KAMELOT “Silverthorn”
(SPV/Steamhammer, 2012) – www.kamelot.com
Tracklist:
01. Manus Dei
02. Sacrimony (Angel of Afterlife) (ascolta: http://youtu.be/LvWT-7l6vJU)
03. Ashes To Ashes
04. Torn (ascolta: http://youtu.be/SGJ8XE9euPU)
05. Song For Jolee (ascolta: http://youtu.be/HsFNAda4Pcw)
06. Veritas (ascolta: http://youtu.be/ntK72VmtwFI)
07. My Confession
08. Silverthorn
09. Falling Like The Fahrenheit
10. Solitaire
11. Prodigal Son
12. Continuum
01. Manus Dei
02. Sacrimony (Angel of Afterlife) (ascolta: http://youtu.be/LvWT-7l6vJU)
03. Ashes To Ashes
04. Torn (ascolta: http://youtu.be/SGJ8XE9euPU)
05. Song For Jolee (ascolta: http://youtu.be/HsFNAda4Pcw)
06. Veritas (ascolta: http://youtu.be/ntK72VmtwFI)
07. My Confession
08. Silverthorn
09. Falling Like The Fahrenheit
10. Solitaire
11. Prodigal Son
12. Continuum
Sicuramente la curiosità
suscitata dalla decima uscita dei Kamelot, era molto alta. L’abbandono,
alquanto inaspettato, dell’ex singer Roy Khan, vera figura iconica della band,
rappresentava infatti un forte punto di incertezza sul futuro dei Nostri.
“Silverthorn” si presenta come un’opera che riabbraccia il passato, mantiene i
contatti con la storia recente del gruppo, e ci presenta al contempo delle
lievi modifiche al songwriting, adesso più tendente a soluzioni complesse,
oscure ma sempre eleganti. Un ritorno che vede in definitiva i Kamelot a testa
alta, e non piegati sotto il peso dell’assenza di una figura così ingombrante
come quella di Roy Khan (http://metalitalia.com/album/kamelot-silverthorn).
I Kamelot, con
“Silverthorn”, decidono di affidarsi nuovamente ad un concept, esperimento non
nuovo per la band della Florida (basti ricordare il bellissimo “The Black Halo”
del 2005). Tra i maggiori esponenti del power symphonic metal, hanno in passato
offerto prove davvero degne di attenzione ed in qualche caso esaltanti.
Personalmente, li reputo tra i gruppi più importanti del genere per le qualità
espresse e soprattutto per la rara capacità di riuscire a non annoiare pur
mantenendosi fedeli al loro genere. Il combo, tutt’ora capitanato dal
chitarrista Thomas Youngblood, è riuscito nel tempo a superare alcune defezioni
e cambiamenti di formazione, rispondendo sempre con dischi di ottimo livello.
Non fa eccezione neppure quest’ultima uscita che registra l’abbandono del
cantante norvegese Roy Khan al cui posto oggi si trova Tommy Karevik, giovane
singer svedese. Il cambiamento pare sia avvenuto nel migliore dei modi. Da ciò
che si evince, Karevik mostra doti importanti e denota da subito buona
personalità. Dunque non c’è molto da aggiungere proprio perché di innovativo
all’interno del progetto c’è davvero poco ma, paradossalmente, questa è proprio
la sua forza (http://agesofrock.wordpress.com/2012/10/24/kamelot-silverthorn-2012/).
I Kamelot
ripartono praticamente da dove li avevamo lasciati. Il precedente album da
studio, “Poetry for the poisoned”, risale al 2010. Il loro sound denso di
elementi sinfonici e sfumature gotiche è ancora del tutto intatto, e si
arricchisce solo qua e là di quelle influenze progressive e melodiche
probabilmente portate dal nuovo arrivato, e per questo piuttosto simili ad
alcuni passaggi della sua precedente band, i Seventh Wonder. Detto questo, il
nuovo cantante (ma già lo sapevamo!) è un vero talento e riesce con estrema maestria
a non far rimpiangere più di tanto il suo predecessore. Thomas Youngblood come
sempre macìna riff di chitarra con precisione e originalità, combinando
l'aggressività e rapidità del power metal con lo spirito più attento ai suoni e
alla melodia del genere sinfonico, mentre Oliver Palotai, alle tastiere, dà
sfumature importanti ai differenti brani affiancandosi al basso di Sean
Tibbetts e alla batteria di Casey Grillo. Niente da dire sulla produzione e sul
songwriting di questo concept album, entrambi maiuscoli, ma se si vuole trovare
una pecca a questo disco, ecco, occorre ammettere che la band ha osato poco,
rimanendo troppo ancorata al suo stile piuttosto che virare verso i nuovi
orizzonti che uno spirito talentuoso e musicalmente irrequieto come quello di
Karevik potevano fornire. In parole povere: un’ottima ripartenza dopo lo shock
dell'addio di Khan! Il plot è ambientato nell’800 intorno alla vicenda di una
ragazza (Jolee) che muore tra le braccia dei suoi fratelli gemelli. Appartiene
ad una famiglia benestante protagonista di eventi drammatici riconducibili a
tradimenti e segreti. Sono presenti anche ospiti di rilievo come Elize Ryd, voce degli Amaranthe, il tastierista e
dj produttore Miro, la mezzosoprano Amanda Somerville ed il nostro Luca Turilli
dei Rhapsody. (http://www.rock-metal-essence.com/2012/10/kamelot-silverthorn-recensione.html)
Se siete fans dei Kamelot,
state ben tranquilli, questo è un disco di alto livello… ed anche se non lo
siete, “Silverthorn” potrebbe essere comunque un buon punto di partenza per
avvicinarsi a questa magnifica band!
a
cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo
Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, realizzato con la radi@ttiva collaborazione
di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in
onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica
“Ciccio Riccio” (www.ciccioriccio.it) di Brindisi.
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