sabato 18 dicembre 2010

HOWE GELB - il cowboy di Tucson ha ancora una volta fatto centro ma con “Alegrías”


Howe Gelb & A Band of Gypsies “Alegrías” (Eureka,2010)
www.howegelb.com  -  www.myspace.com/howegelb

Tracklist:
01. 4 Doors Maverick
02. (There Eere) Always Horses Coming
03. Blood Orange
04. Broken Bird & The Ghost River
05. Cowboy Boots On Cobble Ssone
06. Lost Like a Boat Full Of Rice
07. Notoriety
08. One Diner Town
09. Saint Conformity
10. The Ballad Of Lole Y Manuel
11. The Hungin’ Judge
12. Uneven Light Of Day
13. Where The Wind Turns The Skin Into Leather

Personaggio funambolico e stravagante Howe Gelb è stato innanzitutto un precursore di un certo suono di confine con la sua principale creatura, i Giant Sand, quindi con il progetto estemporaneo degli OP8 e con i grandi Band Of Blacky Ranchette. Ma Howe è sempre stato un outsider, uno che preferisce percorrere strade secondarie, sperimentare continuamente, mettersi in discussione, incontrare nuovi stimoli, nuove fonti d'ispirazione per la sua musica e anche rischiare con nuove idee e progetti. Ogni suo album ti trasporta in terre e culture distanti tra loro; i panorami cambiano continuamente: si passa dal deserto dell'Arizona di “Confluence” alla Danimarca di “The Listener”, al gospel (registrato con ausilio di un coro canadese) dell'ultimo “Like You” con gli 'Sno Angel per finire in Spagna, nella multietnica e tollerante città di Cordoba dove (come Obama ha recentemente affermato) arabi, cristiani, ebrei convivono insieme senza contrasti. Una serie di fortunate coincidenze ha portato Mr. Gelb a reinterpretare alcune sue vecchie canzoni e a scriverne altre nuove in puro stile flamenco, come un vero “no man's land” in movimento, lasciando inalterate le sue radici ancorate a quel suo suono desertico che è diventato ormai il suo marchio di fabbrica. L'atmosfera calda e magica di questa città insieme all'incontro con Raimundo Amador e i suoi Band of Gypsies (Lin Cortes e Juan Panki alle chitarre, Anil Fernandez al cajon a cui si aggiungono ai cori Angela, Rocio e Prin' Lala) hanno portato il nostro a registrare questo nuovo “Alegrías” (con una bellissima copertina) sotto il controllo dell'amico fedele John Parish. La cosa curiosa è che la Band of Gypsies non parla inglese mentre Howe non parla spagnolo, a parte le poche parole di cortesia apprese nei suoi numerosi viaggi sui confini messicani, ma la sua voce roca e sabbiosa può disarmare qualsiasi ascoltatore e così, senza pensarci due volte, tutti insieme hanno cominciato a suonare per ore intere, entrando in sintonia con semplici gesti e tanto coinvolgimento. Il rifacimento di 4 Doors Maverick” (da “Hisser”) è da brividi con quella voce tanto calda e roca, quel fraseggio di chitarra flamenca e l'handclapping ad arricchire una delle canzoni più belle di Gelb. Essere rapito da una zingara e vagabondare per tutto il mondo come un nomade è il sentimento che trasmette “Uneven Light Of Day”. Suoni sghembi da Tapas bar all'ora di chiusura con un ultimo sorso di tequila si respirano nell'inedita e bella “The Ballad Of Lole Y Manuel” cantata in spagnolo, con l'aiuto degli azzeccatissimi cori gitani. Si ritorna in Arizona con i paesaggi desertici di “Blood Orange” (da “The Listener”) e i suoi tramonti che ti lasciano senza parole, rifatta con l'aiuto delle tre chicas gitane al seguito, mentre un piano appena sussurrato e le corde di una chitarra pizzicata accompagnano, all'imbrunire, la conclusiva e malinconica “One Diner Town”. Amigos, il cowboy di Tucson ha ancora una volta fatto centro (www.rootshighway.it).
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Fernando Falcolini, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.

