sabato 17 dicembre 2011

THE BLACK KEYS: Un album per tutte le stagioni!

THE BLACK KEYS “El Camino” (Nonesuch Records, 2011) - www.theblackkeys.com

Tracklist:
1. Lonely Boy (VIDEO: http://youtu.be/a_426RiwST8)
2. Dead And Gone
3. Gold On The Ceiling (VIDEO: http://youtu.be/VcNyhCXNvQE)
4. Little Black Submarines (VIDEO: http://youtu.be/0_JvY9xeVNM)
5. Money Maker (VIDEO: http://youtu.be/LWuuzohpSSs)
6. Run Right Back
7. Sister
8. Hell Of A Season
9. Stop Stop
10. Nova baby
11. Mind Eraser

“Attenzione può generare dipendenza”. Ecco la controindicazione che manca sulla copertina del nuovo disco dei The Black Keys, “El Camino”, giunto nelle nostre cuffie in chiusura di questo anno, tutto sommato caratterizzato da una certa sobrietà musicale. E invece il duo dell’Ohio ci travolge con i suoi pezzi al fulmicotone, ricordandoci che ad alzare le chiappe non ci vuole molto, o forse si… e, comunque, ci vuole il disco giusto! Una pozione sanguinolenta fatta di attitudine rock’n'roll, sonorità garage e riff blues, ma la mistura non funzionerebbe così bene senza la giusta potenza in tutte le tracce e quell’inconfondibile american style, e qui Hendrix docet. Non c’è da stupirsi se a rimanerne incantati sarà un pubblico decisamente vasto: “El Camino” è un disco ancestrale, viscerale, contagioso, e di fronte alla pienezza di brani come “Gold on the Ceiling” è davvero difficile resistere! (polkadot.it).
“El Camino” è più conciso di “Brothers”, compatto e meno paludoso, niente digressioni. Ogni tanto escono album così: maledici il progresso e ringrazi che qualcuno il rock’n'roll l’abbia ancora nel sangue. È il suono dei The Black Keys che mostrano i muscoli e che, esplorata la black music, ne traggono le naturali conseguenze. Il soul gioca ancora un ruolo importante (“Sister, Stop Stop”), ma il volume e la melodia prendono il sopravvento, volutamente e ostentatamente. Dal blues al rock’n'roll, ripercorrendo idealmente il viaggio dei padri. Un esempio: “Little Black Submarines” che parte acustica e minimale, persa in un incrocio blues/folk, per esplodere poi d’un tratto in un’onda d’urto zeppeliniana e di lì verso un finale che straccia qualsiasi pretesa di imparare come si fa da “Guitar Hero”. A riprova, all’attacco della successiva “Money Maker” uno si ritrova a suonare la air guitar pure alla fermata del tram, così, senza pudore (nonsiamodiqui.it).
“El Camino” è un album per tutte le stagioni, gradevole e ambiguo, accattivante ma innocuo (il “ma” significa che vorremmo sempre un rock scomodo e inquietante, che ci turbi nelle nostre certezze, che riesca a portarci in mondi che non avremmo mai immaginato). È un tipico segno della nostra epoca, con un che di inevitabile: Dan e Patrick citano i Cramps e i Clash, gli Stones ed i Led Zeppelin, ma sono giusto evocazioni, fuochi fatui di una musica e di uno spirito un giorno fisicamente presenti e ben più soverchianti.
Il titolo temiamo sia stato equivocato. La Chevrolet “El Camino” fu un modello in voga negli States negli anni ’60 ma quella che si vede in copertina è un’altra auto, una più recente Chrysler Town & Country. Siccome fu il pullmino dei sogni dei due Black Keys agli inizi dell’avventura anni fa, sembra verosimile che “El Camino” vada preso alla lettera e indichi semplicemente “la strada”; il lungo tratto percorso da Carney e Auerbach negli ultimi dieci anni e prima ancora, da Akron alla vetta del rock (myworld.it).
(Rino De Cesare)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


domenica 11 dicembre 2011

MASTODON - Una band in continua trasformazione

MASTODON “The Hunter” (Reprise, 2011) – www.mastodonrocks.com

Tracklist:
1. Black Tongue (video http://youtu.be/1vNBeoPOZls)
2. Curl Of The Burl
3. Blasteroid
4. Stargasm
5. Octopus Has No Friends
6. All The Heavy Lifting
7. The Hunter
8. Dry Bone Valley
9. Thickening
10. Creature Lives (video http://youtu.be/LxALZkrAIIE)
11. Spectrelight
12. Bedazzled Fingernails (video http://youtu.be/DcZBLzAkiUY)
13. The Sparrow (video http://youtu.be/M8RvJ8N_MS8)

