giovedì 21 febbraio 2013

YO LA TENGO – Un'elegante lezione di rock alternativo americano

YO LA TENGO “Fade” (Matador Records, 2013) – http://yolatengo.com/

Tracklist:
01. Ohm (ascolta: http://youtu.be/BauiMlA0VVo)
02.
Is that enough
03. Well you better (ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=_57ZtsuzQj4&feature=share&list=PLUm14RyqutJMxJDyrNkfJ2p9bZhgLEzg5)
04. Paddle forward
05. Stupid things (ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=KzsTz5trFjA&feature=share&list=PLUm14RyqutJMxJDyrNkfJ2p9bZhgLEzg5)
06. I’ll be around
07. Cornelia and Jane
08. Two trains
09.
The point of it
10.
Before we run (ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=ICFj0K7N6Lk&feature=share&list=PLUm14RyqutJMxJDyrNkfJ2p9bZhgLEzg5)

Indipendenti praticamente per definizione, alternativi, psichedelici, noise; i Velvet Underground e la melodia da una parte, i Sonic Youth, i feedback, il cosiddetto “rumore” dall’altra: questi gli Yo La Tengo fino ad oggi, e aggiungerei anche con un “discreto” successo. Nascere nel 1984 significa avere oggi ventinove anni, diciamo oramai compiuti, e se è vero che nel mondo del rock vale la regola canina “un anno ne vale sette”, fate voi i conti. In un’interessante intervista pubblicata sul “Mucchio” di gennaio, si legge di un Ira Kaplan preso ad ammettere candidamente la propria “stupidità” nel non aver mai avuto “… l’idea geniale di sciogliere il gruppo per poi riformarlo”. Ironia a parte, comunque molto intelligente, se gli Yo La Tengo ad un certo punto si fossero sciolti per poi riformarsi probabilmente oggi non avremmo un disco come “Fade” tra le mani. Forse tra qualche anno o probabilmente mai! (http://www.rockol.it/recensione-5095/Yo-La-Tengo-FADE)
I protagonisti di questa storia sono i coniugi Ira Kaplan (voce, chitarra) e Georgia Hubley (voce, batteria) più James McNew al basso. I tre cavalieri del sottobosco indie a stelle e strisce inaugurano il 2013 sfornando il tredicesimo album. Dopo tanti anni, e tanti lavori, è chiaro che Yo La Tengo sia considerato un nome intoccabile della scena alternativa mondiale, fra i più longevi attualmente in circolazione. La principale differenza fra “Fade” e i dischi più recenti del trio è l’evidente sforzo di sintetizzare i tratti strumentali, evitando di dilungarsi inutilmente o virare verso percorsi troppo tortuosi. Ulteriore divergenza è data dal minore apporto delle chitarre, in favore di atmosfere sovente più rarefatte ed arrangiamenti che mal celano desideri di grandezza, con gli archi che in un paio di occasioni tendono a prendere il sopravvento.
Come spesso accade dalle parti degli Yo La Tengo, le due tracce più lunghe sono posizionate alle estremità dell’album. “Ohm” è il perfetto trait d’union con la fine del precedente “Popular Songs”, l’ “instant classic” che tutti si augurano di trovare in ogni loro nuovo lavoro; “Before We Run” rappresenta invece il congedo appassionato e viscerale, l’epilogo di un percorso di dieci tracce che per metà rappresentano la sintesi di quanto fatto sinora dalla band e per metà lancia il trio del New Jersey nella costruzione di quadretti bucolici rilassati e armonici. Prodotto dall’esperto John McEntire, che oltre ad essere un affermato producer è noto nell’ambiente come drummer di Tortoise, Red Krayola e The Sea And Cake, “Fade” è stato registrato presso i Soma Studios di Chicago. Chi si affretterà a prenotare la deluxe edition potrà godere di un sette pollici bonus con dentro due piacevolissime cover: “I Saw The Light” di Todd Rundgren e “Move To California” dei Times New Viking. La versione in vinile assicura anche un esclusivo coupon utile per scaricare una jam di ulteriori undici minuti (http://www.ondarock.it/recensioni/2013_yolatengo_fade.htm).
Il suono della band di Hoboken, New Jersey, resta inconfondibile dall’esordio ai giorni nostri, sebbene i nostri tre abbiano provato a diversificare il proprio repertorio con una ricerca musicale che continua tuttora e che dà i migliori risultati nel confronto live. È lì che vedi l’abilità nello scambiarsi gli strumenti, nel mettersi alla prova, nel volere essere ricercati con un pezzo strumentale di mezz’ora di puro rumore e passare poi ad una canzone pop dal ritornello facile (http://www.rockisland.it/news-22934/recensione-yo-la-tengo-fade-2013/).
Purtroppo il tour promozionale di “Fade” prevede una sola data in Italia, programmata per il prossimo marzo al “Limelight” di Milano. Se vi trovaste in zona, vi consiglierei di non perdere la visione di un pezzo di storia musicale contemporanea, il quale nel 2013 conferma, assieme a Wilco, Walkabouts e pochissimi altri, di avere il passaporto per viaggiare su quella nuvola che ospita i grandi protagonisti del moderno american rock, scrutando tutti dall’alto ad anni luce di distanza (http://www.ondarock.it/recensioni/2013_yolatengo_fade.htm).
Da questo link sarà possibile ascoltare l’intero album “Fade” degli YO LA TENGO: http://www.youtube.com/watch?v=N5Fbw7dy8_U&list=PLUm14RyqutJMxJDyrNkfJ2p9bZhgLEzg5
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