martedì 14 dicembre 2010

Maurizio Blatto. L'ULTIMO DISCO DEI MOHICANI. Il libro nato in uno storico negozio di dischi di Torino

Backdoor, Torino: siamo aperti. A cosa? Grossomodo a tutto. E a tutti. In particolar modo a quelli che davvero non pensavate potessero esistere. E invece esistono, sono il variopinto circo di clienti - più o meno occasionali, più o meno appassionati, più o meno folli - di uno storico negozio di dischi specializzato in vinile e intento a vivere l'amore per la musica dall'altra parte della barricata: un luogo talmente vero e talmente incredibile da essere più pop di un coretto dei Beach Boys. Ecco, allora, sfilare il piastrellista devoto al funky e alle donne di colore, l'audiofilo sorpreso dalla moglie con uno stereo in un appartamento affittato di nascosto e l'uomo che ha inventato i Massive Attack. Per non parlare dell'immigrato slavo che voleva morire sotto la sezione reggae, dell'indomabile Sentimentalista o del fan degli Alarm con documenti compromettenti per la FIAT...gente strana?
Se la pensate così, non vi siete mai trovati di fronte a quei clienti che, incerti su cosa comprare, hanno chiesto: "Ma Che Guevara ha fatto più niente?".  

MAURIZIO BLATTO
Nato a Torino nel 1966, ha accantonato sul nascere una carriera da avvocato preferendo Backdoor, storico negozio di dischi cittadino. Collabora da anni con la rivista musicale "Rumore". La sua canzone è How Soon Is Now? Degli Smiths. Dovendo scegliere, sceglie vinile. L'ultimo disco dei Mohicani è il suo primo libro.
 

"Ad afro punk come stiamo?". "Scusi, ma cosa intende per afro punk?". "Mah, tipo quello lì, Jack Morriso, quello dei The Doors. È morto no?"
"Ce l'ha quello dei Led Zeppelin con la supposta in copertina?"…
Maurizio BlattoL'ULTIMO DISCO DEI MOHICANI - Castelvecchi editore
pp. 229 - euro 15,00
-
www.castelvecchieditore.com


(da http://www.newspettacolo.com/news/varie/24743_maurizio-blatto-lultimo-disco-dei-mohicani-il-libro-nato-in-uno-storico-negozio-di-dischi-di-torino.html)

sabato 11 dicembre 2010

LITTLE ITALY: Salento Rock Band



Band salentina nata nel gennaio 2010.
il gruppo si dedica al riarrangiamento di brani di ogni genere musicale italiano e straniero in una chiave rock molto personalizzata.
Non solo cover per i Little Italy, la band lavora alla stesura di brani propri, alcuni dei quali verranno pubblicati in un mini-cd promozionale dal titolo LITTLE ITALY.

Genere:
rock metallizzato
Membri:
Gianluca Pescecane / guitars & vocals
Matteo Cirfera / guitars & vocals
Domenico de Cesare / bass & vocals
Damianone Rielli / drums



QUEST FOR FIRE: difficile rimanere impassibili all’ascolto di “Lights From Paradise”

Quest For Fire “Lights From Paradise” (Tee Pee Records, 2010) www.myspace.com/questforfireband

Tracklist: 
1. The Greatest Hits By God
2. Set Out Alone
3.Strange Vacation
4. Confusion’s Home
5. In The Place Of A Storm
6. Psychic Seasons
7. Hinterland Who’s Who
8. Sessions Of Light

