Tracklist:
Last night in town
Be invited
Waves
Get lucky
On the corner
Gunshots
She was stolen
Blackbird and the fox
Never seen no devil
The beginning of the end
Dynamite steps
Last night in town
Be invited
Waves
Get lucky
On the corner
Gunshots
She was stolen
Blackbird and the fox
Never seen no devil
The beginning of the end
Dynamite steps
Dopo il successo di due anni fa avuto con l’album “Saturnalia” del progetto Gutter Twins con il fratello di sangue Mark Lanegan, Greg Dulli ritorna con “Dynamite Steps” un po’ sulla strada già percorsa dal precedente lavoro a nome Twilight Singers – quel “Powder Burns” del 2006 – esplorando quella sottile linea tra la vita e la morte, quel rapido momento in cui l’esistenza ti passa davanti agli occhi, dilatato e messo a fuoco nel il corso delle 11 tracce che lo compongono (http://www.indie-eye.it/recensore/news/twilight-singers-dynamite-steps-il-nuovo-album.html).
“Powder Burns” fu forse, però, il disco meno fortunato della carriera post-Afghan Whigs di Greg Dulli. A quello seguì un bell’e.p., “Stitch in time” (con una spettacolare cover di un pezzo dei Massive Attack, “Live with me”) e poi molte altre cose, tra cui il progetto Gutter Twins, un disco live ed un tour da solista. Insomma, non è mancato dalle scene, in questi anni, Greg Dulli. Ma è una buona notizia il fatto che abbia deciso di rispolverare la sua sigla preferita, e che quindi sia tornato a fare la sua musica migliore. “Dynamite Steps” riporta i Twilight Singers ai livelli dei primi dischi, mostrando quello che Dulli sa fare in termini di songwriting e costruzione delle canzoni. La formula sostanzialmente non è cambiata, rispetto al passato: canzoni che prendono dal rock e dalla black music, costruite con strutture a progressione geometrica e crescendo come solo Dulli sa montare. Il limite è sempre un po’ lo stesso rispetto agli Afghan Whigs (che rimangono una delle band più sottovalutate del rock degli anni ’90), ovvero l’assenza delle chitarre di Rick McCollum, con il loro inconfondibile sound. Dulli, con la sua band, ha trovato un modo per sostituirle con piano, sezione ritmica e anche chitarre, sì, ma più defilate. A fare la differenza, non è tanto la presenza di grandi ospiti (Ani Di Franco, l'ex Verve Nick McCabe e ovviamente Mark Lanegan tra gli altri) quanto piuttosto le canzoni, cantate con quella voce imperfetta e un po’ spezzata che però è assolutamente unica. “Dynamite Steps” è un disco che difficilmente porterà nuovi fans alla band: quell’occasione, soprattutto dalle nostre parti, c’è stata con l’ultimo disco, che arrivava dopo la collaborazione con Manuel Agnelli e gli Afterhours (“My time has come” era la rielaborazione di “Vedova bianca”, da “Ballate per piccole iene”, disco prodotto proprio da Dulli). Però è un disco che affascina, con i suoi toni “noir”. Se vi sono piaciuti in passato, questa volta vi piaceranno ancora di più (Gianni Sibilla da http://www.rockol.it/recensione-4517/Twilight-Singers-DYNAMITE-STEPS).
Star dietro a Greg Dulli non è facile. Come il suo amico Lanegan salta da una parte all'altra, impegnandosi in carriera solista e progetti vari senza aver mai fissa dimora, senza prendere identità permanenti, lontano da quello che era il suo essere leader dei sempre troppo poco ricordati Afghan Whigs. "Dynamite Steps" sembra quindi confermare che i “canterini del tramonto” siano il gruppo in cui Dulli riponga le maggiori speranze e impegni per quello che sarà l'immediato futuro della sua carriera. La differenza maggiore tra questo album e il suo predecessore è che, a dispetto del titolo, si presenta molto meno aggressivo; la perdizione malignamente sensuale di "Be Invited", il crescendo emotivo di "Get Lucky", il respiro arioso di "She Was Stolen" e l'intensità interpretativa della murder ballad folk-blues "Never See No Devil" conferiscono all'insieme un'atmosfera introspettiva e quasi spirituale che si distanzia molto dalle dinamiche di "Powder Burns". Queste sensazioni si ritrovano poi anche negli episodi più vicini al sound "solito" del gruppo; gli archi e i cori delle cavalcate di "Last Night In Town" e "On The Corner", le morbidezze shoegaze di "The Beginning Of The End", persino l'epicità dello stoner "Waves" ci parlano di una rabbia che si è placata o in qualche modo trasformata, ma forse anche di un Greg Dulli che ha trovato una stabilità artistica come forse non aveva più avuto dalla fine del gruppo che creò "Congregation" e "Gentlemen". "Dynamite Steps" è quindi un disco imperfetto ma ci restituisce un Greg Dulli in splendida forma, con nuovo vigore e rinnovata ispirazione che, dopo tanto girovagare, forse, ha finalmente trovato casa. (http://www.ondarock.it/recensioni/2011_twilightsingers.htm)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Fernando Falcolini, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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