venerdì 15 febbraio 2013

VALENTINA GRAVILI - In viaggio alla ricerca di nuove, intriganti sfumature cromatiche ed emozionali!

VALENTINA GRAVILI “Arriviamo Tardi Ovunque” (Carbon Cook Records, 2013) www.valentinagravili.comwww.carboncookrecords.com

Tracklist:
1.Il Finimondo (ascolta: http://youtu.be/sAYv2bij8sU)
2.Arriviamo Tardi Ovunque (ascolta: http://youtu.be/Uv_hQaGI4H4)
3.Pare Che Fuori Pioverà (ascolta: http://youtu.be/HKrxt3o1iv4)
4.Guerriglia D'Oriente (mentre fuori il sole insorge)
5.La Mappa Dei Punti Deboli Del Mondo
6.La Saggezza è Roba Per Giovani (ascolta: http://youtu.be/RSWiA04M0Uc)
7.Cruda
8.Mosca Cieca
9.Domenica Mattina (ascolta: http://youtu.be/8WAxtEIFEuU)

Terzo album per Valentina Gravili, cantautrice brindisina, ma romana d'adozione. Enfant prodige del cantautorato italiano ai tempi dell'esordio “Alle Ragazze Nulla Accade A Caso” premiato con il “Premio Ciampi” come miglior debutto nel 2001, e poi confermatasi con il successivo “La Balena Nel Tamigi”, premio “MEI” come miglior autoproduzione nel 2011. Con “Arriviamo Tardi Ovunque”, Valentina compie un ulteriore salto di qualità e, grazie alla sapiente mano di Max Baldassare alla produzione, abbandona il pop-psichedelico del precedente album, per abbracciare un sound più selvaggio e sensuale, arrivando a realizzare un disco pregevole, che ci riconsegna una cantautrice ruvida, poetica, sensuale, nel pieno della sua maturità artistica (http://www.kdcobain.it/tutte-le-recensioni/423-valentina-gravili--arriviamo-tardi-ovunque-recensione-.html).
"La paura degli esseri umani è paura di essere umani", cantano i Marta sui Tubi. Concetto che deve essere ben chiaro anche a Valentina Gravili, cantautrice pugliese DOC, di quelle che cantano in italiano, come gli italiani, alla fine, sanno fare meglio di tutti. Lo fa poi come gli italiani che non hanno bisogno di mezzucci o facili riferimenti esterni per apparire quello che poi non sono. Un italico essere umano che non si nasconde, si mostra, anzi, in modo fiero, probabilmente perché consapevole della marcia in più che ha in dotazione.
A vederla penseresti a PJ Harvey, a sentirla a Nada, ma quando l'ascolti, tutto è meno immediato, scontato e semplice. Sound ricercato e a tratti d'avanguardia, con ricorrenti rimandi al folk, al country americano, alla nostra tradizione meridionale, con variabili e varianti di fiati jazz, giochi elettronici, tamburi tribali e riff di chitarre blues. Testi mai banali, interpretati con il piglio e la sfacciataggine di chi non ha paura di riaffermare la desueta convinzione che c'è dell'arte nello scrivere i testi delle canzoni (http://asoulvibration.blogspot.it/2013/02/album-della-settimana-valentina-gravili.html).