Tra le band emerse negli anni ’00 sono quelle dotate di maggior creatività e personalità, tra le poche davvero in grado di apportare qualcosa di nuovo nell’universo metal, riuscendo anche a raggiungere buoni livelli di apprezzamento e di popolarità. La loro musica non è proprio di facile assimilazione: parte dal thrash e dal death, passa per hardcore, sludge e psychedelia per approdare al prog e al rock classico. Sono una band in continua evoluzione ed ogni album è diverso da quello che l’ha preceduto. Hanno girato il mondo in compagnia dei maggiori nomi del metal mondiale. Hanno suonato per il pubblico di Iron Maiden, Slayer, Metallica, Machine Head e Tool prima di arrivare a riempire i grandi club nel loro più recente tour mondiale da headliner. Si sono fatti valere e si sono guadagnati il rispetto di una larga fetta di fans e di coloro che, soprattutto dal metal, cercano sempre qualche nuova e vincente soluzione. “The Hunter” è il loro quinto album da studio e le sorprese non finiscono qui! (Rock Hard n° 24, vers. Italiana, ottobre 2011)
Dopo quattro album concept sugli elementi base della natura - acqua, aria, terra e fuoco - con “The Hunter” il filone viene accantonato. Non si parla più di imprese epiche e di citazioni romanzesche. Al primo ascolto si potrebbe rimanere perplessi. Il suono si fa smussato, rotondo. Perde un pò della ruvidità dei lavori precedenti. Le tracce non sono più suite da oltre 10 minuti, ma schiette e dirette, quasi in “your face”. In ogni caso sono un passo in avanti, nuova linfa per il metal. I puristi potranno anche storcere il naso, in quanto c’è una strizzata d’occhio ad un’apertura più mainstream, ma quest’album non passerà inosservato e lo vedremo sicuramente nella top ten dei migliori album del 2011. (http://www.impattosonoro.it/2011/10/26/recensioni/mastodon-the-hunter/)
La varietà è il vero marchio di fabbrica di quest’opera, con accelerazioni classicamente metal (come “Dry Bone Valley” e “Spectrelight”) e inserti allucinatori (come in “Bedazzled Fingernails”). Ma è con citazioni esplicite dai Pink Floyd che “The Hunter” raggiunge la vetta. Se “The Sparrow”, unico pezzo del disco a sfiorare i 6 minuti, è una lenta discesa nell’oblio, che rievoca cavalcate e voli a perdersi, è “Creature Lives” ad aprire orizzonti fino ad ora inesplorati dai Mastodon. L’inizio è una citazione che si sfoga nella campionatura di “On the Run” dei Pink Floyd e di “Invincible” dei Muse, salvo poi trasformarsi in un arpeggio di chitarra dolce e secco allo stesso tempo. Il crescendo è da apoteosi e la solennità dei cori, uniti all’aprirsi della melodia, lascia brividi e bocche aperte. Onore ai Mastodon, quindi, che non avranno certo fatto un disco perfetto, ma hanno avuto il coraggio di non cavalcare l’onda ripetendosi e, anzi, trasportando il loro stile inconfondibile in canzoni diverse e forse più accessibili, ma allo stesso tempo tremendamente virtuose. (http://www.osservatoriesterni.it/mastodon-hunter)
Sarà “The Hunter” quel passo di troppo che condusse il “Black Album” e “Songs For The Deaf” e i loro rispettivi autori (Metallica e Queens Of The Stone Age, per intenderci) verso il grande pubblico mainstream, slegato da quello più affezionato e devoto? Difficile rispondere. Per ora prendiamoci qualche anno per valutare feedback e passi futuri. Ma terminato l'ascolto, un piccolo pensiero s’insinua come un tarlo nella mente, soprattutto avendo, ancora, nelle orecchie i suoni dei precedenti dischi. Ma, dopo tutto, i due album sopra citati sono entrati di diritto tra gli imprescindibili del rock, quindi quale augurio migliore? Il consiglio per godersi questo disco è di non armarsi fino ai denti per andare a caccia dei fantasmi del passato ma godersi l'album per quello che è, aspettando le prossime battute di caccia per meglio inquadrarlo nella discografia del gruppo. Solo allora scopriremo se questo “The Hunter” è una meritata pausa o un nuovo inizio. Nonostante tutte queste parole, una delle migliori uscite dell'anno! (http://enzocurelli.blogspot.com/2011/10/recensione-mastodon-hunter.html)


a cura di: Camillo “RADI@zioni” Fasulo

“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


sabato 3 dicembre 2011

BEIRUT: un piccolo capolavoro ispirato alla grande tradizione folk americana... ma non solo!

