Tracklist:
1. Let England Shake
2. The Last Living Rose
3. The Glorious Land
4. The Words That Maketh Murder
5. All & Everyone
6. On Battleship Hill
7. England
8. In The Dark Places
9. Bitter Branches
10. Hanging In The Wire
11. Written On The Forehead
12. The Colour Of The Earth
2. The Last Living Rose
3. The Glorious Land
4. The Words That Maketh Murder
5. All & Everyone
6. On Battleship Hill
7. England
8. In The Dark Places
9. Bitter Branches
10. Hanging In The Wire
11. Written On The Forehead
12. The Colour Of The Earth
Da sempre PJ Harvey non manca un’occasione per ribadire quanto l’obiettivo principale di un vero artista sia non ripetersi e disattendere le aspettative del proprio pubblico. Negli ultimi anni questo modo di fare ha finito quasi per cronicizzarsi, tanto che ogni suo nuovo disco finisce per rendere nulla ogni previsione e inutile ogni accostamento a precedenti episodi della carriera dell’artista, incentrata com’è sulla ricerca di territori inesplorati e sul perfezionismo stilistico. Per “Let England Shake”, registrato in una chiesa del XIX secolo nel Dorset, Polly ha lavorato costantemente per oltre tre anni, impegnando inizialmente le sue forze sull’arte della parola e sulla poesia come contenitore d’eccezione per la sua creatività. Tutti i testi di questo album sono stati infatti concepiti come poemi che la trasposizione in musica ha spesso lievemente rimaneggiato, nati dall’urgenza di descrivere realtà e stati d’animo legati alla dimensione sociale, politica della storia presente e passata. A scanso di equivoci: l’aggettivo “politico” non deve far pensare a un’ottica di parte, a uno sguardo dogmatico sulla realtà o a un ritrovato attivismo dell’artista, ma alla descrizione attraverso la parola poetica di sentimenti il più possibile condivisi, universali, come l’ambiguo coesistere di odio e amore per la propria patria (www.indie-eye.it).
Con “Let England Shake” PJ Harvey realizza comunque una sintesi mirabile dei suoi due predecessori: la classicità spiritistica e vittoriana di “White Chalk” filtra per osmosi fra gli spigoli dissonanti e le sonorità promiscue di “A Woman A Man Walked By”. Fondamentale, nel dare continuità, il contributo di John Parish: lì co-autore, qui co-produttore, oltreché musicista in una formazione volutamente ridotta all’essenziale che comprende l’ex Bad Seeds Mick Harvey e il batterista Jean-Marc Butty. Un disco diretto e memorabile nel complesso, questo “Let England Shake”. PJ, in stato di grazia, sa variare registri armonici e vocali con disinvolta eccentricità, scrive canzoni che non sembrano più tali – eppure lo sono – e regala scorci sonici di una bellezza cupa e brumosa. Sa mescolare con maestria: epica, elegia e straniamento (www.storiadellamusica.it).
In maniera molto intelligente si evita di cadere nel cliché del disco cantautorale per chitarra e ritmiche lente e banali; al contrario, affida le sue liriche a un’ampia varietà di registri musicali diversi. Se infatti in “Hanging In The Wire” e in “England” rivivono le atmosfere acustiche di “White Chalk”, la nuova verve politica si presenta in maniera sanguigna in “The Last Living Rose”, dove la cantante propone un inedito assolo di sax, nelle chitarre di “Bitter Branches” o nel primo “nick-cave-ianissimo” singolo, “The Words That Maketh Murder”, tra ritmo trascinante e liriche d’effetto. L’ascolto prosegue verso l’ansiogena “The Glorious Land”, corredata da adunate militaresche e un cantato straziante, le reminescenze folk di “On Battleship Hill” e “In The Dark Places”, in cui sembra di sentire, lontana, la PJ di quel discone chiamato “To Bring You My Love”. E se dovesse mancare una conferma della qualità del pacchetto, la tripletta finale non può che incoraggiare la valutazione: “Hanging In The Wire” e “Written On The Forehead” si susseguono in maniera impeccabile, sfociando nella malinconia di “The Colour Of The Earth”. Ci piaceva la PJ rock, c’è piaciuta la PJ acustica e ci piace la PJ impegnata politicamente. Assicuratevi di ascoltare questo disco, difficilmente ne usciranno di così belli nel corso del 2011 (www.indieforbunnies.it).
(Rino De Cesare)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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