La saggezza è roba per giovani, recita ironicamente Valentina in uno dei brani contenuti in questo suo terzo disco lungo. E così pensa bene di mollare il pop d'autore del precedente “La balena nel Tamigi” per buttarsi a capofitto in un immaginario decisamente più rock (http://www.sentireascoltare.com/recensione/11085/valentina-gravili-arriviamo-tardi-ovunque.html). “Arriviamo Tardi Ovunque” è comunque un disco che difficilmente si può classificare sotto una determinata etichetta, talmente vario e multiforme è lo spettro di influenze che ci vengono presentate (http://www.spaziorock.it/recensione.php?id=1000120913). I testi, tutti scritti dalla Gravili (tranne “Domenica mattina” pregevole canzone co-firmata da Vincenzo Assante), sono semplici e reali, parlano di tutti noi, di problemi della vita quotidiana (dalle polveri sottili dell’Ilva di Taranto all’infinita costruzione della Salerno-Reggio Calabria, oppure di Cosenza afflitta dai roghi estivi). In ogni brano poi c’è una ricchezza di strumenti impressionante che rende ancora più originale ogni singola composizione del disco, basti solo pensare che Valentina, in alcune tracce, suona chitarra acustica, chitarra elettrica, synth, percussioni e autoharp. Gran bel disco questo, senza ombra di dubbio da ascoltare attentamente! (http://www.sound36.com/valentina-gravili-arriviamo-tardi-ovunque/). La nostra Valentina distilla canzoni che hanno una marcia in più rispetto alla consuetudine, una forte presenza “femmina” che fa coerenza e suono incantevole: nulla accade a caso, nulla viene gettato. Una bella (ri)scoperta che, lungo il suo tragitto, si è modificata, come una ventata improvvisa, rimanendo però saldamente ancorata alle proprie alte qualità. Piacciono i fiori slegati e vermigli? Allora è consigliatissimo al 1000%. (http://www.rockambula.com/valentina-gravili-arriviamo-tardi-ovunque/).
A questo link sarà possibile ascoltare l’intero album “Arriviamo Tardi Ovunque” di Valentina Gravili: http://youtu.be/i6MjacZl9L0.-
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.


venerdì 8 febbraio 2013

LE SINGE BLANC: un felice ma necessario disturbo della quiete pubblica a base di sonorità mutanti!

LE SINGE BLANC “Aoûtat” (Musica per Organi Caldi, 2013) - www.lesingeblanc.org - www.musicaperorganicaldi.it

Tracklist:

01. Gru (ascolta: http://youtu.be/XkCr2XOP6nY)
02. Ema Stuper
03. Mic Mac
04. Monorone
05. Buhns
06. Moignon
07. Cheuby
08. Druine
09. Pampa
10. Sana