Eravamo rimasti al debutto dei Quest For Fire appena un anno fa. Grazie alla lungimiranza della Tee Pee Records questi quattro ragazzi si erano dimostrati una delle migliori scoperte della passata stagione. Un esordio in cui il gruppo aveva saputo far valere le proprie doti spaziando dall'hard stoner ad un grunge d'annata, il tutto filtrato mediante un emozionante processo psichedelico. Oggi la band di Toronto fa ritorno per deliziarci con “Lights From Paradise” un full lenght che legittima la bontà della loro proposta. Lo stoner si è ridotto ai minimi termini ma le sonorità già conosciute non sono andate perse. Solo l'involucro si è fatto meno diretto, meno prevedibile, come se il loro rock fosse sospeso in aria, fluttuante, avvolto in una sognante (e deviata) melodia che riconduce ancora una volta dalle parti dei Dead Meadow (www.perkele.it).
È difficile rimanere impassibili all’ascolto di “Lights From Paradise”, come altrettanto difficile è pensare che un disco formato da otto brani che rimarranno a lungo impressi nelle nostre menti possa passare inosservato. “The Greatest Hits By God” è una delle aperture più d’impatto di questo 2010: una vera e propria odissea western, tinteggiata da splendide aperture di violini e chiusa, in coda, da un delicato sfumare acustico. La tentazione dell’immortale ballata unplugged bussa alla porta della splendida “Psychic Seasons”, scottata da tizzoni blues, per poi farsi nuovamente heavy-psichedelic negli spettacolari tornanti di “Hinterland Who's Who”, vibrante stoner vicinissimo ai Pontiak in “Confusion’s Home” e dolce, rovente catarsi doom nello svelarsi progressivo di “Sessions Of Light”. I migliori presagi hanno trovato conferma: i Quest For Fire sono decisamente di classe “A” (www.storiadellamusica.it).
(Rino De Cesare)
“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Fernando Falcolini, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.

domenica 5 dicembre 2010

KILLING JOKE: con "Absolute Dissent" celebrano 30 anni di onorata carriera!


KILLING JOKE “Absolute Dissent” (Spine Farm Records/Universal, 2010)
www.killingjoke.com

Tracklist:
01. ABSOLUTE DISSENT
02. THE GREAT CULL
03. FRESH FEVER FROM THE SKIES
04. IN EXCELSIS
05. EUROPEAN SUPER STATE
06. THIS WORLD HELL
07. END GAME
08. THE RAVEN KING
09. HONOUR THE FIRE
10. DEPTHCHARGE
11. HERE COMES THE SINGULARITY
12. GHOSTS ON LADBROKE GROVE

