successo anche dal
punto di vista dei numeri del precedente album (“High Violet”) non ha scalfito
la classe e l’urgenza espressiva di Berninger e soci. Il cantante, abbandonate
da un paio d’anni le bionde alla nicotina nel taschino della memoria, sfoggia
un timbro mai così pulito e fragili linee vocali di bellezza mai così
cristallina, anche se alcuni, probabilmente, preferiranno il Matt più sporco di
qualche anno fa.
Allargando la
visuale, pensando a tutto l’album e al lavoro di tutti i membri, rimane
quell’impressione, come nel recente passato, di un tentativo di ammodernamento
e crescita che fa pensare ad un movimento “laterale”, nel senso che non vi sono
grandi rivoluzioni del sound della band, ma si rinviene un’attitudine che mira
sempre di più alla cura del piccolo dettaglio e, al contempo, alla ripulitura
delle strutture, a favore di azzeccate scelte di stampo ancora più minimalista,
che però in realtà nascondono, probabilmente, un enorme lavoro di rifinitura.
Ordunque, The National, pur riconoscibilissimi, danno l’idea di aver creato
qualcosa di nuovamente necessario, un ulteriore capitolo senza il quale forse
non li avremmo mai davvero compresi fino in fondo. Sono canzoni che hanno tutta
l’aria di essere rimaste intrappolate nel tempo. Come se fossero sempre
esistite. Più che mai liberatorie, grazie soprattutto a certi finali di
splendore epico che fanno accrescere quella sensazione sempre più pulsante di
trovarsi di fronte a un insospettato vero e proprio passo in avanti, cosa che
non è del tutto chiara durante i primi ascolti. Ma un album dei The National è
pur sempre una scoperta. È come una amica che conosci da sempre ma che, piano
piano, apprezzi sempre di più, fino ad innamorartene perdutamente e, … come
dire?… è un po’ come dimenticare te stesso per trovare un amore che pareva
ormai perduto… e, paradossalmente, ritrovare te stesso!
Tutto il disco,
comunque, si attesta su livelli altissimi, dall’iniziale, accorata “I Should
Live In Salt”, alla martellante-con-dolcezza “Don’t Swallow The Cap”, fino alle
ballads una più maledettamente triste, tenera e bella dell’altra (“Slipped”,
“Pink Rabbits” e “Hard To Find”), ed è tutto dire! Cresce inesorabilmente
ascolto dopo ascolto questo “Trouble Will Find Me”, fino a contribuire a
comporre un’opera che – non ce lo saremmo mai aspettato dopo tre bellissimi
album consecutivi – appare di nuovo incantevole. L’ennesima prova di generosità
di una band figlia di un tempo arido e avido. (www.indieforbunnies.com/2013/05/20/the-national-trouble-will-find-me/)
Volendo ripensare un
attimo al percorso fin qui seguito dai The National: “Boxer” rimarrà il disco
che ha delineato il loro suono e ha fatto far loro il salto di qualità, anche
in termini di copie vendute. Ma, per qualità, “Trouble Will Find Me” si pone
solo poco al di sotto di quel capolavoro. Più ricercato e maturo di
“Alligator”, più compiuto di “High Violet”, il disco riconferma a livelli
altissimi una band che non avrebbe comunque nulla da dimostrare. E lo fa
utilizzando le armi di sempre, ma con una sensibilità nuova, meno combattiva e
più magnetica, più intima, continuando sulla strada tracciata dall'album
precedente (che è “High Violet”), ma guadagnando in intensità. In definitiva
The National si prendono pochissimi rischi, auto-celebrano la propria maturità
artistica e citano spesso se stessi, ma con una classe che è data, oggi, a pochissimi.
Nulla in più di quello che vorresti ascoltare. Uno dei dischi dell'anno! (www.indie-rock.it/recensioni_look.php?=1608)
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.
Nessun commento:
Posta un commento