venerdì 6 maggio 2011

ALELA DIANE & WILD DIVINE: Un disco solare e diretto, che non ricorre ad inutili orpelli per conquistare cuore e mente

ALELA DIANE “Alela Diane & Wild Divine” (Rough Trade Records, 2011)

Tracklist:
01. TO BEGIN
02. ELIJAH
03. LONG WAY DOWN
04. SUZANNE
05. THE WIND
06. OF MANY COLORS
07. DESIRE
08. HEARTLESS HIGHWAY
09. WHITE HORSE
10. RISING GREATNESS


Alela Diane è cambiata; non è più quella dolce folk singer tanto ammirata dalle comunità hippie, che faceva gridare al miracolo con quel piccolo capolavoro, “The Pirate's Gospel”, bensì un'artista affermata che incide per una importante etichetta come la Rough Trade. Due anni sono passati da quando uscì il suo secondo capitolo, quello splendido “To Be Still” che la consacrò come la rivelazione del nuovo folk al femminile. Nel frattempo si è sposata con il suo bassista (ora chitarrista) Tom Bevitori e ha girato il mondo in lungo e in largo con la sua band, i Wild Divine, che include l'altro Tom della sua vita, Tom Mening padre di Alela alla chitarra solista, il bassista Jonas Haskins e il batterista Jason Merculief. Grandi sono state le attese e le speranze per il suo terzo album (il difficile album della maturità!), che ha visto la cantautrice di Nevada City passare dal folk acustico costruito su ballate intime, oniriche ed acustiche a brani elettroacustici supportati a 360° da tutta la band. Quello che è sicuramente rimasto è la sua dolce e inconfondibile voce, insieme ai suoi testi che restano sempre evocativi e ancorati alla bellezza della natura che ci circonda e alle gioie e dolori della vita. (www.rootshighway.it)
Da sempre la Diane si è presentata quale vestale della tradizione musicale americana ed era chiaro che la sua ricerca voleva porsi come un’esplorazione a tutto campo del passato, con una predilezione per gli anni Sessanta. Ora, con una più vasta tavolozza timbrica a disposizione, le è possibile realizzare più compiutamente quanto stava covando in nuce. Lo provano episodi vibranti come il country folk elettrico di “Long Way Down”, quasi Dylaniano nel suo incedere, il blues parimenti elettrico di “White Horse”, la solida ballata “Of Many Colors” e la lievemente psichedelica “Heartless Highway”, quest’ultimo il momento più smaccatamente 70’s di tutto il disco, complici anche i riverberi di hammond che lo guarniscono. Non sono comunque sparite le composizioni più austere e brumose, quelle in cui la voce della cantautrice si lascia accompagnare da una chitarra acustica e poco altro. Anzi, una di esse risalta per fuoco interpretativo e intensità fuori dal comune: “Elijah”, in cui la voce di Alela somiglia molto a quella di Joan Baez, pur rimanendo ugualmente personale. L’apice dell’opera è “Suzanne”, che la musicista dedica alla madre, e che riesce nell’intento di sintetizzare le due anime dell’artista, quella più nostalgica e malinconica e l’altra, la più estroversa, grazie a un crescendo di forte presa emotiva. (www.outune.net)
Sarà che il suonare in famiglia era usuale nell’ambito del country rock (e non si vada con la mente troppo lontano, Cash e Carter sono ancora oggi attualissimi), certo è che l’aver lavorato in un clima di rilassatezza e benessere è sembrato decisivo per una definitiva conferma del talento dell’artista. Merito dell’estrema levigatezza del risultato va per certo al lavoro assai discreto di Scott Litt (in passato al lavoro con R.E.M., Nirvana e The Replacements) in fase di produzione, estremamente rispettoso del suono naturale della band, ma a svettare su tutto è un utilizzo esemplare della voce, delicatissima nel sottolineare i cambi di registro e lontana anni luce dalla manierata retorica di una Dolores O’Riordan, che pure potrebbe essere l’accostamento più ovvio; al contrario, si rimane affascinati dalla lucentezza di un timbro deciso e di immediata espressività, quasi miracoloso per il modo in cui riesce a cullare ma mai a vezzeggiare l’orecchio. Un disco solare e diretto, che non ricorre ad inutili orpelli per conquistare cuore e mente dell’ascoltatore. (www.indie-eye.it

(Rino De Cesare)


“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio www.ciccioriccio.it di Brindisi.


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