Cosa si può chiedere di più ad una band come i Killing Joke? Dopo aver cavalcato (fin dal 1979) i territori più oscuri della new wave, fuso assieme dub, metal e dark, dopo averci fatto danzare sulla rovine post-atomiche degli anni ’80 e averci devastato con la durezza degli anni ’90, dopo aver influenzato i Nirvana, il movimento industrial e ispirato Nine Inch Nails, Ministry, Soundgarden, Faith No More, Primus, Helmet e Jane’s Addiction (solo per citare qualche nome), sono stati capaci di offrirci, ancora una volta, un altro piatto a base di apocalissi e muri di suono… e tanto ci basta! (www.beatbear.com).
“Absolute Dissent” è un disco speciale perchè celebra 30 anni di onorata carriera con 12 nuove tracce e nuovamente, dopo 28 anni, con la line-up originale costituita da Jaz Coleman (voce e tastiere), Kevin “Geordie” Walker (chitarra), Martin “Youth” Glover (basso) e Paul Ferguson (batteria) e mette inoltre in bella evidenza una band in gran forma e con ancora molte cose da dire. Il ritorno della sezione ritmica dei primi lavori non è sinonimo di un disco esclusivamente post-punk o di una mera riproposizione del passato. Com’era abbastanza prevedibile, suona molto più vicino agli ultimi dischi della formazione inglese, rispetto ai quali è però di una spanna superiore ed anzi, per quanto mi riguarda, si tratta, esclusa la trilogia iniziale, di uno dei migliori album in assoluto dei KJ. La title-track, non a caso posta in apertura, è una chiara dichiarazione d’intenti: ancora una volta i testi sono corrosivi e diretti, urlano di rabbia per la situazione socio-politico-economica mondiale, una rabbia che tocca uno dei suoi apici nella devastante “The Great Cult” (www.versacrum.com).
Ho ascoltato per la prima volta questo album in uno stato di buon umore. Ne sono uscito incupito, annebbiato e, dopo un po’, sollevato. Beh, credo che sia proprio questa la funzione di una band come i KJ: tirar fuori, con la violenza del loro suono, i peggiori istinti ed emozioni e sublimarli per noi. Se ne fanno carico, li esprimono e ci lasciano sfiniti ma liberi. Musicalmente l’album corrisponde proprio a ciò che ho appena descritto. Da ascoltare, amare, interiorizzare e da urlarci sopra (www.beatbear.com).
I 12 pezzi del CD, che potrete trovare anche in versione de-luxe accoppiati a un secondo disco di cover dei KJ interpretate da altri artisti, hanno un impatto decisamente live e, complice anche una registrazione che emana accecanti bagliori in bianco e nero, presenta un altro grande pregio: quello di variare lo stile delle composizioni quel tanto che basta per non annoiare, pur restando nel solco del tipico stile KJ. Gran bel ritorno per Jaz e soci, capaci, pur nell'eterno confronto con i loro capolavori del passato, di non sfigurare, ma anzi di segnare un altro punto a proprio favore (www.metalitalia.com).
Qualcuno ha scritto che i maestri KJ sono stati superati dai loro allievi (Prong, Godflesh, Rammstein, Korn e via discorrendo) e probabilmente, anzi, sicuramente è vero, ma questo, secondo me, dovrebbe essere solo un vanto perché significa che sono stati dei buoni maestri. Va però altresì detto che, se i precedenti due album ci avevano restituito un gruppo ad un buon livello (ed io mi spingo oltre e dico “ad alto livello”), con questo nuovo album li ritroviamo davvero in gran spolvero e ad altissimi livelli! Per finire: “Absolute Dissent” è disco assolutamente consigliato perché i KJ sono riusciti a dar vita con esso ad un lavoro molto vario, in grado di toccare più corde, ma capace di essere, allo stesso tempo, compatto e potente, pertanto lo ritengo ottimo come candidato a disco dell’anno per questo 2010 (www.miusika.net).


“RADI@zioni” è un programma curato da Camillo Fasulo, Marco Greco, Antonio Marra e Angelo De Luca, con la radi@ttiva collaborazione di Rino De Cesare, Fernando Falcolini, Angelo Olive e Carmine Tateo, in onda tutti i lunedì e venerdì tra le ore 22 e le 24 sull’emittente radiofonica Ciccio Riccio di Brindisi – www.ciccioriccio.it.

EELS: "Tomorrow Morning" è il nuovo album!


EELS “Tomorrow Morning” (2010)

È un dato di fatto! Mr. E. non riesce a star fermo! “Tomorrow Morning” è infatti l’ultimo album di una trilogia che ha avuto inizio circa un anno e mezzo fa. Ma, a differenza di altri suoi logorroici colleghi, Mr. E. (con i suoi Eels) non stanca mai. Alterna, naturalmente, alti e bassi ma il livello della sua scrittura è, come minimo, sufficiente. Certo, raggiungere i valori dei primi tre album è molto difficile ma Mark Oliver Everett ci sta provando. Quest’ultimo lavoro è veramente bello!
Sdolcinato, melodico, rock, pop, elettronico, danzereccio sono le prime definizioni che vengono alla mente e calzano bene per descrivere un album comunque pieno di sorprese.
Gli standard di bellezza a cui gli Eels ci hanno abituati sono stati rispettati ma “Tomorrow Morning” è un gradino sopra gli ultimi più recenti album della band. Bentornati Eels!!!

(Carmine Tateo)

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