Tracklist: 01. 1,000 Years
02. Half A World Away
03. It’s Always Summer
04. Handed Love
05. Doubt
06. Dragon
07. Riley
08. Pulling Pieces
09. Thrift Store Coats
10. Big Goodbye
11. Miles Away
02. Half A World Away
03. It’s Always Summer
04. Handed Love
05. Doubt
06. Dragon
07. Riley
08. Pulling Pieces
09. Thrift Store Coats
10. Big Goodbye
11. Miles Away
È proprio vero: a volte ritornano! È stata una vita, quella delle Sleater-Kinney, in cui si è dato troppo alla musica per riuscire a distaccarsene del tutto. Corin Tucker ha guidato per dodici anni una band che ha sempre tenuto la testa alta ed ha resistito all'urto delle major e delle attenzioni giornalistiche, anche e soprattutto mentre intorno un intero movimento di protesta come quello delle riot grrls si squagliava come neve al sole. Eppure pareva fosse lei al centro dello scioglimento di quel trio alchemico che, da quando non c'è più, pare aver lasciato un vuoto incolmabile, là dove il rock’n’roll diventa intellettuale. Questo è “1,000 Years”, nonostante Corin si schermisca definendolo il disco di una “mamma di mezz'età”. Tutto è netto e solidamente scolpito in “1,000 Years”, le chitarre vagano allo stato brado, il drumming è preciso, squillante, muscolare. È un disco permeato di una ruspante vena vedderiana (personaggio peraltro citato nei credits del disco e amico di vecchia data), soprattutto nelle assolate passeggiate sul lato selvaggio di “Dragon” e “It’s Always Summer”. (www.ondarock.it)
Le affinità con la band originaria non vengono meno, per cui sarebbe fuorviante aspettarsi un lavoro tranquillo, intimista e cantautorale. Del resto, l’elemento immediatamente riconoscibile resta una voce cristallina, acuta e in grado di coprire ben otto ottave, sebbene utilizzata in maniera più eclettica rispetto al passato perché più eclettiche sono senz’altro le undici tracce in programma, eseguite con l’impiego di chitarra acustica, tastiere, percussioni, violoncelli e violini, oltre agli immancabili strumenti elettrici. I cambiamenti, dunque, non mancano e sono il naturale riflesso di un’evoluzione umana, prima di tutto: l’artista americana è ormai moglie e madre di due bimbi ed ha acquisito, a suo dire, una nuova maturità che traspare da testi in equilibrio tra privato e sociale, ma soprattutto da un songwriting solido e ispirato, da musiche che giocano sapientemente con le sfumature, con le alternanze schizofreniche fra pieni e vuoti, adagi e improvvise accelerazioni. (www.ilmucchio.it)
Il comunicato stampa ufficiale presente sul sito dell’etichetta Kill Rock Stars dipinge Corin Tucker come “una moglie, una madre, una compositrice, una cantante, un’artista capace di trasformare in musica il suono della vita reale… ed il suo sound è vero”. Ma è davvero difficile dire se il primo disco solista di Corin Tucker possa suonare così devastantemente bello anche alle orecchie di chi non ha amato la musica delle Sleater-Kinney, o possa fare un qualsiasi effetto a chi non è cresciuto nella convinzione che questo è il modo di registrare un disco, di scrivere e di cantare una canzone, di far suonare una batteria e una chitarra. L’unica cosa certa è che quel comunicato stampa è oro colato e che se avete pianto alla notizia dello scioglimento delle Sleater-Kinney (from Olympia) saranno sufficienti 30” della title-track per capire chi sia tornata, quante storie abbia da raccontare e quanto vi fosse mancata! (www.vitaminic.it)
(Rino De Cesare)
a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Fernando Falcolini, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.
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