BEIRUT “The Rip Tide” (Pompeii Records, 2011) – www.beirutband.com

Tracklist:
1. A Candle’s Fire
2. Santa Fe (video http://youtu.be/-wJFhjXk9sc)
3. East Harlem
4. Goshen
5. Payne’s Bay
6. The Rip Tide (video http://youtu.be/7r3BZITZVYg)
7. Vagabond (video http://youtu.be/G8TfnYKnppY)
8. The Peacock
9. Port Of Call (video http://youtu.be/Bd6Cm1p4c20)

In soli due anni, tra il 2006 e il 2007, i Beirut sono diventati una band di culto grazie a due album intensi e originali in cui venivano rimescolati in un unico calderone ritmi balcanici e fiati messicani, cantautorato francese e spirito americano. Un vero progetto di contaminazione nato dalla mente di un giovane e talentuoso musicista che porta il nome di Zach Condon, il quale, con la sua piccola fanfara, ci ha regalato due dischi importanti come “Gulag Orkestar” e “The Flyinh Club Cup” e una manciata di EP per poi concentrarsi su un tour interminabile che lo ha visto raccogliere un consenso unanime sia in Europa che negli Stati Uniti concludendo la sua corsa in Brasile, nazione in cui ha avuto un enorme riscontro di pubblico. A due anni dalla loro ultima pubblicazione ufficiale, l'EP “March of the Zapotec/Holland”, finalmente i Beirut sono tornati con un nuovo album, “The Rip Tide”, che raccoglie appena nove canzoni per una mezz'ora di musica in cui la formazione di Santa Fe si conferma legata a quel particolare sound con cui si è contraddistinta fino ad oggi lasciando trapelare un maggior senso di malinconia. (rockol.it)
La creatura di Zachary Francis Condon è passata in pochi anni da grande sorpresa a vera icona dell’ambito indie internazionale (ed in questo senso si può vedere un deciso parallelo con gli Arcade Fire): ecco perché l’attesa per il nuovo album era decisamente alta. Ma questo ”The Rip Tide” non è una vera e propria evoluzione, più che altro è una “summa” del suono Beirut, dove la contaminazione non è mai stata così piacevole e così perfetta, dove i Kings of Convenience incontrano i Gogol Bordello e sembra che suonino insieme da una vita, dove la voce da crooner di Zach sa emozionare anche solamente accompagnata da un piano (“Goshen”, “The Rip Tide”), dove l’esordio di un po’ di elettronica rende una melodia irresistibile (“Santa Fe”, omaggio alla città natia), dove i fiati dialogano con il pianoforte regalando grandi suggestioni (“Vagabond”). (indieforbunnies.com)
Con quest’ultimo lavoro i Beirut fanno il grande salto di qualità, facendo emergere un suono completamente personale che li distingue dalla “massa musicale” odierna regalandoci intrecci musicali di notevole profondità. “The Rip Tide” è uno di quei dischi dove non c'è un solo secondo sprecato, che si ascoltano dall’inizio alla fine senza nessuna interruzione e in continuazione per diversi giorni, per poi riprenderlo e trovare ancora delle “pieghe” nascoste a riconferma della sua bellezza. Un piccolo capolavoro di classe, godibile e intelligente, musicalmente ispirato alla grande tradizione folk della canzone americana e suonato da bravi musicisti. (appuntinovalis.blogspot.com)
Se ancora non conoscete i Beirut “The Rip Tide” è senza dubbio l’album giusto per cominciare ad apprezzarli, se già li amate li gusterete ancora di più in questo lavoro che porta a compimento tutte le piacevoli intuizioni avute dal buon Zachary fin dall’esordio. Un punto d’arrivo. Il futuro ora non interessa. (indieforbunnies.com)
Rino De Cesare
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Angelo Olive, Mimmo Saponaro e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.


THE OSCILLATION: "oscillazioni" tra dark wave, psychedelia e krautrock

THE OSCILLATION “Veils” (2011)

… A quasi tre anni di distanza dal loro debutto, la band londinese mette in giro il proprio secondo album. Dopo aver girato il mondo in lungo e in largo in compagnia di altre band come Chrome Hoof, Deerhunter e Moon Duo, giusto per citarne qualcuna, i ragazzi hanno maturato un suono “Oscillation” ormai abbastanza riconoscibile… un suono che spazia dalla “dark wave” alla “psychedelia” e fino al “krautrock”.
L’album presenta una gamma notevole di “oscillazioni” che vanno da semplici canzoni melodiche al caos “noise-no-wave”, e questo fa della band una delle più esperte nel settore, perfino impermeabile alle solite critiche appioppate a chi, ancora molto giovane, osi cimentarsi con simili dimostrazioni sonore. The Oscillation entrano di diritto nell’Olimpo della musica e anche se potrebbe essere disturbante sorbirsi la lunghezza di alcune sue tracce, “Veils” resta decisamente un album da premiare!

… concludendo: Vi ricordo che testi e scelte musicali di questo particolare frammento radi@ttivo sono proprio a cura di Carmine Tateo, vi do appuntamento alla settimana prossima con un altro Disco Hot sempre da Ciccio Riccio, sempre con RADI@zioni NRG ma sempre con Camillo Fasulo pronto a dar voce alle affermazioni del buon Carmine che ad ogni buon conto segnala di questo album le seguenti tracce!…

future echo (video http://youtu.be/mDxz4xRlKac)
see through you (video http://youtu.be/KNdZpD33kNU)


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