Molto attivi sulla scena indipendente internazionale e praticamente in giro fin dal 2000, i Le Singe Blanc, trio formato da Vincent (basso), Thomas (basso) e Kévin (batteria) son considerati il combo più elettrizzante mai uscito dalla cittadina di Metz, situata all’estremo nord francese. A suon di “regressive rock” (è l’antitesi del “progressive rock”!) hanno battuto tutti i bar e gli squat della Francia prima di cominciare a girare per Europa, Cina e, di recente, anche negli USA, superando i 400 concerti in poco più di dieci anni di attività e collezionando, tra album ufficiali, split e progetti collaterali, un nutrito numero di uscite discografiche. “Aoûtat” è l’ultimissimo album dei Le Singe Blanc, edito anche in Italia grazie alla indie-label tarantina Musica per Organi Caldi di Giorgio Maniglia, in pratica un viaggio sonico articolato in 10 capitoli di controllata follia post-rock, scarna, minimale, ma dannatamente ispirata!
“Aoûtat” (si legge “utà”): termine francese traducibile nella nostra lingua come “larva di acaro”…
Ascoltare lavori come “Aoûtat” ti fa prendere perfettamente coscienza della qualità delle droghe che circolano in Francia in questo momento storico. Opinioni personali a parte, devo ammettere che la scena underground francese goda di ottima salute e continua a sorprendere. Le Singe Blanc si mostrano tenaci difensori di una “Bastiglia” assaltata da noi violenti detrattori italioti sempre alla ricerca di una falla per infangare il loro tricolore. Il cocktail musicale del trio è anomalo, ma allo stesso molto semplice: prendete un terzo di funky, un terzo di math e un terzo di noise, aggiungete una spruzzatina di ritmiche tribali, miscelate per bene e il gioco è fatto! Il risultato è un miscuglio esplosivo dove riescono a convivere i deliri e virtuosismi di basso che fanno pensare a Les Claypool dei Primus, alla follia di Mike Patton e dei Mr. Bungle, nonché al primitivismo punk-noise di Arrington de Dionyso e degli Old Time Relijun… in una parola: fantastico! Sfiancante ed allucinato, “Aoûtat” è un'esperienza sonora che funziona sia a basso che ad altissimo volume, sia sotto effetto di mescalina che giocando a scacchi. Le composizioni si muovono fra continui e fantasiosi incastri ritmici e armonici, duetti dei due bassi, improvvise dissonanze e la semi-demenza schizofrenica delle voci che si esibiscono spesso in una sorta di botta e risposta emettendo versi (non credo si possa parlare di testi e neanche di parole), uno in una specie di growl da orco (sarà forse lo yeti a cui il nome “la scimmia bianca” si riferisce?) e l'altro in un falsetto quasi bambinesco. Ecco, i Le Singe Blanc sono un delirio, sono divertenti e ti fanno venire voglia di muoverti e ballare! Ascoltate il loro disco e poi fatemi sapere se riuscite a tenere ferme le gambe o se non vi ritroverete, senza rendervene conto, a tenere il tempo battendo la mano su qualunque cosa vi capiti a tiro. Nel frattempo prestate orecchio a questo fantastico “Aoûtat”: arma assolutamente non convenzionale, non destinata ad annientare le masse, ma solo quei pochi che si possono ancora permettere di cavalcare cavalli imbizzarriti nella Pampa senza chiedersi perché e per quanto tempo ancora, mentre i ritmi accelerano e l’aria si fa sempre più rarefatta. Respirate e continuate ad ascoltare. Scoprirete un grande gruppo che sguazza felice nel mare vorticoso dell'underground!
Non ringrazierò mai abbastanza Giorgio “Musica per Organi Caldi” Maniglia per avermi fatto conoscere la musica di questo terzetto francese: folle e originale!
Da questo link sarà possibile ascoltare l’intero album “Aoûtat” dei Le Singe Blanc: http://lesingeblanc.bandcamp.com/album/ao-tat-3
“RADI@zioni/N.R.G.” è un programma ideato da Camillo Fasulo e realizzato con la radi@ttiva collaborazione di Gabriella Trastevere, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica “Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.



THE EVENS: una versione intimista e minimalista dei FUGAZI

RADI@zioni / Disco Hot N° 02:
THE EVENS “The Odds” (2012)
… The Evens è il progetto a cui Ian MacKaye si è dedicato dopo aver messo in pausa indefinita i leggendari Fugazi. Ma c’è da aggiungere che proprio gli stessi The Evens sono un po’ una versione intimista e minimalista degli stessi Fugazi…
… Ian MacKaye, cinquanta anni ormai suonati, è chitarrista, bassista, cantante, fonico ed anche autentico maniaco del controllo. The Evens, più che una band,sono un duo a conduzione familiare. L’altra metà è la moglie Amy Farina, cantante che si occupa anche dei ritmi. “The Odds” è il 3° disco per la coppia. Nasce dopo una pausa dovuta alla nascita del loro primogenito.
… “The Odds” è un disco tipicamente indie-rock, delicato, ritmato… Mai eccessivo… Spesso fatto di pause e di puntuali silenzi proprio a causa della poca strumentazione utilizzata. Le voci che si incastrano e si compensano danno vita a brani orecchiabili e coinvolgenti. Insomma, l’avrete capito: “The Odds” è una piccola ma sfuggente perla!
(Carmine Tateo)

Tracce consigliate:
Warble factor (ascolta: youtu.be/JtnZVWqhLpM);
Sooner or later (ascolta: youtu.be/ob2kxnCnw2k);
Broken finger (ascolta: youtu.be/UmDXLRRZw8M).


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